Il gioco del calcio che vorrei – Serie A e Campionati Esteri

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Buona sera a tutti, 

 

sono mesi ormai che rifletto sul gioco del calcio, sui suoi limiti, le difficoltà di cambiare e le conseguenti perdite di audience e di interesse. 

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La riflessione parte dagli anni che abbiamo trascorso, dall’evoluzione del calcio europeo, la decisa sterzata verso quello inglese, più rapido e spettacolare, meno tattico e certamente più atletico. A questi team si sono opposti solo i top team europei che chi più e chi meno oltre a disporre dei migliori calciatori del mondo, propongono una visione del calcio abbastanza offensiva. 

L’Italia, come per ogni altro ambito, sta lentamente approcciando le nuove idee calcistiche vedendo in un gioco più votato all’occupazione degli spazi avanzati una nuova soluzione. 

La lenta evoluzione del calcio, la chiusura dell’era dei fenomeni assoluti, l’autosabotaggio della Juventus e gli spettacoli inguardabili offerti dalla nostra lega – associati ad una gestione da circo del baraccone – insieme alla paternità, in questa stagione mi hanno portato a non poter/voler vedere partite nostre e ancor più di altri. In questi mesi ho riflettuto su tutti i limiti che l’attuale gioco presenta e a quali cose porre in essere per cambiare l’inerzia di questo gioco. 

 

Per cominciare questo VAR và rivisto, ormai il calcio ha come attori principali gli arbitri e le loro decisioni in tempo – per nulla – reale. Gli atleti sono passati in secondo piano, una follia totale. 

Il VAR deve essere a chiamata ed ogni squadra deve poterne disporre per un numero limitato di volte nel corso del match – esclusi magari episodi come le condotte violente. 

Il fuorigioco deve tornare ad essere qualcosa di tangibile, la questione “luce” tra l’ultimo difendente e l’attaccante è di una banalità sconcertante, eppure.. Vedere i gol che annullano al giorno d’oggi mi allontana da questo sport sempre di più. 

 

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Archiviato questo strumento, la riflessione va ora posta sul gioco e le sue regole. 

 

Il tempo di gioco è irreale oltre che anacronistico. Al giorno d’oggi uno sport lento come il calcio non può durare quasi 2 ore in totale, è decisamente poco attrattivo, annoia prima ancora che cominci. Va assolutamente introdotto il tempo effettivo e ridurne sensibilmente il minutaggio. Ad oggi mi pare che il minutaggio effettivo medio delle partite sia tra 60 e 70 minuti, ecco, direi che 60 minuti di tempo effettivo sia sufficiente. 

I cambi che siano 3 o 5, perchè? Che senso ha avere 25 giocatori? Perchè un calciatore che è uscito non può rientrare? Tutte cose senza senso. I cambi dovrebbero essere senza limiti, con la possibilità di rientrare, esattamente come nel basket. 

L’espulsione, altra cosa demenziale. Punire una squadra togliendo un uomo per fare cosa? Punire il gioco? Condannare una partita ad una squadra che si difende ed una che attacca il più delle volte? Non ha nessun senso. Anche qui il basket può essere un valido esempio, va bene espellere un calciatore per la propria condotta (magari rivedendo la questione due cartellini gialli e sei fuori, magari aumentando il numero) ma questo calciatore deve poter essere sostituito. Lo spettacolo va preservato sempre e comunque. 

Eliminerei il pareggio come risultato, le partite devono finire tutte con un vincitore ed uno sconfitto con tempi supplementari fino alla vittoria di uno dei due team. 

 

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Inoltre, per me, vanno spronate le squadre a proporre un calcio maggiormente offensivo, magari limitando il numero di difensori schierabili contemporaneamente. 

 

Infine, per me continuare a vedere i massimi organi calcistici blaterare di calcio equo e sostenibile salvo poi vedere calciatori pagati uno sproposito, squadre di alcuni paesi che non schierano un calciatore della nazionalità della squadra di appartenenza o un prodotto delle proprie giovanili è un qualcosa di allucinante. 

Per me il salary cap è necessario, bisogna rendere questo sport economicamente sostenibile e sensato, bloccando gli speculatori che entrano nel calcio facendo impazzire il mercato.

Il calcio ormai è in mano ad arbitri e a procuratori/intermediari, per me è assolutamente fondamentale intevernire. Le squadre devono rappresentare i propri paesi, devono generare crescita economica, sociale e culturale. L’attività di formazione dei ragazzi è fondamentale e deve diventare il centro del calcio. Per cui limiterei pesantemente le acquisizioni possibili per sessione, imponendo un numero minimo di calciatori formati dal club schierati in campo in ogni partita. Ipotizzando, 3/4 della squadra dovrebbe essere il prodotto delle proprie giovanili, il resto potrà derivare da acquisizioni esterne ed il numero di calciatori non formati dal club dovrà sempre essere lo stesso, pertanto nuove acquisizioni saranno possibili solo a fronte di cessioni di questi. 

 

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Questi sono alcuni dei pensieri che ho fatto nell’ultimo periodo, a voi per parlarne insieme ed eventualmente per chi vorrà fare ulteriori proposte. 



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