Toscana: chiusi 10 negozi al giorno nel 2024. Confesercenti lancia tre proposte contro la desertificazione commerciale

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Un momento dell’evento di Confesercenti: da sinistra Sara di Maio, Susanna Cenni, Nico Gronchi

“Nel 2024 in Toscana hanno chiuso ogni giorno 10 negozi contro i 4,2 che hanno aperto, con un rapporto di 2,4 e un totale di 3645 chiusure nell’anno”. È l’allarme sulla desertificazione commerciale in Toscana lanciato oggi, 3 marzo 2025, da Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, durante il convegno “Se vive il commercio vivono le città”, alla presenza di Leonardo Marras, assessore al Commercio della Regione Toscana, Susanna Cenni, presidente ANCI Toscana, Nicola Sciclone, direttore IRPET, Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti.

Dai dati dell’Ufficio economico e del Centro studi di Confesercenti emerge chenegliultimi 10 anni in Toscanaoltre200 Comuni sono colpiti dalla desertificazione commerciale, 1,3 mln di toscani non hanno più accesso ai servizi di base e8.474 attività al dettaglio sono chiuse.

“La fotografia della Toscana di oggi – ha dettoNico Gronchi– evidenzia un significativo calo delle attività commerciali di base, influenzato da crisi pandemiche, aumento dei costi energetici e crescita del commercio digitale, un fenomeno molto più pronunciato nei piccoli comuni, dove la riduzione della popolazione ha portato alla chiusura di numerose attività e all’impoverimento dei luoghi. A ottobre ne abbiamo parlato a livello nazionale con il Ministro Urso, adesso in Toscana lo facciamo insieme ad Anci, per tracciare proposte che ci permettano di invertire questa preoccupante tendenza alla desertificazione che sta investendo anche la Toscana”.

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“Non vorremmo – ha dettoMauro Bussoni– che le attività commerciali nei borghi e i micro-comuni italiani diventassero le nostre vere terre rare: non nel senso dei minerali strategici di cui tanto si parla oggi, ma perché presidi per territori sempre più spopolati, impoveriti e incapaci di trattenere ricchezza e qualità della vita. Il problema è che siamo ormai al limite: le nuove imprese non aprono più, mentre per quelle esistenti diventa sempre più difficile resistere alla concorrenza dell’online e della grande distribuzione. Per questo riteniamo essenziale preservare un sistema distributivo diversificato: la scomparsa delle attività di vicinato non sarebbe solo una perdita economica, ma un vero e proprio disastro sociale. Eppure, fino ad oggi, non è stato fatto nulla di concreto. La legge per le piccole e medie imprese era stata annunciata come un punto di svolta, ma non ha mantenuto le promesse. Serve con urgenza un intervento che permetta alle attività fisiche di restare nei territori, garantendo loro condizioni di sostenibilità e competitività”.

Tra le attività più colpite ci sono edicole, negozi di elettrodomestici, minimarket e distributori di carburante, mentre alcune attività come le panetterie e le rivendite di tabacchi mostrano segni di crescita dovuti all’insieme variegato di prodotti e servizi offerti da queste attività.

La popolazione toscana, 3.664.798 abitanti nel 2023, è diminuita del 2% rispetto al 2014, con un calo più marcato nei micro-comuni con meno di 5mila abitanti (-6%) e nei comuni tra 10mila e 15mila abitanti (-2,5%). Contestualmente si è registrata una perdita di importanti servizi, sportelli bancari, distributori di carburante e altri ancora. 201 comuni sono interessati dal processo di desertificazione, con la sparizione di attività di base in 84 comuni (una sola attività), 73 comuni (due attività). Nei comuni più piccoli e distanti dai principali centri urbani si registra inoltre una perdita di residenza. In questo contesto i supermercati (220 nel 2024) sono calati del 3,1%, gli ipermercati sono rimasti 6, come nel 2014, mentre i discount alimentari (18 nel 2024) sono aumentati del 63,6% rispetto al 2024.

“La desertificazione commerciale – ha spiegatoNico Gronchi– sta avendo pesanti conseguenze socioeconomiche, dalla perdita di posti di lavoro, alla diminuzione della qualità della vita nelle aree colpite fino a una trasformazione profonda dei luoghi di vita. Ma la consapevolezza diffusa del valore del commercio, turismo e servizi e della funzione sociale di queste attività, incardinate nel cuore delle nostre città, ha portato a una serie di scelte che hanno l’obiettivo di invertire il trend di trasformazione e desertificazione in atto: dallo Small Business Act, alla Giornata Europea del Commercio di prossimità, dal disegno di legge sulle PMI, fino alla Legge sulla Toscana diffusa”.

Questi interventi dovranno trasformarsi in atti concreti ancorati ai bisogni reali dei territori e delle imprese e per questo motivoConfesercenti Toscana ha elaborato 3 proposte:

– rigenerazione delle Imprese di vicinato attraversoagevolazioni fiscaliper i piccoli esercizi commerciali, unaflat taxper le nuove imprese in aree ad alta desertificazione commerciale esnellimento delle procedure burocraticheperfacilitare l’avvio di nuove attività;

  • – dare maggiore autonomia e poteri speciali ai Sindaci per promuovere iniziative di contrasto alla desertificazione commerciale e favorire lo sviluppo economico locale;
  • – creazione di un Fondo per la Rigenerazione Urbana alimentato dalle risorse provenienti dalla tassazione sulle vendite dei giganti del web.

“Il profondo legame tra un tessuto urbano policentrico come il nostro e il mondo del commercio, turismo e servizi che caratterizzano la nostra Regione è ciò che più di altro rende unico l’insieme dei luoghi della Toscana ed è anche per questo che – ha conclusoNico Gronchi– continueremo a lavorare per sostenere che Se vive il Commercio, vivono le Città.“

Tabella 1. Dove si sono persi di più negozi e servizi

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Micro-comuni sotto 5mila abitanti -17,8%
Piccoli comuni tra 5mila e 15mila abitanti -13,9%
Comuni medio-piccoli tra 15mila e 50mila abitanti -8,9%
Comuni medio-grandi tra 50mila e 250mila abitanti -13,5%
Firenze (oltre 250mila abitanti) -13,4%

Tabella 2 Settori che hanno avuto il maggior calo di attività commerciali

Latte e prodotti lattiero-caseari -50%
Elettronica di consumo ed elettrodomestici -44,8%
Abbigliamento per bambini e neonati -39,1%
Edicole e rivendite di giornali, riviste e periodici* -34%
Negozi di bevande -36,1%
Ortofrutta -31,7%
Distributori di carburante -27,9%
Macellerie -22,4%
Ferramenta -20,4%

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