La mafia ha davanti a sé un radioso futuro: torneranno utili i ‘campieri’ di sempre

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La mafia ha davanti a sé un radioso futuro, se fosse una S.P.A. i grandi fondi di investimento farebbero a gara per rastrellare ogni azione disponibile, certi di partecipare a rigogliosi dividendi. Da cosa dipende questo rinnovato successo? Dall’attacco formidabile portato dai seguaci di Trump&Musk allo Stato di diritto fondato sul principio di uguaglianza, cioè sull’uguale dignità tra gli umani.

L’internazionale nera guidata dal duo a stelle e strisce, che fa battere i cuori di fascisti, nazisti, razzisti, suprematisti bianchi, tecno-capitalisti, negazionisti climatici, omofobi, turbo-liberisti affamati di presente, menefreghisti spudorati, ignorantisti dichiarati e fieri, non ha nessuna intenzione di perpetrare un modello di organizzazione sociale fondato, almeno nelle intenzioni, sull’universalismo democratico, perché gli umani non valgono tutti alla stessa maniera in dignità. C’è una umanità di seria A, per sangue e per forza dimostrata sul campo (non c’è sfigato peggiore in questa società del bianco povero ed inadeguato) ed una umanità di serie B, fatta di tutti i “diversi-da-loro” che è bene capisca che deve stare zitta e buona, pena deportazioni, repressione, botte in piazza e nelle carceri.

In questo “nuovo” Occidente, che finalmente chiude la parentesi eretica dell’universalismo democratico apertasi inopinatamente all’indomani della seconda guerra mondiale e che il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha definito senza mezzi termini “neo-feudalesimo” con corredo di novelli “corsari patentati”, importerà sempre meno allo Stato di occuparsi dei territori e degli ambienti sociali marginali, periferici, delle aree interne, dei piccoli Comuni, delle sterminate periferie urbane ingombre di umanità rivoltosa, puzzolente, inconcludente.

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L’orizzonte di questa oligarchia neo feudale ed insofferente è Marte! Dove si potrà trasferire quella sola parte di umanità degna di liberarsi persino del fastidio della morte. Ma prima di poter decollare per Marte, lasciandosi dietro una Terra intossicata ed agonizzante, prima di aver concentrato, drenato, accumulato, le risorse necessarie al grande balzo, ci sarà un tempo intermedio da gestire, un tempo nel quale gli effetti del “ritiro” dello Stato si faranno sentire sul piano del crescente disagio sociale (lavoro, casa, ambiente, scuola, sanità, ordine pubblico ed amministrazione della giustizia… faranno sempre più schifo), ma nel quale gli aristo-nazi saranno ancora costretti a stare con i piedi per Terra.

Chi allora tornerà utile, come ai vecchi tempi? Loro: i campieri di sempre! I mafiosi abituati a stare dove chi può se ne va, abituati alla paziente brutalità della famiglia-branco. Altro che Matteo Messina Denaro, innamorato dei gioielli e delle pale eoliche, sta tornado il tempo di don Ciccio Messina Denaro, campiere dei potenti D’Alì, archetipi di aristocrazia gattopardesco, che detta legge nel latifondo di famiglia, ma appena può vola a Roma (Marte era over nel ‘900). Torna il tempo di questi mafiosi vecchi, gonfi e catarrosi ma custodi della sapienza del comando antico, di come si comanda alle bestie, dando biada e bastonate.

Sono i mafiosi raccontati dalle ultime inchieste da Milano a Palermo, i mafiosi che “ritornano”, che escono dalle carceri senza mezze misure, accolti da fuochi d’artificio e deferenza, mafiosi che a vederli sembrano buoni per l’ospizio, ai quali invece giovani ventenni affidano le vite, politici disperati affidano denaro e promesse in cambio di voti, imprenditori affogati dal mercato affidano rifiuti, debiti, avversari. Il “mondo di sotto” quello che spacca la faccia ai giornalisti scassaminchia, tornerà alla ribalta, avrà di nuovo l’antico posto alla tavola del potere, quello del mastino che lecca la mano del padrone ed azzanna la testa del piglia-inculo.

Torneranno a brillare gli uomini-cerniera, capaci di fare da tramite tra il Mondo di sopra ed il Mondo di sotto, capaci di sistemare le cose, capaci di farsi il carcere in silenzio quando dovesse malauguratamente capitare: il tempo dei Cuffaro, dei Dell’Utri, dei D’Alì, dei Mangano-eroe (!), dei Carminati. Di “Almasri” così tanti che servirà una intera flotta di aerei di Stato (devono ancora esserci delle piste clandestine nel trapanese, quelle che costarono la vita a Mauro Rostagno) In cambio di cosa?
E sì, perché i mafiosi ci stanno pure a tornar campieri, ma mica per amore dei padroni. In cambio di cosa quindi agevoleranno il decollo degli aristo-nazi per Marte?

Del monopolio sul narcotraffico, sul contrasto del quale, a dispetto delle dichiarazioni, si chiuderanno gli occhi (d’altra parte, come mi disse una volta un uomo di Stato di indubbia capacità: meglio la droga dei sequestri di persona!), della neutralizzazione di quella barbarie giuridica che sono le misure di prevenzione patrimoniali, dell’abbandono di quei cornuti dei pentiti, dell’ammorbidimento delle carceri (prevedendo anche apposite piazzole dove fare atterrare i droni con droga e telefoni), della mortificazione di magistratura ed investigatori. Che per dirla con l’eleganza del mafioso intercettato a Catania: s’hanno da mettere a pecorina.



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