Riforma Ats Ambiti territoriali sociali. Cisl Veneto: “Sia preservata la natura pubblica degli Ats” | Bellunopress

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Massimiliano Paglini, segretario generale Cisl Belluno Treviso

In una lettera inviata ieri a tutti i sindaci veneti, Cisl Veneto e le cinque Cisl territoriali chiedono il mantenimento della natura giuridica pubblica dei nuovi Enti

Massimiliano Paglini, segretario generale Cisl Veneto: «Urgente la partenza degli Ats per rafforzare i servizi sociosanitari»

Francesco Orrù, segretario generale Cisl Belluno Treviso: «Ats strumenti fondamentali, ma servono garanzie sulla prossimità dei servizi e tutele per i lavoratori»

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Venezia-Mestre, 28 febbraio 2025 – Gli Ambiti territoriali sociali (Ats) sono una grande opportunità di sviluppo per il Veneto, perché potranno garantire una gestione rafforzata e integrata dei servizi sociosanitari, rispondendo alle necessità dei territori; al contempo, serviranno a difendere competenze e ruoli di migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti nella riforma. Proprio per l’evidenza del loro valore sociale, dovranno mantenere una natura giuridica pubblica.
Parte da questa ferma convinzione la scelta di Cisl Veneto di trasmettere a tutti i 563 sindaci dei Comuni veneti una lettera in cui si ribadisce la necessità che i nuovi enti siano di natura pubblica, attraverso la forma giuridica dell’“azienda speciale consortile quale ente pubblico non economico”.

Trasmessa venerdì a firma del segretario generale regionale dell’organizzazione e dei segretari generali delle cinque Cisl territoriali per le aree di competenza, la nota ai sindaci è inviata a ridosso della scadenza per la predisposizione dei regolamenti attuativi fissata dalla legge regionale istitutiva degli Ambiti territoriali sociali (n. 9 del 04/04/2024), di cui da subito Cisl Veneto ha condiviso le finalità.
Previsti a regime nell’aprile del 2026, gli Ats diventeranno il fulcro della programmazione, la pianificazione, il coordinamento e la gestione della funzione socioassistenziale, nonché saranno contesti di riferimento per la realizzazione dei Livelli essenziali delle Prestazioni sociali (LEPS).

«È proprio guardando al grande cambiamento che contribuiranno a realizzare, in un’ottica di “welfare generativo”, che chiediamo sia preservata la natura pubblica degli Ats tramite la scelta di costituirli come “aziende speciali consortili pubbliche non economiche” – spiega Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto –. Crediamo si tratti dello strumento ottimale: da un lato per efficientare il sistema stesso, dall’altro per garantire continuità delle prestazioni e rafforzamento dei servizi, nonché condizioni sostenibili per chi già lavora nel sistema sociosanitario regionale ma anche per chi ne entrerà successivamente a far parte. Questo assieme all’attuazione delle forme di partecipazione previste dalla riforma, in cui peraltro anche il sindacato stesso potrà svolgere appieno il suo ruolo rilanciando la contrattazione sociale». «Siamo convinti – aggiunge ancora Paglini – che solo con una grande e unitaria convergenza di tutti gli stakeholders si potrà realizzare pienamente la riforma degli ATS, per approdare a un sistema integrato che possa includere nella gestione anche le RSA regionali».

«Gli Ambiti territoriali sociali – sottolinea il Segretario Generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù – rappresentano uno strumento fondamentale per il rilancio dei servizi alla persona nelle nostre province: è necessario lavorare insieme e coinvolgere tutti gli attori sociali con una partecipazione attiva, una collaborazione e una proficua sinergia, affinché questa grande e cruciale sfida per l’assistenza alla persona abbia un esito positivo, dando la giusta risposta ai bisogni dei cittadini, assicurando il futuro dei servizi nei nostri territori. La Cisl monitora attivamente questo percorso di riforma, ponendo l’attenzione in particolare su due aspetti di grande rilevanza: la prossimità dei servizi e le tutele per le cittadine e i cittadini delle nostre province. È essenziale che i nuovi Ambiti territoriali sociali garantiscano risorse, servizi e assistenza socio-sanitaria anche nelle zone più remote e nei comuni piccoli, assicurando che la prossimità non rimanga un concetto astratto, ma una realtà concreta per tutti; dall’altro lato il percorso deve prevedere adeguate garanzie economiche, contrattuali e normative per tutti i lavoratori e le lavoratrici che già operano o che opereranno nelle aziende consortili».





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