La riflessione di una lettrice di Gazzetta di Siena sulla sanità senese: “Personale competente ma insufficiente, un ospedale privo di manutenzione”
Riceviamo da una lettrice di Gazzetta di Siena una riflessione firmata sulla sanità senese. Dalle liste di attesa infinite alla scarsa manutenzione del policlinico Le Scotte.
La lettera firmata
Gentile Direttore, visto l’interesse che sempre più riveste l’argomento ‘sanità’, mi farebbe piacere esprimere alcune considerazioni sulla nostra realtà territoriale.
Un grande plauso, innanzitutto, all’assessore alla Sanità del Comune di Siena per aver promosso un sondaggio, al fine di comprendere il “pensiero” dei senesi sulla sanità offerta loro, e, in parallelo, far emergere le esigenze dalla comunità in modo, come dice lo stesso Giuseppe Giordano in un comunicato stampa: “di dare ai cittadini facoltà di parola, così da intraprendere scelte per il futuro in un percorso di partecipazione”. Il tutto per “aiutare a identificare aree di miglioramento, aumentando la qualità e l’efficienza delle prestazioni sanitarie. La partecipazione della popolazione incrementa la consapevolezza e il controllo sui servizi, rafforzando la fiducia nel sistema sanitario”.
L’indagine, come evidenzia “rappresenta un’opportunità concreta per i cittadini senesi per contribuire attivamente alla definizione delle priorità in ambito sanitario. Un momento di ascolto che potrà fornire indicazioni preziose per migliorare i servizi e rispondere in modo efficace alle necessità della comunità”.
Nel questionario di rilevazione della customer satisfaction sui servizi della sanità l’amministrazione comunale invita i cittadini a rispondere a una serie di quesiti, tra questi: “Ritieni che il Policlinico senese abbia bisogno di maggiori investimenti?”.
Sì, certo, soprattutto nel settore ‘personale’ e ‘manutenzione’. Alla domanda: “Ritieni che Siena e il suo territorio di riferimento abbia bisogno di un nuovo ospedale?”
Forse sì, o perlomeno ampliare adeguatamente l’attuale, dato che, per l’elevata qualità dei servizi offerti – come risulta anche dai recenti report usciti sulla stampa – non sono solo i senesi a usufruirne facendo registrare carenza di posti letto. L’attesa al pronto soccorso può protrarsi anche per 2 giorni prima di accedere al reparto di destinazione. E non sono assolutamente pochi.
Sulla medicina territoriale che dire… I medici presenti sono insufficienti e con carichi di pazienti assurdi: 1500/2000 assistiti. Se fossero potenziati non solo potrebbero svolgere al meglio il loro lavoro, ma, al contempo, diminuirebbero sicuramente gli accessi al pronto soccorso.
Proseguendo nella lettura del questionario è palese che chiunque desidererebbe l’abbattimento dei tempi nelle liste di attesa. Ognuno di noi, in busta paga, già contribuisce all’accesso alla sanità, ma nel pubblico per una Tac o risonanza magnetica con contrasto si devono attendere tempi ben più lunghi a fronte di quanto avviene nelle strutture private.
Scontato che servono investimenti mirati per potenziare il personale socio-sanitario, la prevenzione, e i servizi per la popolazione anziana. Siena è una città che invecchia, grazie a Dio, ma per farla invecchiare dignitosamente e bene, necessita di strutture, servizi. Soprattutto sanità. Quella che cura. Non quella che fa attendere. Che significa medicina di iniziativa? E Integrazione socio-sanitaria? Spiegate in maniera esaustiva.
Indubbia la risposta al quesito: “Ritieni che lo stato debba destinare, maggiori risorse alla sanità pubblica?”. Certo che sì, la tutela della salute pubblica viene richiamata dalla stessa Costituzione. E’ ovvio, quindi, che la Regione debba destinare maggior e denaro alla sanità. Paghiamo tasse anche per questo.
La sanità, a livello nazionale, non è migliorata nel tempo. Anzi. Le varie ‘sigle’ e figure manageriali istituite non servono a nulla se non si procede con forti investimenti economici.
Molti professionisti qualificati abbandonano le strutture sanitarie pubbliche a causa di turni massacranti e stipendi non adeguati. Per farli tornare abbiamo inventato i “gettoni”. Roba da pazzi! Si chiamano medici gettonisti.
Credo che tutti i servizi sanitari del nostro policlinico funzionino al meglio perché ci sono medici che rispondono appieno al giuramento di Ippocrate che hanno fatto. Ci credono e, nonostante il sempre più faticoso carico di lavoro, vanno avanti. Mantengono un’etica, un senso del dovere finalizzati a salvare vite al di là di un più cospicuo guadagno. Lo stesso vale per tutto il personale che, a vario livello, presta la propria opera.
Quindi che dire: ribadisco il mio ‘grazie’ all’assessore alla sanità del Comune di Siena che ha ritenuto utile sondare il pensiero della città, così da stimolare eventuali correttivi da apportare a beneficio del Policlinico Santa Maria alle Scotte e alla medicina territoriale, ma, soprattutto, benefici a tutti coloro che necessitano di cure.
Io, da cittadina utente, auspicherei anche una migliore manutenzione della struttura. Ho verificato la presenza di ascensori guasti da mesi, impianti di riscaldamento inesistenti tanto da sopperire con stufette mobili che, alla bisogna, vengono tolte – giustamente – per riscaldare la camera di un trapiantato; bidè smantellati perché non igienici – così viene detto – peccato, però, che le doccette che li hanno sostituiti non funzionino; porte dei reparti rotte così che i pazienti delle camere adiacenti, senza risaldamento, sono costretti a chiudere la porta. Una manutenzione, quindi, un po’ blanda e da potenziare in modo particolare nelle aree più datate.
Per il resto tutto ok: personale medico e paramedico altamente competente, gentile e premuroso.
Ultime osservazioni, sicuramente sempre da addebitare alla mancanza di denaro a disposizione, riguardano le coperte di lana che non vengono cambiate ogni qual volta si verifica il ricovero di un nuovo paziente; idem i cuscini. Non credo che questo rientri nella garanzia di igiene, cozzando, per di più, con la meticolosa attenzione che viene invece posta nella risistemazione mattutina dei letti. Il personale addetto si cambia i guanti di lattice per ogni letto sistemato. Giustamente.
L’altra è riferita alla distribuzione dei pasti al pronto soccorso. Qui vige la strana regola che permette al paziente di ricevere cibo solo se la sua permanenza ammonta a 16 ore. Chi vi accede sappia, quindi, di portare con sé non solo cose di prima necessità, nel caso ipotizzi un ricovero, ma anche qualche snack perché 16 ore sono veramente tante.
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