Disagi continui per gli abitanti della Valtaro

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Riceviamo e pubblichiamo da UIL 

Anno nuovo ma vecchi disagi per gli abitanti della Valtaro e della nostra montagna in generale, sempre più dimenticata dagli enti provinciali e regionali.

Tanti sono infatti i problemi che attanagliano queste valli, che vedono diminuire i servizi principali rendendo la vita difficile ai suoi abitanti.

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Sanità, scuola e trasporti sono i problemi maggiori che rischiano di portare allo spopolamento totale di una parte fondamentale dell’appennino parmense.

A partire dall’Ospedale di Borgotaro, un tempo fiore all’occhiello della sanità parmense, che sta venendo privato di servizi essenziali per la vita dei cittadini.

Chiuso già da anni il suo punto nascita, che, nonostante le illusorie promesse elettorali di riapertura, costringe le mamme valtaresi a spostarsi di molti, troppi, chilometri per partorire ,con il rischio di un travaglio in ambulanza per non parlare del rischio ictus o altre patologie che necessitano di equipe formate e pronte a fronteggiare emergenze in tempi rapidi, visti i tempi lunghi di percorrenza verso ospedali più attrezzati come Vaio e il Maggiore di Parma.

Le defezioni nel servizio sanitario continuano senza sosta.

Dal 1 gennaio del nuovo anno, infatti, i Poliambulatori dell’ospedale di Borgo val di Taro resteranno senza alcune specializzazioni fondamentali: stop alla visite Dermatologiche, di Oculistica, Allergologiche e dell’Otorino. Una crisi senza fine, che vede coinvolta anche la Radiologia, fortemente rimaneggiata, con un numero di medici esiguo rispetto alle richieste che da quasi un anno si avvale di tecnici itineranti pagati in aggiuntiva ma non assegnati al Santa Maria.

Un taglio trasversale, che non tiene conto della lontananza di questo territorio dagli altri nosocomi della Provincia.

Tutto questo non può che generare l’aumento delle liste di attesa su visite specialistiche ambulatoriali e diagnostiche oltre, all’impossibilità di erogare prestazioni in regime di emergenza come invece avviene in altri nosocomi dell’appennino emiliano (Castelnovo Monti, Pavullo, Porretta T.), essendo dotati di Pronto Soccorsi diversamente rispetto a Borgotaro classificato solo come PPI (Punto di Primo Intervento). Sempre più spesso i cittadini, perlopiù anziani, sono costretti a recarsi in città, con centinaia di chilometri da percorrere, per le visite più basilari creando un grave disagio ai malati.

La situazione non migliora sul fronte dei trasporti, con la linea ferroviaria Pontremolese sempre in crisi, fondamentale per le centinaia e centinaia di pendolari lavoratori e studenti che devono raggiungono la città ogni giorno.

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Ritardi, disagi e cancellazioni dei treni sono all’ordine del giorno per questa linea, da sempre oggetto di promesse elettorali e raddoppio dei binari che rimangono soltanto sulla carta. Con la stazione di Borgotaro, privata non solo della biglietteria, ma anche dei servizi igienici e di un ascensore che permetta ai disabili di salire sul treno, con un sottopassaggio che si allaga ad ogni pioggia da anni e anni.

Pendolari stufi, che ad aprile prossimo, come ogni anno, dovranno anche subire oltre due mesi di lavori straordinari sulla linea con un servizio sostitutivo di bus, spesso insufficiente a garantire gli spostamenti e le esigenze dei lavoratori.

C’è poi un argomento poco trattato nei consessi pubblici attinenti la nostra collina e l nostra montagna, che ha come vecchio tema la tenuta del nostro sistema idrico e fognario, che assomiglia sempre più ad un “colabrodo”.

Altro  problematica riguarda la Scuola, presidio fondamentale per attrarre nuovi giovani e contrastare la spopolamento. Purtroppo i continui tagli del governo centrale portano alla chiusura di plessi scolastici nei comuni minori, con disagi enormi per bambini e studenti.

A seguito della proposta del governo di riduzione delle direzioni scolastiche, dal prossimo anno è a rischio anche la stessa direzione dell’istituto comprensivo di Bedonia, vittima di continui tagli trasversali decisi dall’alto che non tengono conto delle distanze del territorio.

Insomma vivere in montagna, è sempre più dura.

Parma, 5 marzo 2025

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Fabio Piccinini

Coordinatore Uil Emilia Romagna sede di Parma

 





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