Cantieri sicuri e lavoro stabile: i necessari investimenti per il futuro del settore

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Il comparto delle costruzioni in Umbria offre un quadro articolato e complesso. Sebbene i dati mostrino segnali di ripresa in termini occupazionali, restano criticità strutturali che richiedono interventi di ampio respiro e una pianificazione coordinata.

Stando ai dati delle Casse Edili, attualmente nella regione sono impegnati circa 18.000 lavoratori nel settore, tuttavia, il recente report della Camera di Commercio dell’Umbria evidenzia dinamiche che meritano attenzione.

Nel terzo trimestre del 2024, il numero degli addetti nel settore delle costruzioni è aumentato del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, dimostrando una crescita occupazionale significativa. Questo progresso, però, si accompagna a una diffusa instabilità contrattuale: la predominanza di contratti a termine accentua l’incertezza in un settore ciclico e fortemente influenzato dalle scelte politiche. Emblematico in tal senso è il caso rappresentato dal Superbonus, la cui conclusione rischia di penalizzare fortemente le imprese meno strutturate, mettendone a rischio la sostenibilità.

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Per quanto riguarda le imprese, il 2024 ha visto l’iscrizione di 106 nuove aziende nel settore nel solo terzo trimestre, con un incremento complessivo del 9,1% nei primi nove mesi dell’anno. Tuttavia, l’analisi rileva una diminuzione dell’11% nelle iscrizioni di imprese giovanili rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato evidenzia le difficoltà dei giovani imprenditori nel fare ingresso in un mercato che richiede competenze sempre più qualificate e un forte orientamento all’innovazione, elementi essenziali per garantire il necessario ricambio generazionale.

In questo contesto, emerge un elemento cruciale: quasi la metà della forza lavoro in edilizia è costituita da immigrati. Ciò solleva interrogativi sulle loro condizioni contrattuali e di vita, accentuando la necessità di vigilare sulla legalità e sulla sicurezza nei cantieri. La pressione per rispettare le scadenze, spesso legata alla necessità di sfruttare incentivi pubblici, rischia infatti di compromettere la qualità delle opere e la regolarità delle pratiche lavorative. È indispensabile un impegno coordinato da parte della politica, delle stazioni appaltanti e degli attori del settore per garantire standard adeguati di sicurezza e dignità lavorativa, prevenendo pericolosi fenomeni di infiltrazione e garantendo il pieno sostegno dell’economia legale.

Per questo riteniamo che sia opportuno riprendere un confronto al Tavolo delle costruzioni, confronto che in questi 5 anni di governo regionale del centro destra è stato ridotto ai minimi termini.

Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato poi dalla difficoltà di reperire personale qualificato, una problematica che rischia di frenare lo sviluppo del settore. Secondo le previsioni per il 2025, oltre la metà delle nuove assunzioni previste sarà difficile da soddisfare, evidenziando un significativo disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e l’offerta formativa disponibile. Questo gap non solo mina la competitività delle aziende, ma rappresenta anche un ostacolo alla stabilità del settore, già esposto a sfide strutturali e congiunturali.

Per affrontare questa criticità, è fondamentale attuare politiche mirate alla qualificazione professionale, rafforzando i percorsi di formazione tecnica e incentivando l’ingresso di giovani e professionisti altamente specializzati. Sebbene il settore delle costruzioni in Umbria rivesta un ruolo strategico per la crescita occupazionale, è indispensabile riconoscere e affrontare le sfide che lo minacciano, affinché le sue fondamenta restino siano solide e durature. Per questo la riduzione della precarietà, l’investimento in sicurezza e legalità nei cantieri, nonché il superamento del divario di competenze, rappresentano priorità irrinunciabili su cui tutti gli attori coinvolti devono garantire impegno e lungimiranza perché non c’è futuro se non si scuote il presente.

Elisabetta Masciarri, segretaria generale Fillea Cgil Umbria

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