Domenica 2 marzo 2025, i leader europei si sono riuniti a Londra per discutere di piani congiunti per la difesa e la sicurezza del Vecchio Continente. Tale vertice anticipa di quattro giorni il Consiglio europeo straordinario sull’Ucraina. Questi due appuntamenti sono importanti per rispondere alla svolta transazionale di Washington sul conflitto russo-ucraino.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha segnato un brusco cambiamento per quanto riguarda i dossier di sicurezza internazionale. La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco del 14-16 febbraio ha palesato le profonde divergenze tra USA ed Unione Europea sul conflitto russo-ucraino. Il vicepresidente, James D. Vance, ha annunciato di escludere l’UE e l’Ucraina dai colloqui di pace a Riyad con Mosca. In risposta a ciò, il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha convocato un vertice europeo d’emergenza a Parigi, durante il quale le divisioni tra le cancellerie europee sono venute alla luce. Da un lato, Francia e Regno Unito sono disposti a dispiegare trentamila uomini come “forze di stabilizzazione”, destinate a prevenire futuri attacchi russi contro infrastrutture ucraine nel caso di un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Tale sforzo si allinea anche con le posizioni muscolari adottate da Polonia, Danimarca, dalla Presidenza per la Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il Segretario generale NATO, Mark Rutte. Dall’altro lato, Italia, Spagna e Germania hanno tenuto un atteggiamento cauto, sottolineando che sia ancora troppo presto trattare questa opzione poiché la guerra non è ancora finita.
Inoltre, il burrascoso incontro a Washington tra Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, ha generato un’onda di solidarietà nei confronti del leader ucraino. Sui social, le cancellerie europee, ad eccezione di quella ungherese, hanno elogiato il leader ucraino per il suo coraggio e la dignità dimostrata ricordando che l’Ucraina “non è sola”. Questo è solamente l’ultimo segnale di una rottura tra USA ed UE. I primi sono interessati a terminare il conflitto in Ucraina a qualsiasi costo per concentrarsi sul contenimento della Cina, specialmente sulla questione delle terre rare, tema cruciale per lo sviluppo tecnologico. I secondi stanno cercando di formulare una posizione comune per garantire la sicurezza dell’Ucraina in ottica di contenimento della Russia temendo che, in futuro, Mosca possa invadere un Paese centrorientale dell’UE o riattaccare Kyiv. Per questo motivo, il Primo Ministro (PM) britannico, Keir Starmer, ha convocato un vertice a Londra per affrontare il tema della sicurezza europea e dell’Ucraina.
I contenuti del vertice di Londra
Il vertice, che ha riunito sedici Paesi e convocato Von der Leyen e Rutte, è stato preceduto da due incontri bilaterali significativi. Il primo, avvenuto nel tardo pomeriggio del 1° marzo, ha visto l’incontro tra Starmer e Zelensky a Downing Street. L’incontro, svoltosi in un clima cordiale, ha confermato la “determinazione incrollabile” di Londra nel sostegno a Kyiv. Tale supporto è accompagnato da un prestito di 2,2 miliardi di sterline provenienti dagli asset congelati russi. Il secondo bilaterale ha riguardato il PM con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tale incontro è particolarmente rilevante poiché il governo italiano è stato l’unico in Europa occidentale ad adottare una posizione neutrale rispetto all’incontro tra Trump e Zelensky, sottolineando l’importanza di mantenere l’unità per contrastare “chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. Questa posizione sottolinea la volontà di Palazzo Chigi di occupare uno spazio intermedio tra Bruxelles e Washington, ipotizzando probabilmente un tavolo comune sotto l’ombrello della Nato, “la cornice migliore” per fornire a Kyiv le garanzie di sicurezza. Anche questo incontro è risultato positivo e costruttivo, sottolineando come la cooperazione anglo-italiana sia vitale in questo momento di forte insicurezza in Europa.
Per quanto riguarda il vertice nello specifico, invece, Starmer ha aperto la conferenza stampa ribadendo come i Paesi riuniti formuleranno un piano di pace seguito dall’annuncio di un secondo aiuto, oltre a quello descritto addietro, di ulteriori 1,6 miliardi di sterline provenienti dalle esportazioni finanziarie britanniche. Questo supplemento di denaro verrà utilizzato per l’acquisto da parte di Kyiv di oltre cinquemila missili di difesa aerea, che saranno prodotti a Belfast allo scopo di tutelare le infrastrutture ucraine. Starmer ha, inoltre, condiviso quattro punti su cui i leader europei si sono trovati d’accordo. Innanzitutto, le Parti vogliono mantenere il flusso di aiuti militari in Ucraina mentre la guerra è in corso e aumentare la pressione economica sulla Russia. In secondo luogo, le cancellerie europee sono d’accordo sul fatto che qualsiasi pace duratura deve garantire la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, che deve essere presente al tavolo dei colloqui di pace. Successivamente, in caso di accordo di pace, i leader europei mireranno a scoraggiare qualsiasi futura invasione della Russia in Ucraina. Infine, viene definita una “coalizione dei volenterosi” per difendere l’Ucraina e garantire la pace nel Paese.
Le reazioni sono state molteplici ma positive. Il Segretario Generale della NATO ha riassunto l’incontro in tre punti: supporto all’Ucraina, ricerca della pace ed aumento delle spese in difesa. Il PM canadese, Justin Trudeau, ha commentato di contemplare “qualsiasi opzione” per quanto riguarda il dispiego di peacekeeper in Ucraina. Il PM polacco, Donald Tusk, ha affermato che “l’Europa si è svegliata”, evidenziando al contempo la necessità che “Unione Europea e Stati Uniti parlino con una voce sola cercando una discussione continua e onesta”. Von der Leyen ha annunciato per questo giovedì un piano di riarmo per l’UE rendendo Kyiv un “porcospino d’acciaio”. Più tiepida è stata la posizione di Meloni, la quale vuole cercare di prevenire scenari dannosi, facendo di tutto per tenere unito l’Occidente. Per ultimo, Zelensky è rimasto soddisfatto dal vertice, descrivendolo come un alto momento di unità europea.
Verso il Consiglio Europeo di Bruxelles del 6 marzo
Il vertice è come un anticipo del Consiglio Europeo straordinario convocato dal suo Presidente, António Costa, per discutere di Ucraina: questo come reazione ai recenti incontri ad alto livello tra funzionari russi e statunitensi, senza coinvolgere Bruxelles e Kyiv. La spinta europea di supporto verso l’Ucraina si conferma un percorso complesso che prevede geometrie multilaterali fino ad oggi inesplorate. Difatti, la formula stessa del summit, simile al vertice di Parigi del mese scorso, ha escluso Paesi che al momento sono fortemente impegnati nella spesa di difesa, come le Repubbliche Baltiche, causando il loro malcontento.
La sfida riguarda la possibilità di sviluppare una “difesa europea” e affermarsi come un attore più autonomo, capace di garantire la sicurezza dell’Ucraina. A tal proposito, Alexandr Burilkov e Guntram B. Wolff, ricercatori presso il think tank Bruegel, hanno stimato che gli europei, per contrastare una possibile aggressione russa senza il supporto statunitense, dovrebbero incrementare le forze terrestri di circa 300 mila unità, con un aumento della spesa per la difesa di almeno 250 miliardi di euro all’anno nel breve termine. Tali costi richiedono necessariamente un passo in avanti politico, economico ed istituzionale, a cui oggi gli Stati Membri non sono pronti ma divisi.
Infine, Starmer ha ribadito, durante il vertice, che il sostegno statunitense è necessario, negando l’idea che Trump sia un “alleato inaffidabile”. Tale postura ha come scopo quello di non recidere la storica alleanza nordatlantica e l’amicizia tra i due Paesi. Al contempo, l’impegno del PM britannico e dei partecipanti al summit vuole impedire che l’Europa sia il vaso di coccio dello scacchiere mondiale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link