Come avevamo anticipato a settembre, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), il colosso taiwanese dei semiconduttori, ha deciso di accelerare la sua espansione negli Stati Uniti con un investimento da 100 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
L’annuncio ufficiale, stando sia a Reuters che al Wall Street Journal, è atteso a minuti, durante un incontro tra il CEO dell’azienda Donald Trump. La somma sarà destinata alla costruzione di nuove fabbriche di chip negli USA, con l’obiettivo di rafforzare la capacità produttiva americana e ridurre la dipendenza dai fornitori asiatici.
L’iniziativa rappresenta un significativo passo avanti per l’industria tecnologica statunitense, che negli ultimi anni ha cercato di riportare la produzione di semiconduttori sul proprio territorio.
“Siamo lieti di avere l’opportunità di incontrare il Presidente e di discutere la nostra visione condivisa per l’innovazione e la crescita nel settore dei semiconduttori, nonché di esplorare modi per rafforzare il settore tecnologico insieme ai nostri clienti”, ha dichiarato TSMC in un comunicato.
TSMC, un’espansione senza precedenti
TSMC ha iniziato la sua avventura produttiva negli Stati Uniti nel 2020, con la costruzione della prima fabbrica in Arizona per un investimento iniziale di 12 miliardi di dollari.
Negli anni successivi, il piano si è ampliato fino a includere tre stabilimenti nello stesso sito, per un impegno complessivo di 65 miliardi di dollari.
La prima fabbrica ha avviato la produzione di chip a 4 nanometri alla fine del 2023, mentre un secondo impianto, previsto per il 2028, ospiterà la tecnologia più avanzata di TSMC, con chip a 2 nanometri.
L’azienda ha inoltre confermato che impiegherà la sua tecnologia di produzione più sofisticata, chiamata “A16”, nelle future fabbriche americane.
Il governo statunitense, attraverso il CHIPS and Science Act firmato da Joe Biden nel 2022, ha già sostenuto TSMC con un sussidio da 6,6 miliardi di dollari, oltre a prestiti agevolati fino a 5 miliardi.
L’amministrazione Biden ha fortemente incentivato la localizzazione delle produzioni avanzate di semiconduttori negli Stati Uniti, convincendo le principali aziende del settore a investire sul territorio americano.
Un elemento chiave di questa strategia è lo sviluppo del cosiddetto chip packaging avanzato, una tecnologia essenziale per i processori destinati all’intelligenza artificiale, che migliora le prestazioni integrando più componenti in un unico package.
Washington sta spingendo TSMC a portare anche questa tecnologia negli USA, per consolidare la leadership americana nei semiconduttori di nuova generazione.
Chip e geopolitica: la posizione di Trump
Il ruolo di Trump nella vicenda è significativo. Durante il primo mandato di Trump (2017-2021), la sua amministrazione aveva già esercitato pressioni su TSMC affinché investisse negli Stati Uniti.
Infatti, nel 2020 TSMC annunciò la costruzione della sua prima fabbrica in Arizona, con un investimento iniziale di 12 miliardi di dollari. Ciò faceva parte di una più ampia strategia dell’amministrazione Trump per ridurre la dipendenza americana dai semiconduttori asiatici, in particolare quelli prodotti a Taiwan e in Cina.
In campagna elettorale, però, Trump ha criticato il CHIPS Act di Biden, sostenendo che un sistema di dazi sulle importazioni sarebbe stato più efficace per riportare la produzione negli USA.
“Dobbiamo produrre chip in questo paese. Adesso tutto è fatto a Taiwan, praticamente quasi tutto, un po’ in Corea del Sud, ma la maggior parte viene da Taiwan. E noi vogliamo che quelle aziende vengano qui”, ha dichiarato Trump a febbraio.
Per rafforzare lo stimolo a spostare la produzione negli USA, Trump ha anche lasciato intendere di stare valutando l’introduzione di tariffe del 25% o più sulle importazioni di semiconduttori prodotti all’estero.
Se queste misure venissero applicate, però, potrebbero colpire proprio le aziende asiatiche che oggi dominano il mercato, compresa la stessa TSMC, che ancora produce la maggior parte dei suoi chip più avanzati a Taiwan.
Il boom di investimenti negli USA
L’annuncio di oggi si inserisce in un contesto di forti investimenti nell’high-tech americano.
Recentemente, Apple ha dichiarato che spenderà oltre 500 miliardi di dollari per espandere la sua produzione negli Stati Uniti, mentre OpenAI, Oracle e SoftBank hanno promesso fino a 500 miliardi per sviluppare infrastrutture di intelligenza artificiale.
Il coinvolgimento del settore privato negli investimenti governativi non è però sempre chiaro, e spesso le promesse fatte dai CEO vengono riviste o ridimensionate nel tempo.
Con questa nuova espansione, comunque, TSMC si conferma un attore centrale nella strategia americana per la sicurezza tecnologica e la competizione con la Cina nel settore dei semiconduttori.
Resta da vedere se i futuri equilibri geopolitici e le eventuali nuove tariffe sulle importazioni influenzeranno il percorso tracciato dall’azienda.
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