Sostenibilità: la doppia partita degli asset manager nell’epoca dell’elettrificazione low-carbon

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La crescente opposizione politica agli investimenti sostenibili, in particolare negli Stati Uniti, ha creato un panorama complesso per il settore del risparmio gestito. La risposta degli asset manager alle pressioni politiche sta assumendo la forma di un gioco a due livelli, in cui i gestori si ritirano pubblicamente dagli obiettivi espliciti di transizione mentre, allo stesso tempo, mantengono, e in alcuni casi rafforzano, l’integrazione dei rischi climatici nei processi di investimento per soddisfare le richieste degli investitori istituzionali.

Diversi asset manager hanno recentemente ridimensionato i propri obiettivi climatici, in risposta alle pressioni politiche e legali, in particolare da parte degli stati americani a guida repubblicana, che minacciano o hanno già intrapreso azioni legali contro gli asset manager percepiti come favorevoli agli investimenti sostenibili. La crescente opposizione da parte delle forze politiche di destra, esemplificata dalle politiche climatiche di Donald Trump e dalle azioni legali di ExxonMobil contro gli azionisti attivisti, ha avuto un effetto dissuasivo sugli impegni climatici espliciti.

Le preoccupazioni legate al costo della vita hanno ulteriormente alimentato la narrazione secondo cui le politiche verdi impongono oneri finanziari eccessivi ai consumatori, spingendo le aziende a ridurre l’enfasi sugli impegni climatici nei discorsi pubblici. La recente sospensione delle attività pubbliche dell’iniziativa Net Zero Asset Managers, a seguito del ritiro di importanti asset managers statunitensi per motivi legali, è un ulteriore esempio indicativo di questo cambiamento nell’approccio comunicativo.

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Nonostante la retorica pubblica sia cambiata, alcuni grandi investitori istituzionali europei, come per esempio PKA, fondo pensione danese di 13 categorie professionali con masse in gestione per circa sessanta miliardi di euro, nelle ultime settimane hanno rilasciato dichiarazioni in merito al fatto che la loro selezione dei gestori delegati continuerà a richiedere un’adeguata integrazione dei rischi climatici nei processi d’investimento, in ragione della loro rilevanza finanziaria e del dovere fiduciario nei confronti degli interessi finanziari dei propri clienti. Nella realtà operativa, gli asset manager sono condizionati dalle dinamiche effettive di mercato, soprattutto le richieste dei clienti, più che da quelle politiche.

Mentre la dinamica politica ha innescato una ricalibrazione del posizionamento pubblico del settore del risparmio gestito in merito al tema della transizione energetica, l’International Energy Agency (IEA) nel recente report “Electricity 2025”, pubblicato a febbraio, caratterizza l’epoca che stiamo vivendo come l’epoca dell’elettricità. Il successo della transizione è strettamente legato al processo di elettrificazione dei consumi e alla contestuale decarbonizzazione delle fonti di generazione elettrica. L’IEA ha evidenziato come il consumo globale di elettricità sia destinato ad aumentare al ritmo più rapido degli ultimi anni nel periodo di previsione2025-2027, spinto dalla crescita della produzione industriale, dall’aumento dell’uso dell’aria condizionata, dall’accelerazione dell’elettrificazione e dall’espansione dei data center a livello globale. Nel corso del 2024, la domanda globale di elettricità è aumentata del 4,3% e si prevede che continuerà a crescere a un ritmo vicino al 4% fino al 2027. Si stima che nei prossimi tre anni il consumo di elettricità aumenterà di 3.500 TWh, valore record in un orizzonte temporale così breve, equivalente a più del consumo totale annuo del Giappone.

Mentre nei Paesi avanzati la domanda di elettricità è rimasta relativamente stabile nel 2024 rispetto al 2021, questa è prevista contribuire per il 15% alla crescita della domanda globale nei prossimi anni, guidata dalla crescente diffusione di veicoli elettrici, condizionatori d’aria, pompe di calore e data center. Questo segna un’inversione di tendenza per i paesi avanzati rispetto agli ultimi 15 anni, durante i quali i guadagni in efficienza e la riconfigurazione degli assetti industriali hanno mantenuto relativamente stabile la domanda di elettricità, nonostante la crescita economica.

Opportunità di investimento nel futuro dell’elettricità

Secondo l’IEA, la produzione di energia da fonti rinnovabili e nucleari dovrebbe soddisfare tutta la nuova domanda elettrica globale nei prossimi tre anni. Le energie rinnovabili, guidate da fotovoltaico, eolico e idroelettrico, copriranno circa il 95% della domanda addizionale di elettricità nel periodo di previsione. Nel 2025, si prevede che le rinnovabili forniranno oltre un terzo della produzione elettrica globale, superando per la prima volta il carbone. Il solare fotovoltaico, in particolare, è destinato a diventare un elemento chiave dei sistemi elettrici, rappresentando circa la metà della crescita della domanda globale di elettricità entro il 2027, rispetto al 40% nel 2024.

La maggiore penetrazione delle rinnovabili nei mix energetici ha permesso di innescare una riduzione dell’intensità carbonica della generazione elettrica a livello globale, la quale sta infatti seguendo una tendenza fortemente decrescente, con una riduzione record del 3% nel 2024 rispetto all’1% nel 2023. Entro il 2027, l’intensità delle emissioni è prevista in calo significativo in tutte le principali regioni economiche. Nel periodo di previsione 2025-2027, l’intensità globale di CO2 è destinata a diminuire in media del 3,6% all’anno, passando da 445 g CO2/kWh nel 2024 a 400 g CO2/kWh nel 2027.

Ciononostante, le emissioni globali di CO2 derivanti dalla produzione di energia elettrica sono aumentate dell’1% nel 2024, un incremento più contenuto rispetto all’aumento dell’1,4% registrato nel 2023. Nel periodo di previsione 2025-2027, le emissioni globali di CO? del settore elettrico dovrebbero mantenersi pressoché stabili (-0,1%), nonostante una crescita annua della domanda di elettricità stimata intorno al 3,9%. Questo equilibrio sarà reso possibile dall’espansione significativa delle fonti di energia pulita, che compenseranno l’aumento della domanda, contribuendo a limitare l’impatto climatico complessivo del settore. Nonostante le attuali pressioni politiche ed il ridimensionamento degli impegni presi, a guidare l’effettivo posizionamento del settore del risparmio gestito in merito all’integrazione dei fattori di sostenibilità, in primis i rischi climatici, saranno principalmente le richieste degli asset owners, che in Europa hanno masse nell’ordine di EUR 32 000 miliardi, così come le tendenze strutturali legate alla transizione energetica e all’elettrificazione dei consumi, da cui emergeranno crescenti opportunità di investimento.



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