Clonazione feticismo ed etica. Il focus di Giuseppe Rocco – WWWITALIA

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La libertà è una condizione trascendentale, una qualità della vita, un ideale, un obiettivo universalmente esaltato, Di conseguenza è un ripudio della tirannia politica e avversione ai condizionamenti, dettati da situazioni socio-economiche, come la globalizzazione incontrollata.

Secondo una stima della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) con sede a Basilea in Svizzera, nel 2022, nel mercato delle valute, la montagna di carta dei derivati ammonta a quasi 100mila miliardi di dollari (soprattutto swap e contratti forward) e in tutto il mondo si registrano scambi giornalieri per 7.500 miliardi. La cifra tende ad aumentare.

Se si aggiunge che nella patologia della finanza, vi sono beni finanziari nascosti nei paradisi fiscali, stimati in 12mila miliardi di dollari pari al 12% del PIL mondiale, il fenomeno diventa preoccupante e inquietante. Peraltro le somme depositate nei paradisi fiscali sono risorse tolte alla produzione economica, alla sanità e al benessere sociale.

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Ampliando il discorso della corruzione finanziaria, si può citare l’andazzo delle multinazionali che gestiscono enormi capitali e sono astratte per il popolo, col meccanismo delle società gestite da altre società a ragnatela, da non poter conoscere la vera controparte e il vero proprietario.

Vi sono elementi sufficienti per comprendere i movimenti di poteri occulti, che vanno a depotenziare l’economia reale e creano disfunzioni, oltre a ridurre le opportunità per un tenore di vita adeguato.

Nella complessità del vortice della globalizzazione, la forbice dei redditi si è allargata ulteriormente. Qualche cifra può rendere l’idea delle anomalie. Nell’anno 2022 i dieci banchieri meglio pagati hanno guadagnato tra i 6 e i6 milioni di euro. Secondo l’European Banking Authorihy, esiste una brigata di due mila banchieri, che supera il milione di euro. Per restare in Italia, l’amministratore delegato dell’Unicredit, banchiere più pagato in Italia, arriva ad un guadagno di 7,5 milioni[1]. Questi esempi sono uno schiaffo alla miseria. Non è accettabile una società che riserva trattamenti del genere a chiunque, anche ai più talentuosi. Il merito va pagato ma in termini di civiltà e rispetto per la Comunità.

Il feticismo, come base di partenza, alimenta una mentalità equivoca e scompensata; ne discende che ogni azione viene dettata non da principi sani ma da tradizioni certamente erronee, poiché vincolate a cognizioni ancestrali imperfette. Nelle forme di interazioni, in riferimento alle diverse costellazioni selettive di imputazioni attribuibili al sistema finanziario, le pratiche professionali si sono orientate verso le manipolazioni e la corruzione.

L’etica viene a trovarsi in un momento di contraddizione poiché il cittadino è trascinato da forme modali e tradizionali, ignorando in buona fede che ogni atto finisce per porre al margine l’etica. Torna di moda la lettura del marxismo, che indicava una discrasia tra valorizzazione e funzione sociale in termini di contraddizioni interne all’economia stessa.

Si racconta di uno studente che va a lezioni di geometria da Euclide. Dopo avere ascoltato la spiegazione della prima proposizione, che insegna come da un lato si costruisce un triangolo equilatero, l’allievo chiede: “Ma cosa si guadagna a imparare queste cose?” Lo scienziato chiama uno schiavo e gli dice “Dai una monetina a questo giovane, visto che vuol guadagnare con la geometria! Indi ordina al ragazzo di andarsene”. Questo racconto diventa una solenne lezione contro l’avidità del guadagno, dimenticando il valore della cultura, la cui essenza non si ubriaca di fini venali, ma permea la nostra personalità, non escluso le potenzialità futura di un profitto.

La valutazione della cultura assume una priorità nei valori generali della vita e dell’etica, che deve dominare le nostre concezioni. Nella gamma culturale entra il denaro ma non solo il denaro, il quale deve assorbire una parte minimale per lasciare inalterate le proprietà effettive dell’etica, basate sul rispetto umano e sulla solidarietà.

L’impresa è una organizzazione economica, che si affida al capitalismo. L’impresa quindi si avvale del capitalismo, che tende ad accumulare ricchezza per la propria autovalorizzazione, ove il legame con i bisogni è rinviato all’uso del tempo, cioè nel differimento sistematico da parte dei bisogni attuali in vista di maggiori consumi futuri. L’aspetto rilevante da cogliere sta nel carattere dell’impresa, in cui emerge la dimensione cognitiva del concetto di accumulazione. In questo circuito di equilibrio fra profitto e produzione, la banca gioca un ruolo di grande raccordo. Inevitabilmente l’impresa si avvale del mercato finanziario per porre in essere investimenti. Quando questi ultimi sono finalizzati al dinamismo produttivo, la concezione del mercato poggia su pilastri fondamentali e regolamentari; quando il profitto viene investito per processi manipolativi, l’attuazione tende a creare disfunzioni nel sistema economico, originando il cosiddetto feticismo del mercato finanziario.

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L’economia ha il compito di soddisfare nel modo migliore i bisogni dell’uomo attraverso beni e servizi; la scienza economica si occupa di processi economici, offrendone una descrizione, una prognosi e una spiegazione. Da tener presente che l’economia non è una semplice applicazione di metodi statistici e matematici, in quanto legata a processi umani e culturali spesso contingenti. Lo scopo intrinseco riguarda la creazione di un ordinamento agile sociale, in grado di provvedere alla produzione di beni, alla cooperazione e all’armonia tra interessi personali e il bene comune e infine di contribuire alla realizzazione dell’uomo.

Se l’etica filosofica si caratterizza come la ricerca delle misure e dei criteri di un equo comportamento, l’etica economica ha il compito di mostrare la validità e l’incidenza delle norme morali nei processi del mercato. In altre parole, ha il compito di considerare la dimensione antropologica e sociologica dei processi sociali ed elaborare un orientamento di stampo economico che tenga conto delle finalità di mercato, ripulito dalle manipolazioni perverse. L’uomo deve rimanere sempre l’obiettivo in un concreto rispetto, senza cadere nelle prospettive del profitto a tutti i costi.

Intanto possiamo rammentare che il padre dell’economia moderna, Adam Smith, era professore di filosofia morale all’università di Glasgow: diceva che l’economia è stata a lungo considerata una specie di branca dell’etica. A conferma, sino a poco tempo fa a Cambridge, che l’economia fosse insegnata nell’ambito del corso di scienza morale rafforza l’idea che la diagnosi tradizionale opera sulla natura dell’economia.

In realtà l’origine dell’economia ha avuto due filoni, entrambi collegati alla politica: il primo relativo all’etica e il secondo di natura ingegneristica. L’approccio ingegneristico viene da svariate direzioni, essendo stato sviluppato dall’ingegnere francese, Leon Walras, che si interessa dei problemi collegati al funzionamento del mercato. Questo approccio si collega anche agli studi dell’economia nati dall’analisi dell’arte di governo orientata in senso tecnico.

Considerata la natura dell’economia non è sorprendente che sia l’origine collegata all’etica e sia l’origine a base ingegneristica abbiano una loro cogenza. Spesso i due filoni si sovrappongono. In realtà molti esponenti della linea etica, da Aristotele ad Adam Smith, erano anche interessati alle questioni di ingegneria, pur entro un approccio prevalentemente orientato sul ragionamento etico. Si può sostenere che l’importanza dell’approccio etico sia andato indebolendo in modo alquanto sostanziale nel corso dell’economia moderna. Purtroppo la natura dell’economia moderna ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra l’economia e l’etica, al punto da avviare quello sciagurato processo dell’efficientismo selvaggio, vero e proprio nemico dell’etica.

Attingendo alle ideologie di Smith, richiamiamo appunto alcuni concetti. Non si tratta della benevolenza del macellaio, del birrario o del fornaio, in termini di aspettatiiva, ma dalla considerazione che questi hanno per il proprio interesse personale. In realtà Smith stigmatizzava Epicuro per le vedute totalmente in termini di prudenza, e coglieva l’occasione per assestare una bacchettata sulle dita ai filosofi, per il loro tentativo di ridurre tutto ad un’unica virtù.

L’economista italiano Vilfredo Pareto (1848-1923) ha studiato le condizioni che rendono efficiente l’economia di mercato. Secondo Pareto, un sistema economico raggiunge una situazione efficiente quando nessun individuo può migliorare la propria posizione senza peggiorare quella di qualcun altro. Questa tipologia di efficienza economica può essere valida per nazioni piccolissime e nel passato, quando mancava la globalizzazione; del tutto impossibile e nel mondo attuale in cui i popoli sono aggregati e pure super aggregati con la globalizzazione. Nel senso negativo l’aveva realizzata soltanto Mao Tse Tung, con una parità infelice di povertà.

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Nel complesso lo studio dell’economia, pur essendo collegato al perseguimento della ricchezza, è rivolto all’avanzamento di obiettivi più fondamentali, spesso artificiosi quando vengono esposti dalla Stato totalitario.

Resta inteso che il distacco dell’economia dall’etica ha impoverito l’economia del benessere e anche indebolito il fondamento gran parte dell’economia descrittiva e predittiva. Occorre un impegno per l’inversione ontologica, cioè una inversione di priorità a livello costitutivo fra uomo e capitale, costitutivo o originario in termini di subordinazione dall’economico all’umano.

La maturazione della consapevolezza di una problematica dialettica fra Stati e fenomenologia esterna e il tentativo di esplorare l’orizzonte socio-economico al fine di registrare una nuova comunicazione oggettiva, devono postulare un modello penetrante e significativo per assegnare condizioni di vita in linea coi tempi. I capitalisti in politica non rispettano la figura umana, poiché si ammantano di ragioni pseudo idealistiche per obiettivi di crudo potere e profitto.

I cittadini italiani sono in difficoltà. Si stima che 2,2 milioni di italiani non pagano il gas e a volte strappano le bollette. Certo che nell’aumento spietato del gas rientra la sciagurata dinamica nella formazione del prezzo, che viene deciso nella Borsa di Amsterdam. Il valore finale non riguarda l’effettivo prezzo, rapportato al costo della produzione, ma elaborato forzosamente dagli speculatori digitali della Borsa. Assistiamo ad una vera rapina sociale, che pone in difficoltà l’economia. In base a questi giochi, l’ENI ha realizzato un guadagno del 64% nell’anno scorso.

Per meglio chiarire il concetto, il modo per formare il prezzo avviene in Borsa tramite carte, oggi tradotte in documenti digitali, ignorando la vera economia, basata su beni e servizi. Quando la componente cartacea (titoli e derivati) supera la base essenziale, costituita dall’economia reale, siamo di fronte ad una situazione disarmonica, matrice di forti crisi. Abbiamo il caso tipico di feticismo del mercato finanziario, che attrae tanti cittadini ma resta un gioco di carte digitali a danno dell’economia.

Torniamo all’inflazione, che ha comportato il 18% di aumento del latte, il 17% delle uova e il 16% del pane. Si tratta di prodotti alimentari di base per la sopravvivenza delle famiglie. In questo periodo è subentrata un’inflazione nuova, quella deli profitti delle aziende che hanno visto crescere i guadagni del 42%[2]. Quindi non un’inflazione da domanda, che poteva curarsi con l’aumento del tasso ufficiale di sconto, proprio come sta facendo la BCE. La cura dell’elevazione del tasso di interesse si sta rivelando una cura inesatta e inefficace, poiché le ragioni sono diverse e molto inquietanti.

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Fra l’altro l’inflazione non è dovuta alla guerra Russia contro Ucraina, poiché il flusso del grano dal paese nordico arrivava al 13%, cifra non ragguardevole ai fini di una così alta inflazione.

Il distillato della finanza nostrana comporta una ricorrente salita del debito pubblico, che appare mostruoso per la libertà dei posteri. Troppi sprechi e troppi regali inventati, quali numerose elezioni, i ripetuti condoni sotto diverse vesti, l’inspiegabile bonus di Renzi dei 60 euro, il bonus del 110% per le costruzioni, e via di seguito.

Per notizia, il 60% degli italiani che dichiarano redditi inferiori alla linea dei 35 mila euro pagano solo l’8% dell’irpef; questi hanno tutta l’assistenza e contano su continue agevolazioni. Il 13% della popolazione che dichiara redditi dai 35 mila euro lordi in su, paga il 61% dell’irpef; per questi nessuna agevolazione viene prevista.

Lo stile linguistico della comunicazione menzognera può essere definito come dire per non dire, un modo per diluire le informazioni false e di renderle meno identificabili attraverso l’effetto seppia, ossia facendo ricorso a frasi lunghe e complessi, spesso ridondanti ma povere sul piano dei contenuti concreti. Il politico cerca di neutralizzare e di narcotizzare la menzogna, disorientando i cittadini. Oppure si può ricorrere ad una sorta di effetto tartaruga dal guscio impenetrabile, che impone l’omissione di informazioni essenziali per il destinatario, tipica modalità ricorrente nel mercato finanziario per non far conoscere i danni incontrollati del gioco di Borsa. D’altra parte resta innegabile una predisposizione universale, chiamata inclinazione per la verità, ossia la tendenza a ritenere e ad accettare per principio come veritiero il discorso enunciato da esperti, nella fattispecie finanzieri. Si tratta di una importante euristica cognitiva, valutando gli enunciati degli addetti ai lavori, ignorando le cause e le strategie dietro gli Organismi internazionali. Da questa piattaforma di fiducia, anzitutto piattaforma biologica e psicologica, discende l’inclinazione per la verità che caratterizza la specie umana; in effetti si tratta di una falsa verità cui contribuisce la stampa asservita alle poltrone del potere. Questa tendenza peraltro viene propiziata da un’immagine politica alimentata dai mass media. Il bombardamento della molteplicità dei messaggi accresce la confusione, mescolata nella totalità indistinta delle dichiarazioni.

Secondo il racconto di Platone, chi indossava l’anello di Gige rendeva invisibile il soggetto, il quale poteva liberare i peggiori istinti con la certezza dell’impunità. La magia di questo oggetto viene menzionato da Platone nel libro del suo dialogo “La repubblica”.

La leggenda racconta che Gige, antenato del Lidio omonimo, era un bovaro al servizio del re di Lidia, Candaule. Dopo un terremoto, nel luogo dove Gige stava pascolando il suo armento, si apre una voragine; stupito e spinto dalla curiosità, il pastore entra e scopre che tra le meraviglie di quel luogo sotterraneo vi era anche un enorme cavallo di bronzo nel quale si trova il cadavere di un individuo di proporzioni sovrumane con un bellissimo anello d’oro al dito, di cui si impadronisce.

Uscito dalla caverna, arricchisce il suo dito dell’anello e scopre per caso che girando il castone dalla parte interna della mano, diventa invisibile a chiunque, effetto che scompare quando di nuovo gira il castone verso l’esterno. Godendo del potere dell’invisibilità, riesce persino a sedurre la regina, che lo aiuta ad uccidere il re Candaule e a divenire il nuovo Re della Lidia.

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Nella Repubblica, Platone mette la storia dell’anello di Gige in bocca a Glaucone, che la usa per dimostrare che nessun uomo è così virtuoso da poter resistere alla tentazione di compiere azioni anche terribili, se gli altri non lo possono vedere. Partendo da questo, Glaucone conclude che la moralità è solo una costruzione della società, che l’uomo la rispetta per paura delle conseguenze e delle sanzioni. Una volta che queste sono eliminate, quando nessuno può vedere ciò che fai, la morale viene meno, e l’uomo si rivela per quello che è in realtà. Una vera tristezza!

Secondo lui, infatti, se questo anello venisse dato a due uomini, uno giustissimo e l’altro empio, questi si comporterebbero alla stessa maniera, liberi dal peso di dover render conto a qualcuno delle loro azioni. Si è giusti solamente sotto costrizione, poiché l’ingiustizia e il non rispetto delle leggi è più utile e vantaggioso, singolarmente parlando. Il racconto è fantasioso, ponendo tutti nella stessa posizione.

Aggiornando il racconto ai tempi attuali, la locuzione indica il dato psicologico per cui l’anonimato su Internet induce quella disinibizione del comportamento online che trasforma un utente in un troll (messaggio provocatorio anonimo). Fra l’altro, l’”effetto Gige” trova la sua base teorica negli studi compiuti, all’inizio degli anni novanta, dagli psicologi Martin Lea   e Russell Spears. I due studiosi elaborarono un modello (SIDE, Social Identity of Deindividuation Effects) che è tuttora usato per spiegare i fenomeni di aggressività in rete. In base a questo modello, l’anonimato online fa agire l’utente non come individuo, ma come membro di una comunità. Questa perdita della consapevolezza di sé sarebbe all’origine della disinibizione che favorisce il comportamento ostile degli utenti di Internet.

Forse il pervertito marito di Giséle Pelicot (Domenique) si è ispirato a Gige quando, drogando ogni sera il gelato al lampone di cui era ghiotta la moglie, sino ad addormentarla e dopo metterla a disposizione di decine di uomini che ne abusavano senza correre rischi. Uno sciacallaggio durato dieci anni, con filmati da parte del marito 72enne. Alla scoperta, Gisèle ha combattuto una splendida battaglia legale per far condannare il depravato marito e i cinquanta stupratori presso il tribunale di Avignone, nel Midi francese. La sentenza pervenuta il 19 dicembre del 2024, ci ricorda che nel mondo attuale l’etica registra una piega spaventevole.

La caduta dell’etica in Italia è chiara a tutti. Nel mese di giugno 2024, abbiamo assistito a contrasti fra deputati, che nell’esercizio delle loro funzioni, si sono scontrati a furore di pugni e di calci nell’Aula parlamentare. A parte le sanzioni per undici deputati da parte dell’Ufficio di Presidenza, questi dovrebbero essere destituiti. Infatti la Costituzione italiani, all’articolo 67 recita “Il parlamentare rappresenta la Nazione”. In tal caso chi commette una violazione e determina un insanabile conflitto di interessi, non ha la capacità politica ed etica di rappresentarci e dovrebbe automaticamente decadere dalla propria carica.

©Riproduzione riservata


[1] Notizia riportata sull’annesso “Affari & Finanza” di pag. 2 del 17 aprile 2023.

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[2] Notizia emersa nella trasmissione “Presa diretta” del 25 settembre 2023.





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