Qual è il ruolo giusto per i Comuni nelle CER?

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Le comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano una delle sfide più interessanti e promettenti per il futuro dell’energia in Italia. In un contesto in cui la transizione energetica è diventata una priorità globale, il ruolo delle comunità locali e, in particolare, dei comuni, è fondamentale per promuovere e facilitare lo sviluppo delle CER. Questo articolo esplora il ruolo cruciale che i comuni italiani possono svolgere nella promozione, gestione e supporto delle comunità energetiche rinnovabili. Analizziamo i vantaggi, le opportunità e gli evidenti errori che in tanti stanno commettendo.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili: Definizione e Importanza

Le comunità energetiche rinnovabili sono associazioni di cittadini, imprese, enti locali e altre organizzazioni che collaborano per produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili, come il sole, il vento, l’acqua e la biomassa. L’obiettivo principale delle CER è quello di aumentare l’autosufficienza energetica, ridurre l’impatto ambientale e favorire una distribuzione più equa dei benefici economici derivanti dalla produzione di energia.

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In Italia, le CER sono riconosciute e promosse dal Decreto Legislativo 199/2021, che recepisce la direttiva europea RED II (Renewable Energy Directive), poi rese operative dal decreto 414 del 24/01/2024 Questo quadro normativo offre un’opportunità unica per i comuni di diventare protagonisti della transizione energetica, favorendo la creazione e lo sviluppo di comunità energetiche locali.

I PRINCIPALI ERRORI CHE STANNO FACENDO I COMUNI NELLE CER

Attualmente le CER stentano a decollare proprio perché i comuni seguendo scrupolosamente quanto prevede la normativa hanno perso di vista l’obiettivo principale delle CER, ovvero la realizzazione di impianti in grado di condividere l’energia tra tutti i soci.

Quali sono dunque i principali errori che stanno facendo gli enti locali? 

  1. Manie di protagonismo

Tanti comuni sono partiti con progetti ambiziosi cercando di ritagliarsi un ruolo da protagonista. Lo scopo principale in questi casi non è tanto quello di realizzare gli impianti quanto di attirare visibilità e dunque il consenso degli elettori. Se si fosse installato anche solo un pannello per ogni riunione che è stata fatta dai comuni per parlare di CER a quest’ora l’Italia avrebbe talmente tanta energia da illuminare il mondo intero.  Come vedremo più avanti il ruolo degli enti locali è importante ma non deve essere centrale, per usare una metafora calcistica si può dire che i comuni sono perfetti per fare gli assist, non per tirare in porta.

  1. Modelli troppo complessi

L’errore più frequente che è stato fatto finora dai comuni, specie quelli toscani, è di voler dar vita a modelli di CER estremamente complessi. Sono state fondate (e soprattutto se ne è parlato) cooperative, associazioni riconosciute, addirittura fondazioni di partecipazione. Tutti modelli complessi che richiedono alte spese iniziali e alte spese di gestione ordinaria. Questi modelli garantiscono ai comuni una posizione di controllo e visibilità (vedi il punto precedente) ma finiscono con costare talmente tanto da rendere non più conveniente l’intera operazione e dunque allontanare i possibili partecipanti.

  1. Fare il passo più lungo della gamba

Specie nei comuni più piccoli gli uffici tecnici sono ridotti all’osso e in grado a malapena di gestire l’ordinaria amministrazione, figuriamoci studiarsi una normativa così complessa come quella sulle CER e poter gestire una comunità energetica senza mai essersi occupati prima di questioni energetiche. Ad esempio un dirigente comunale con cui siamo in contatto da anni quando eravamo pronti finalmente a dare il via a una CER con tutti i crismi ha preteso di ritardare il processo di mesi per fare un interpello all’Agenzia delle entrate per risolvere un suo dubbio interpretativo. Peccato che il suo dubbio era già stato chiarito proprio da una circolare dell’agenzia delle entrate di oltre un anno prima, cosa che gli abbiamo fatto notare ma che non è servita a scongiurare il blocco del processo di avvio della Cer in attesa della risposta dell’Agenzia delle Entrate. La gestione di una Cer richiede competenza specifica e attenzione costante, non è qualcosa che si può fare mentre contemporaneamente ci si occupa di permessi edilizi, appalti pubblici, manutenzione stradale. 

COSA DOVREBBERO FARE I COMUNI PER FAR DECOLLARE LE CER

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  1. Aderire a una CER esistente e gestita da professionisti

Alla luce di quanto visto sopra il modo migliore per gli enti locali per far decollare le Comunità Energetiche Rinnovabili è di lasciar perdere i progetti ambiziosi fatti finora e aderire a una CER già costituita e gestita da chi sa cosa fare. Evitando il ruolo di protagonista in cambio di quello di facilitatore l’intera macchina comunale può concentrarsi su quello che sa fare meglio, ovvero tentare di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. 

Il primo passo che un comune deve fare se vuole essere efficace è di entrare nella CER inizialmente come semplice consumatore, in questo modo senza nessun investimento può già ricevere un beneficio economico che può essere usato per rimpinguare le casse comunali o magari distribuito ai cittadini in difficoltà. Inoltre un comune che entra in una Cer come consumatore rappresenta un importante esempio, facilmente imitabile da tutti i cittadini, dalle imprese e dalle associazioni.  

  1. Mettere a disposizione i tetti tramite un bando di gara

Spesso i tetti degli edifici pubblici non sono utilizzabili per il fotovoltaico ad esempio perché sono in centro storico, hanno altri edifici che gli fanno ombra o semplicemente sono già stati utilizzati. Capita però che ci siano ancora delle superfici utilizzabili come i tetti delle palestre o i parcheggi, in tutti questi casi il comune può fare un bando di gara e mettere queste superfici a disposizione di aziende private a patto che esse realizzino gli impianti fotovoltaici a proprie spese e li conferiscano in una CER. 

Bandi come questo richiedono un maggior coinvolgimento da parte del comune e dei tempi che potrebbero rivelarsi anche piuttosto lunghi. Per questo è necessario che la prima mossa sia quella di cui al punto precedente, altrimenti si rischia che quando gli impianti saranno finalmente allacciati alla rete tutti i soggetti sul territorio abbiano già aderito ad un’altra Cer e non ci sia rimasto più nessuno con cui condividere l’energia.

  1. Pianificare la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio

Dove gli enti locali devono avere un ruolo da protagonista è nella pianificazione urbanistica. Ogni comune ha diversi strumenti normativi che riguardano l’energia, dai regolamenti urbanistici ai piani operativi fino ai piani energetici comunali. Tutti questi strumenti devono avere un principio comune alla base, quello di fare in modo che ogni superficie tecnicamente utile venga usata per produrre energia rinnovabile. Ogni limitazione all’installazione del fotovoltaico va rimossa, ogni singolo proprietario di un tetto deve essere incoraggiato a realizzare un impianto mediante vari metodi: incentivi/disincentivi, creazione di gruppi di acquisto, inserimento di clausole nei contratti di appalto ecc.

  1. Promuovere le CER

I comuni svolgono un ruolo cruciale come promotori delle CER. Possono infatti sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della transizione energetica e incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini. Attraverso campagne informative, eventi pubblici e attività di educazione ambientale, i comuni possono stimolare l’interesse e la partecipazione dei cittadini e delle imprese locali. In particolar modo nei comuni sotto i 5.000 abitanti il ruolo del comune può essere molto importante per far sapere ai propri cittadini che se realizzano un impianto fotovoltaico e lo inseriscono in una Cer possono ricevere un incentivo pari al 40% dell’investimento.

Conclusioni

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I comuni italiani svolgono un ruolo centrale nella promozione e nello sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili. Nel ruolo di promotori e facilitatori i comuni possono influenzare in modo significativo la transizione energetica verso un modello più sostenibile, equo e partecipativo. Nonostante le sfide normative, burocratiche e finanziarie, le CER rappresentano un’opportunità unica per i comuni di innovare, creare valore economico e sociale e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

I comuni che promuovono le CER possono inoltre ottenere un riconoscimento a livello nazionale e internazionale per il loro impegno nella lotta al cambiamento climatico, migliorando la loro reputazione e attrattività per i turisti e gli investitori e di conseguenza il consenso dei propri cittadini.



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