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Il food tech, cioè la tecnologia applicata al settore alimentare, rappresenta uno degli ambiti più dinamici e innovativi del settore tecnologico. In Italia questo mercato è in evoluzione: nonostante un calo del 38% negli investimenti nel 2024 rispetto all’anno precedente, il numero delle startup è in crescita.
Ma vediamo meglio cosa intendiamo con questo termine e come si articola il fenomeno.
Cos’è il food tech e perché è radicato nella storia
Come detto, il termine “food tech” si riferisce all’applicazione di tecnologie digitali e scientifiche nel settore alimentare.
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In realtà il cibo è sempre stato oggetto di cambiamento ed evoluzione: dalle tecniche antiche di conservazione alle moderne innovazioni, la tecnologia alimentare ha trasformato radicalmente il nostro rapporto con il cibo.
Per esempio le civiltà antiche, come gli Egizi, utilizzavano metodi come l’essiccazione e la fermentazione per preservare gli alimenti.
L’invenzione dell’inscatolamento durante la Rivoluzione Industriale ha rivoluzionato la conservazione e il commercio globale, mentre tecniche di refrigerazione e pastorizzazione hanno migliorato la sicurezza alimentare.
Nel XX secolo, la biotecnologia ha introdotto colture geneticamente modificate, aumentando la produzione alimentare.
L’era digitale ha portato l’agricoltura di precisione e la stampa 3D alimentare, permettendo una produzione più efficiente e personalizzata.
L’intelligenza artificiale ora ottimizza la logistica e riduce gli sprechi.
Aree del food tech
Il food tech comprende diverse aree, ognuna con specifiche innovazioni.
Nell’agricoltura, tecnologie come le colture aeroponiche e l’uso di droni stanno rivoluzionando la produzione agricola.
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Nel settore della trasformazione, l’automazione e la biotecnologia stanno ottimizzando la produzione di alimenti.
In termini di distribuzione, la logistica intelligente e le piattaforme digitali stanno migliorando l’efficienza della catena di approvvigionamento.
Inoltre, il food tech tocca anche il campo della nutrizione personalizzata, adattando i prodotti alimentari alle esigenze individuali dei consumatori
Perché il food tech è importante
La sua importanza risiede nella capacità di rispondere a sfide globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale. Attraverso nuove tecnologie, il food tech punta a rendere la produzione alimentare più efficiente ed ecosostenibile.
Come sta cambiando il business del cibo
Il business del cibo sta vivendo una trasformazione epocale grazie all’innovazione tecnologica, all’evoluzione delle abitudini dei consumatori e all’attenzione crescente verso la sostenibilità.
La digitalizzazione sta rivoluzionando l’intera filiera alimentare, dall’agricoltura di precisione che utilizza sensori e droni, alla consegna a domicilio tramite piattaforme di delivery sempre più efficienti.
Allo stesso tempo, i consumatori sono sempre più consapevoli delle loro scelte alimentari, privilegiando prodotti locali, biologici e con un basso impatto ambientale. Questa trasformazione è guidata non solo dalle startup food tech, ma anche dai grandi player del settore che stanno investendo in soluzioni innovative per rimanere competitivi e rispondere alle nuove esigenze di mercato.
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Il panorama del food-tech in Italia
Nel 2024, gli investimenti nel food tech in Italia sono calati del 52%, passando dai 238 milioni di euro del 2023 a 115 milioni. Questo ritorno ai livelli inferiori al 2022, quando gli investimenti erano di circa 155 milioni, è parte di una tendenza globale che ha visto una riduzione del 47% degli investimenti nell’agrifood-tech tra il 2022 e 2023, stabilizzandosi intorno a 14 miliardi di dollari nel 2024.
Lo riporta lo studio dell’Osservatorio Investimenti Foodtech pubblicato dalla società di consulenza TheFoodCons.
Sebbene ci sia una contrazione, l’Agritech ha visto un aumento del 282%, arrivando a 51,27 milioni di euro e rappresentando il 42,6% degli investimenti totali. Anche il Digital Food ha beneficiato di una crescita del 155%, con investimenti che raggiungono gli 11,29 milioni di euro. Tuttavia, il settore restauran-tech ha subito un calo del 78%, scendendo a 7,66 milioni.
Il Nord Italia, in particolare la Lombardia, gioca un ruolo chiave, con il 69% degli investimenti per un totale di 76,243 milioni di euro. La Puglia emerge come leader al Sud con 4,47 milioni di euro.
Esempi di startup food tech in Europa
In Europa ci sono diversi esempi di startup del food tech.
Per citarne qualcuna, si può fare riferimento a quelle premiate a novembre 2024 da Barilla, in collaborazione con Plug and Play. Le startup selezionate sono:
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1. Voxpopme (Regno Unito): Utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i feedback dei consumatori, migliorando la comprensione delle loro opinioni per creare prodotti più vicini alle aspettative del mercato.
2. Phynova (Regno Unito): Sviluppa ingredienti naturali per il benessere, come il gelso bianco per il controllo della glicemia, offrendo soluzioni salutari che mirano alla prevenzione attraverso l’alimentazione.
3. Ecop (Austria): Ha ideato una tecnologia avanzata per pompe di calore rotanti ad alta temperatura, ottimizzando il riscaldamento nei processi produttivi e riducendo i consumi energetici e l’impatto ambientale.
4. Manual.to (Belgio): Fornisce una piattaforma per la creazione e condivisione di istruzioni visive, facilitando la formazione aziendale e garantendo qualità e sicurezza nei processi produttivi.
Esempi di startup food tech in Italia
In Italia, alcune delle startup food tech più promettenti stanno già avendo un impatto significativo nel settore.
Per fare qualche esempio, si può far riferimento a quelle premiate durante la prima edizione dell’Acceleratore FoodSeed, lanciato a marzo 2023. Ecco cosa fanno.
1. Foreverland: Offre un cioccolato senza cacao utilizzando la carruba, riducendo le emissioni di CO2 e il consumo d’acqua, proponendo un prodotto sostenibile e salutare.
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2. Regrowth: Fornisce strumenti per il monitoraggio da remoto degli allevamenti, migliorando la gestione e riducendo le perdite animali.
3. Soonapse: Ha sviluppato un sistema che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’irrigazione nell’agricoltura, ottimizzando l’uso delle risorse idriche.
4. Agreen Biosolutions: Propone un olio ozonizzato per ridurre l’uso di pesticidi chimici, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile.
5. Trusty: Offre tracciabilità dei prodotti alimentari attraverso una piattaforma basata su blockchain, garantendo trasparenza lungo tutta la filiera.
6. AgreeNET: Introduce un materiale innovativo per l’imballaggio alimentare che estende la shelf life dei prodotti, riducendo lo spreco alimentare.
7. Hypersound: Utilizza onde sonore per migliorare i processi di fermentazione, incrementando la produzione microbica e riducendo i costi.
FoodSeed continua a raccogliere interesse internazionale, riflettendo il potenziale di innovazione del food tech italiano.
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Le sfide affrontate dalle startup food tech
Nonostante le numerose opportunità, le startup food tech devono affrontare significative sfide. Tra queste, la regolamentazione e la certificazione dei prodotti innovativi.
Per esempio ci sono startup del food tech che si stanno dedicando alla carne coltivata. Non è ancora in vendita nel mondo (tranne che a Singapore), ma i ricercatori sono al lavoro per lo sviluppo di questo alimento ricavato da cellule animali coltivate in laboratorio.
Inoltre, la necessità di ingenti investimenti per la ricerca e lo sviluppo può essere un deterrente per molte giovani aziende.
Bisogna infine convincere i consumatori ad adottare nuovi prodotti e metodi di produzione che talvolta possono sembrare inusuali o poco familiari.
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