Cremona Sera – “A Cremona non si respira”: lo striscione esposto venerdì in via Milano anticipa i dati di Legambiente Lombardia, che vedono ancora Cremona tra le province con la peggiore qualità dell’aria

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Cremona resta sullo scomodissimo podio delle città con la peggiore qualità dell’aria in Lombardia. Non ci stupisce più, purtroppo, ma la realtà dei primi mesi del 2025 ha consegnato ancora una volta alla nostra città e alla nostra provincia il triste primato di avere l’aria più inquinata: “In un inverno che fortunatamente ha fatto registrare pochi giorni di emergenza smog, Cremona, Milano e Lodi sono stati i capoluoghi più inquinati- si legge nel report di Legambiente Lombardia – Anche quest’anno, i territori più colpiti da livelli elevati di polveri sono stati, oltre a Milano, i capoluoghi della Bassa Pianura, ed in particolare Cremona e Lodi”.

I grafici dimostrano come Cremona, al pari di Brescia e Lodi, abbia avuto, solo tra gennaio e febbraio, ben 16 giorni di superamento della soglia critica di PM10, preceduta da Soresina (che comunque è sempre in provincia di Cremona) e Codogno con 19 giorni mentre al primo posto troviamo Milano con 21 giornate oltre il limite. Non meglio per quanto riguarda la concentrazione di PM10, dove al primo posto abbiamo ancora la cremonese Soresina, seguita da Codogno e Cremona. 

“Il mese di febbraio ha chiuso una stagione invernale caratterizzata da frequenti perturbazioni, risparmiando alla Pianura Padana lunghe fasi di alta pressione nelle quali l’inversione termica, ovvero l’accumulo di aria fredda, ‘prigioniera’ degli strati piu bassi dell’atmosfera, trasforma l’aria che respiriamo in una micidiale trappola piena di inquinanti. L’inverno appena trascorso e stato dunque, sotto il profilo della qualita dell’aria, uno dei meno peggiori di sempre. Soprattutto l’Est della regione ha beneficiato di correnti orientali che hanno alleviato la cappa di polveri.

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Meno peggio pero non significa che tutto sia andato liscio: negli unici due episodi di alta pressione, fortunatamente abbastanza brevi, verificatisi tra gennaio e febbraio, si sono comunque raggiunti livelli micidiali di concentrazioni di polveri sottili. Ed in ogni caso le concentrazioni medie misurate nel bimestre sono risultate lontanissime dalle soglie raccomandate per la tutela della salute, fino a tre volte piu alte dei livelli raccomandati dall’OMS, e molto peggio per le polveri ultrafini (PM2.5), piu nocive per la salute respiratoria e cardiovascolare”.

Anche quest’anno, i territori più colpiti da livelli elevati di polveri sono stati, oltre a Milano, i capoluoghi della Bassa Pianura, ed in particolare Cremona e Lodi. Osserviamo nuovamente come l’aria peggiore non e detto si respiri nelle citta, anzi. Tra i piccoli e medi centri agricoli in cui sono presenti le stazioni di misura di ARPA Lombardia, localita come ViadanaBertonicoCrema hanno fatto registrare concentrazioni medie allineate a quelle dei relativi capoluoghi provinciali, mentre nelle zone a piu alta concentrazione di allevamenti intensivi, come a Codogno e a Soresina, si e andati perfino oltre.

Oltre alla conformazione del territorio, i fattori che maggiormente incidono sulla pessima qualità dell’aria sono da imputare, secondo Legmabiente, in parte al traffico veicolare e in parte alla concentrazione di allevamenti intensivi

“Il numero eccessivo di animali allevati nella Pianura lombarda e la conseguente produzione di decine di milioni di tonnellate di liquami, sono fattori chiaramente correlabili al cattivo stato di qualita dell’aria nella nostra regione,” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Nessuno sottovaluta il contributo della zootecnia alla bilancia agroalimentare lombarda, ma e arrivato il momento di chiederci se sia sostenibile concentrare milioni di capi in poche migliaia di Kmq, tra cui oltre la meta dei suini e un terzo di tutti i bovini da latte allevati in Italia. Ripensare le filiere dell’allevamento in Lombardia e una necessita, per la salute degli animali ma anche per la nostra”.

Il discorso e leggermente diverso per i picchi di inquinamento, riguardo i quali Milano resta in testa alla classifica con oltre un giorno su tre di polveri oltre ogni limite. Sugli episodi acuti il contributo del traffico veicolare e infatti piu significativo, e le grandi citta, Milano prima fra tutte, dimostrano di soffrire ancora di livelli di congestione da traffico eccessivi.

Il risultato è quello che è stato scritto a grandi lettere bianche sullo striscione blu di via Milano: “A Cremona non si respira“. 

“Ci chiediamo cos’altro occorra affinche le citta lombarde si decidano a fare fronte comune con il governo nazionale e regionale per meglio governare la mobilita urbana a suon di investimenti nel trasporto collettivo, indispensabile per ridurre l’impatto del traffico pendolare, commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “In regione, nonostante la pessima qualita dell’aria e i relativi impatti sulla sanita, continuiamo a vedere campi e boschi distrutti per fare spazio a nuove autostrade neanche fossimo negli anni Sessanta, mentre le citta assistono inermi all’assedio del traffico motorizzato senza attivare misure credibili ed efficaci, a partire da una indispensabile revisione delle politiche della sosta su suolo pubblico.”





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