Istat: Pil +0,7%, deficit al 3,4% nel 2024. Il ministro Giorgetti: «Soddisfatti, finanze pubbliche meglio del previsto»

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Giancarlo Giorgetti Ministro dell’Economia e delle Finanze.

L’Istat ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil per il 2024, con miglioramenti anche per deficit e debito. Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,7%. Dal lato della domanda interna nel 2024 si registra, in termini di volume, un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,4%.

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La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per +0,5 e +0,4 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,1% nell’industria in senso stretto. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023. Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a +0,4% (-3,6% nel 2023).

Il ministro Giancarlo Giorgetti

«I dati Istat confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto». Lo dichiara il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. «L’avanzo primario certificato dall’Istat – prosegue – è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre. Naturalmente tutto questo è confortante ed è ragione di soddisfazione. Ma non possiamo fermarci – conclude – ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa».

Pil e le sue componenti

Nel 2024 l’insieme delle risorse disponibili è aumentato in volume dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Dal lato degli impieghi i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,6%, gli investimenti fissi lordi dello 0,5% e le esportazioni di beni e servizi dello 0,4%. La crescita del Pil è stata accompagnata da un decremento delle importazioni di beni e servizi dello 0,7%. Il contributo alla variazione del Pil della domanda nazionale al netto delle scorte è risultato positivo (+0,5 punti percentuali). In particolare hanno fornito un apporto positivo di +0,2 punti la spesa delle famiglie residenti e Isp, di +0,2 punti la spesa delle AP, di +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e oggetti di valore. Il contributo della domanda estera netta è stato di +0,4 punti percentuali; quello della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti percentuali.

Nel 2024 il deflatore del Pil è aumentato del 2,1%, con un incremento dell’1,4% per la spesa delle famiglie residenti e un calo dello 0,2% per gli investimenti fissi lordi. Nel 2024 si è registrato un miglioramento nella ragione di scambio con l’estero, quale risultante di un’invarianza del deflatore delle esportazioni di beni e servizi a fronte di un calo del deflatore delle importazioni (-1,8%).

La domanda interna

Nel 2024 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è cresciuta in volume dello 0,4% (+0,3% nel 2023). Sul territorio economico, la spesa per consumi di servizi è aumentata dello 0,4%, quella per beni dello 0,6%. Gli incrementi più significativi, in volume, si rilevano nelle seguenti funzioni di consumo: spese per trasporti (+3,5%), per informazione e comunicazioni (+3,6%) e per alberghi e ristoranti (+2,0%). Si registrano variazioni particolarmente negative nelle spese per vestiario e calzature (-3,6%) e per servizi sanitari (-3,7%).

La spesa delle amministrazioni pubbliche è cresciuta dell’1,1%, mentre quella delle Istituzioni sociali private (Isp) del 2,1%. Gli investimenti fissi lordi hanno segnato una crescita dello 0,5% (+9,0% nel 2023), con aumenti del 2,0% degli investimenti in costruzioni e del 2,6% in prodotti della proprietà intellettuale. Si sono registrati cali dell’1,8% per i macchinari e attrezzature e del 6,3% per i mezzi di trasporto.

Il commento di Istat

Nel 2024 l’economia italiana ha registrato una crescita del Pil in volume dello 0,7%, pari a quella del 2023. Lo sviluppo è stato stimolato sia da un contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,5%) sia della domanda estera netta (+0,4%), mentre è stato lievemente negativo il contributo della variazione delle scorte (-0,1%). Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite in agricoltura (+2,0%), nei servizi (+0,6%) e, in misura inferiore, nel complesso dell’industria (+0,2%). La crescita dell’attività produttiva è stata accompagnata da una espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra indebitamento delle amministrazioni pubbliche e Pil ha registrato un forte miglioramento rispetto al 2023, attestandosi a -3,4%. Il saldo primario è migliorato, passando da -3,6% a +0,4%. La pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale. La spesa per interessi è aumentata del 9,5%.

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