Gaza-Israele, Hamas ha accettato l’accordo per la tregua”

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La svolta nelle trattative, il Qatar conferma che siamo alle fasi finali. Casa Bianca: “Speriamo questa settimana”. Cinque soldatesse per 250 palestinesi

Tregua vicinissima a Gaza. Hamas ha dato il suo ok alla bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio di decine di ostaggi. Lo hanno affermato due funzionari coinvolti nei colloqui. L’Associated Press ha ottenuto una copia dell’accordo proposto e il funzionario egiziano e quello di Hamas ne hanno confermato l’autenticità. Il piano dovrà essere sottoposto ora al Gabinetto israeliano per l’approvazione finale. Un funzionario israeliano ha sottolineato che sono stati fatti dei progressi, ma i dettagli sono in fase di definizione. Tutti e tre i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato per discutere dei colloqui a porte chiuse.

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Cbs News: “Accordo su bozza, possibile annuncio in settimana”

Una bozza di accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi è stata concordata in linea di principio e, se tutto va bene, sarà finalizzata da Israele e Hamas questa settimana. Lo hanno riferito a Cbs News funzionari arabi, statunitensi e israeliani. Se i dettagli finali saranno approvati e anche il governo israeliano ne voterà rapidamente l’approvazione, l’attuazione dell’accordo potrebbe iniziare questo fine settimana, hanno confermato fonti statunitensi e regionali. Ciò significa che l’accordo di cessate il fuoco a lungo ricercato dal presidente Biden potrebbe concretizzarsi negli ultimi giorni della sua presidenza e il presidente eletto in arrivo Donald Trump ne supervisionerebbe l’attuazione. Fonti di Cbs News riferiscono che le parti hanno iniziato a redigere le dichiarazioni per l’annuncio dell’accordo e che c’è ottimismo da entrambe le parti. 

Casa Bianca: “Vicinissimi ad accordo, speriamo questa settimana”

“Siamo vicinissimi” a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza. Lo ha ribadito il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa estera a Washington. La speranza, ha aggiunto il funzionario, è che l’accordo sia concluso “prima della fine del nostro mandato“. 

Tajani: “Sostegno a unità Gaza e Cisgiordania con governo Anp”

Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio con il premier e ministro degli Esteri palestinese, Mohammad Mustafa. “Ho ribadito il sostegno dell’Italia ad un accordo di cessate il fuoco nella Striscia. Sosteniamo l’unità di Gaza e Cisgiordania con un governo guidato dall’Anp”, ha scritto il titolare della Farnesina su X. 

Netanyahu: “Pronti a tregua prolungata ma se tutti ostaggi liberi”

Incontrando dei rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è detto pronto a un cessate il fuoco prolungato, ma a condizione che tutti gli ostaggi vengano liberati. Lo riporta Channel 12. L’emittente aggiunge che dopo l’incontro con Netanyahu i rappresentanti che erano presenti hanno riferito alle altre famiglie che “il premier ci ha spiegato che i negoziati riguardano un accordo che include tutti”, tuttavia hanno sottolineato che “gli accordi riguardano solo la prima fase” e si sono detti “molto preoccupati per la seconda e la terza fase” dell’accordo.

Sempre secondo Channel 12, Netanyahu ha detto che “i negoziati sulla seconda fase inizieranno il 16esimo giorno della prima fase” e che “non lasceremo Gaza fino al ritorno di tutti gli ostaggi”. Al momento i negoziati riguardano tutti, ma l’accordo avverrà per gradi. “Alla fine abbiamo a che fare con un’organizzazione terroristica assassina. Dobbiamo iniziare con qualcosa per far partire il resto. Farò di tutto per riportare a casa tutti, vivi e morti”, avrebbe detto ancora il premier.

Netanyahu: “Questione di giorni o ore, aspettiamo risposta Hamas”

“È una questione di giorni o di ore. Stiamo aspettando la risposta di Hamas e poi potremo iniziare immediatamente”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrando rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, secondo quanto riporta Channel 12. 

Blinken: “Su accordo aspettiamo parola finale di Hamas”

L’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi è “più vicino che mai”, ma “aspettiamo la parola finale di Hamas”. Lo ha detto il segretario di Stato Antony Blinken parlando all’Atlantic Council. È una questione di “ore o di giorni”, ha detto Blinken. 

Hamas: “Soddisfatti da colloqui, speriamo in accordo chiaro e completo”

Hamas ha espresso “soddisfazione” per lo stato dei negoziati con Israele per un cessate il fuoco a Gaza. In una dichiarazione, il gruppo palestinese ha affermato di sperare che questo ciclo di negoziati si concluda con un “accordo chiaro e completo”. Lo riporta la Bbc.

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Padre Faltas: “Siamo in trepidante attesa, c’è speranza”

“Tregua? Tutti dicono che è stata fatta ma siamo in attesa, ufficialmente non c’è ancora niente. Sicuramente qualcosa è cambiato, siamo in trepidante attesa. C’è grande speranza perché siamo arrivati a un buon punto”. Lo dice a LaPresse il vicario della Custodia di Terra Santa padre Ibrahim Faltas. “Speriamo che oggi si riesca a trovare un accordo”, aggiunge padre Faltas rimarcando le sofferenze di questi ultimi “14 mesi” e sottolineando come anche nelle ultime ore si siano registrati “tanti morti e feriti. È un disastro”.

Bozza di accordo, Israele rilascia 250 palestinesi per cinque soldatesse in ostaggio

In base alla bozza di accordo fra Israele e Hamas su un cessate il fuoco a Gaza e sugli ostaggi, di cui Associated Press ha preso visione, Israele rilascerebbe 50 detenuti palestinesi per ognuna delle cinque soldatesse israeliane che verrebbe liberata.

L’accordo in tre fasi di cui riferisce AP, basato su un quadro delineato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – inizierebbe con il rilascio graduale di 33 ostaggi nell’arco di sei settimane, fra cui donne, bambini, adulti anziani e civili feriti, in cambio di centinaia di donne e bambini palestinesi detenuti da Israele.

Fra i 33 ostaggi ci sarebbero appunto cinque soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe rilasciata in cambio di 50 prigionieri palestinesi, fra cui 30 militanti condannati all’ergastolo. Alla fine della prima fase dell’accordo, tutti i civili – vivi o morti – verrebbero rilasciati. 

Qatar: “Fine vicinissima”

“Posso confermare che i colloqui stanno procedendo al massimo livello qui a Doha mentre parliamo. Crediamo di essere stati in grado, attraverso i negoziati e tramite i nostri partner in Egitto e negli Stati Uniti, di ridurre al minimo molti dei disaccordi tra le parti. I colloqui in corso ora riguardano i dettagli finali per raggiungere un accordo” ha affermato il portavoce del ministro degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, in conferenza stampa, dando aggiornamenti sui negoziati per una tregua a Gaza tra Israele e Hamas. “È molto difficile” specificare una tempistica, ha aggiunto, ma “siamo il più vicini possibile rispetto a qualsiasi momento precedente al raggiungimento di un cessate il fuoco”. “È molto importante”, però, ha precisato, “non aumentare le aspettative a un livello che non sia in linea con quanto sta accadendo sul campo in questo momento”. 

La svolta nelle trattative su Gaza

La svolta, stando alle fonti, è arrivata nell’ambito di un incontro avvenuto domenica sera a Doha, in Qatar, fra il capo del Mossad, il premier del Qatar e l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff. E a Doha c’è anche l’inviato di Biden per il Medioriente, Brett McGurk. Una bozza d’accordo sarebbe poi stata recapitata dai mediatori tanto a Israele quanto a Hamas e si attenderebbe ora una risposta del gruppo palestinese. Stando alla testata Al-Araby Al-Jadeed, una riunione centrale di Hamas si è tenuta lunedì sera.

Il ruolo decisivo di Mohammed Sinwar

Da più parti da fonti israeliane è filtrata la notizia che il ruolo decisivo per la sorte della bozza è nelle mani di Mohammed Sinwar, fratello minore della mente del 7 ottobre Yahya Sinwar ucciso in un raid israeliano a ottobre scorso. Mohammed Sinwar che secondo il Wall Street Journal (Wsj) è ora al comando di Hamas e sta lavorando per riorganizzare il gruppo reclutando nuovi combattenti.

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“Tutto ora dipende da Mohammed Sinwar”, ha detto una fonte israeliana all’emittente Kan. Una versione che pare concorde con quanto riferito dal giornalista di Axios Barak Ravid, che ha sintetizzato così la situazione: una risposta di Hamas è attesa nelle prossime 24 ore e secondo una fonte israeliana la persona che prenderà la decisione per Hamas è Mohammed Sinwar. I progressi sono stati confermati anche dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar: “Israele sta lavorando con gli amici americani per raggiungere un accordo sugli ostaggi e presto sapremo se l’altra parte vuole la stessa cosa“, ha detto a Gerusalemme in conferenza stampa insieme al suo omologo danese in visita, Lars Løkke Rasmussen.

Hamas vorrebbe che Israele restituisse il corpo del suo storico leader Yahya Sinwar, nell’ambito del possibile accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riporta il il quotidiano saudita Al-Hadath. Ma Tel Aviv sarebbe contraria a questa ipotesi secondo The Times of Israel che cita le parole attribuite a un funzionario dello Stato ebraico. “Non accadrà. Punto”, avrebbe affermato. 

I temi più controversi

In tanti mantengono tuttavia ancora la prudenza: i colloqui non sono ancora conclusi e in passato è già successo che l’accordo sembrasse a portata di mano ma i negoziati ricadessero poi in stallo. Da oltre un anno i mediatori – Usa, Egitto e Qatar – cercano di negoziare l’accordo, ma fra le parti ci sono divisioni sia sui dettagli dello scambio fra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti in Israele, sia sulla natura stessa del cessate il fuoco.

Un funzionario di Hamas ha confermato alla Cnn che restano diversi punti critici. Fra questi, le richieste di Hamas affinché Israele si ritiri dal corridoio Filadelfia (cioè la stretta striscia di terra lungo il confine tra Egitto e Gaza) e si impegni a un cessate il fuoco permanente anziché a una sospensione temporanea delle operazioni militari avviate in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Rimane anche un disaccordo sulla proposta israeliana di una zona cuscinetto all’interno di Gaza che corre lungo i confini orientali e settentrionali della Striscia con Israele: la fonte ha spiegato che Hamas vuole che la zona cuscinetto torni alle dimensioni precedenti al 7 ottobre, 300-500 metri dalla linea di confine, mentre Israele sta chiedendo una maggiore profondità. “Riteniamo che ciò significhi che 60 km della Striscia di Gaza rimarranno sotto il loro controllo e gli sfollati non potranno tornare nelle loro case“, ha affermato il funzionario.

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