il lungo ponte di primavera tra borghi e paesaggi rurali

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Il turismo slow conquista sempre più italiani, a dare la nuova rotta sono soprattutto i Millennial. Il turismo lento sta diventando una vera e propria filosofia di viaggio, rispondendo al bisogno di rallentare e vivere il proprio tempo libero in modo autentico.

A dirlo sono i risultati di un sondaggio condotto da YouGov, istituto di ricerca di Londra, per Airbnb : 11,8 milioni di connazionali preferiscono viaggi lenti e immersivi, alla ricerca di esperienze significative con i luoghi visitati. Un italiano su 4 sceglie lo slow tourism, 1 su 2 opta per destinazioni rurali, 1 su 2 (49%) si sente sopraffatto dal tentativo di visitare troppe attrazioni in poco tempo, percentuale che cresce arrivando al 52%, tra gli Young Millennial (25-34 anni). Questa generazione desidera bilanciare l’entusiasmo per la scoperta con momenti di relax e connessione vera con i territori. 

Ponti primaverili lontano dalle città

Il maxi-ponte di Pasqua e del Primo Maggio, che nel 2025 permette prendere fino a 13 giorni di pausa, diventa così l’opportunità per riscoprire borghi e paesaggi meno battuti. Il 58% di chi ha cercato soggiorni sulla piattaforma Airbnb per questo periodo ha scelto mete rurali, pianificando vacanze di almeno una settimana. Le prenotazioni in aree extraurbane, lontano dalla frenesia delle città, raggiungono il 47%. A guidare il cambiamento sono ancora i Millennial: il 27% delle ricerche per soggiorni di 13 giorni proviene dalla fascia 30-39 anni.

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Un tempo di qualità da riportare a casa

Il desiderio di rallentare non è solo una tendenza passeggera, ma risponde a un bisogno sempre più diffuso. Il 79% dei viaggiatori ricerca esperienze autentiche e locali, una percentuale che sale all’83% tra chi ha famiglia. Trascorrere tempo di qualità con amici e parenti è una priorità per il 77%, mentre il 76% vede il turismo lento come un antidoto allo stress quotidiano. “Il viaggio come momento di crescita, come occasione per creare nuove abitudini che ci fanno stare bene – afferma Francesca Di Pietro, psicologa del turismo e coach -. Molti viaggiatori trovano nel turismo slow un’opportunità per disconnettersi dalla tecnologia, riconnettersi con la natura, mangiare meglio e sperimentare nuove routine che poi portano nella vita di tutti i giorni”.

Le mete più gettonate

L’Italia si conferma tra le mete più amate per questo tipo di esperienza. Il turismo slow non solo offre soggiorni per tutte le tasche, ma crea anche un impatto positivo sulle comunità locali, dando nuova linfa a territori spesso dimenticati.

Secondo i dati di YouGov le destinazioni più apprezzate restano Toscana, Sicilia e Sardegna. Federica Zammarchi, host di Airbnb in Val d’Orcia, racconta di come il turismo slow abbia trasformato la sua regione: “Ospitare i viaggiatori nei borghi significa ridare vita a luoghi che altrimenti si spopolerebbero. Molti americani e asiatici si innamorano del panorama dolce, dei vigneti sconfinati, dei borghi della Toscana da cartolina, dei percorsi della Via Francigena, e tornano. Amano questi soggiorni in mezzo al nulla, ma che sono immersi in zone che offrono tantissimo culturalmente e paesaggisticamente”. In queste tre regioni, non a casosi trova inoltre il maggior numero di alloggi in aree rurali su Airbnb. Immaginate una splendida casa in pietra nel centro storico di Scicli, una stupenda villa a Torre delle Stelle che affaccia su alcune delle più belle spiagge della Sardegna. Ma anche una grande villa con piscina nella campagna emiliana, una residenza di campagna nel cuore del Roero.

Soggiorni senza fretta

Il modello di viaggio mordi e fuggi sta dunque lasciando spazio a soggiorni più lunghi, con una media di 5 giorni di permanenza, preferiti da 2 italiani su 3.  Se il 74% vede  nello slow tourism un modo per connettersi profondamente con il territorio, il 45% apprezza la possibilità di esplorare luoghi meno affollati e destinazioni poco battute. “L’ampia selezione – conferma la portavoce di Airbnb -, per tutti i gusti e per tutte le tasche, è un punto di forza insieme alla fiducia. Dal 2007 a oggi, stiamo parlando di 5 milioni di host in tutto il mondo, e 1 su 5 è un superhost, contraddistinto da servizi e recensioni d’eccellenza. A dimostrazione di una qualità che continua a crescere, nel 2024 sono stati rimossi a livello globale oltre 400mila annunci di livello ritenuto insufficiente e recentemente abbiamo rilasciato il primo Global Quality Report. Amati dagli ospiti è una collezione di oltre due milioni di alloggi apprezzati dalle recensioni e impeccabili dal punto di vista di pulizia, comunicazione con l’host, posizione e rapporto qualità prezzo. Contiamo 8 milioni di annunci globali attivi e abbiamo superato i due miliardi di ospiti. L’Italia è presente dal 2000 su Airbnb e la sua comunità di superhost è cresciuta l’anno scorso del 15%”.



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