Pisa, 1 marzo 2025 – La Segreteria Regionale della Federazione Cisl Università ha risposto a Gerardo Anastasio, segretario regionale Anaao, circa il commento pubblicato il 25 febbraio da La Nazione riguardo la qualità della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. “Innanzitutto è bene chiarire – la nota firmata da Massimo Cagnoni, Segretario generale regionale della federazione Cisl Università Toscana – che l’Anaao non é un’associazione di categoria del settore universitario, è, infatti, una associazione di medici ospedalieri e che Anastasio non è un docente universitario, bensì un medico ospedaliero. Sicché sarebbe legittimo chiedersi con quali certezze Anastasio possa esprimere un giudizio tanto severo rispetto alla didattica e alla ricerca dell’Università di Pisa e, in particolare, della sua Scuola di Medicina. Sarebbe come chiedere ad un ciclista di giudicare un motociclista”.
“La valutazione del Sistema Universitario – continua -, infatti, si basa su un complesso insieme di regole governate da un’apposita Agenzia Nazionale che contribuisce ad assicurare la qualità del sistema dell’Istruzione superiore, a promuovere il raggiungimento di standard sempre più elevati, a orientare la distribuzione delle risorse pubbliche e a qualificare l’attività delle Istituzioni nel contesto internazionale. Per fare la dovuta chiarezza, nel rispetto del prestigio internazionale della pluricentenaria Scuola Medico-Chirurgica Pisana, bisogna sottolineare come le continue invasioni di campo operate da alcune associazioni ospedaliere stanno portando ad un allontanamento dall’obiettivo fissato dal Legislatore che, con l’emanazione del DLgs. n.517/99, intendeva ricercare la massima integrazione tra sistema ospedaliero e universitario”.
La Cisl università spiega infatti che “Il compito primario delle Aziende Ospedaliero-Universitarie (Aou) è, infatti, quello di fornire all’Università il supporto assistenziale necessario all’insegnamento delle materie cliniche ed in parallelo lo sviluppo delle aree di ricerca scientifica. Le Aou, quindi, sono state concepite dal Legislatore con uno scopo preciso, formare teste, trasformando i nostri giovani studenti nei professionisti della salute del domani e la crociata “anti universitaria” da parte di alcune associazioni ospedaliere, a nostro avviso, mina il Sistema Sanitario Nazionale che ha bisogno di nuove professionalità”.
“Le Aou si trovano, ormai, sotto la continua pressione a causa dei tagli ai finanziamenti, che hanno imposto ai nosocomi di formazione universitaria un maggiore impegno assistenziale, con la inevitabile conseguenza di ridurre il tempo di lavoro a favore delle Facoltà di Medicina e Chirurgia. Ciò fa presagire – prosegue la nota della Cisl – scenari futuri devastanti se non si arresterà questa deriva “ospedaliera”. Al tempo stesso il peggioramento dei rapporti tra la componente del personale ospedaliero e quella del personale universitario, ha portato all’insorgere di significative criticità a danno della didattica e della ricerca. Basti pensare alle note difficoltà riscontrabili nell’Aoup per impiegare sistemi tecnologici – anche ad uso gratuito – ai fini di ricerca o ai percorsi bizantini necessari per ottenere una approvazione da parte del Comitato Etico Aziendale per procedere con una sperimentazione sanitaria”.
“In molti casi le compagnie farmaceutiche si sono dovute rivolgere all’estero per applicare nuove terapie oncologiche proprio per i tempi assolutamente incomprensibili degli uffici amministrativi preposti. Appare, quindi, chiaro l’enorme danno che si arreca al Paese quando si cerca di trasformare l’eccellenza delle Facoltà Mediche Italiane (i cui professori e ricercatori sono richiesti in tutto il mondo per le funzioni mediche) in ospedali territoriali o peggio ancora quando, a causa di questa situazione, la didattica e la ricerca sono affidate in certi casi a personale di dubbia qualificazione. Il percorso formativo di un medico universitario in Italia è molto lungo e complesso, fatto di anni di studio, dedizione, esami, abilitazioni, concorsi e sacrifici personali e familiari di significativa importanza”.
“Ma malgrado le criticità esistenti, nelle Aou, le nostre Scuole di Medicina hanno contribuito affinché il nostro Paese riuscisse brillantemente a far fronte ad una pandemia come quella da Covid-19 nonostante risorse limitate e organici insufficienti. Come Sindacato di categoria, riteniamo inaccettabile il giudizio espresso sull’Ateneo e sulla Scuola di Medicina di Pisa e ci attiveremo affinché si arresti la battaglia anti universitaria nell’Aoup, a partire da alcune palesi ingiustizie come quella di impedire ai medici universitari di andare alla mensa dell’Azienda con i colleghi ospedalieri, quasi a voler segnare una separazione netta tra due anime distinte si, ma unite da una comune passione e dalla dedizione per la cura dei malati”.
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