SKY * MASTERCHEF: «UNA NUOVA REGINA TRA I FORNELLI, SI REALIZZA IL SOGNO DI ANNA (HA 32 ANNI È NATA A MILANO HA ORIGINI CINESI E VIVE A VENEZIA)»

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00.03 – venerdì 28 febbraio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La vincitrice del cooking show ha 32 anni: è nata a Milano, ha origini cinesi e vive a Venezia. Incoronata all’unanimità dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli.
«Mi sono vista più volte con i coriandoli che cadono su di me nello studio», diceva prima di entrare in Masterclass… ed è successo davvero!

Con Anna sul podio Jack e Simone, autori di tre menù personali e complessi. Quarta classificata Mary, eliminata dopo la Mystery Box e l’Invention Test con Mauro Colagreco, lo chef globale del nuovo secolo con 3 stelle Michelin al “Mirazur” di Mentone (Francia).

Alla vincitrice 100.000 euro in gettoni d’oro, un corso di alta formazione presso ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana e il suo primo libro di ricette: “Pentole e zodiaco”, in uscita l’11 marzo (Baldini+Castoldi).

Una finale equilibratissima, ma uno dei tre menù dei finalisti ha messo d’accordo i giudici: quello di Anna, che è stata così eletta trionfatrice di questa edizione di MasterChef Italia. La proclamazione è avvenuta poco fa, nell’ultimo appuntamento stagionale del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy appena conclusosi in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Il suo nome è stato urlato da Giorgio Locatelli, giudice della gara culinaria insieme a Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo.

Insieme ad Anna, 32enne nata a Milano con origini cinesi e ora a Venezia, sul podio anche Jack, content creator di 26 anni di Cesano Boscone (Milano), e Simone, imprenditore edile di 35 anni di La Morra (Cuneo). Quarto posto per Mary, manager risorse umane di 30 anni di Milazzo (Messina) e residente oggi a Villongo (Bergamo). Alla vincitrice 100.000 euro in gettoni d’oro, un corso di alta formazione presso ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana e il suo primo libro di ricette: “Pentole e zodiaco”, in uscita l’11 marzo (Baldini+Castoldi).

La proclamazione di Anna è avvenuta al termine dell’ultimo episodio di questa edizione, quello in cui i tre protagonisti della finalissima di sono sfidati presentando un proprio menù completo in quattro portate, valutato direttamente dai tre giudici. Prima di iniziare il proprio percorso a MasterChef Italia, la neo-vincitrice raccontava quella col senno di poi sembra una premonizione: «Mi sono vista più volte con i coriandoli che cadono su di me nello studio». Anna cucina da sempre: ha imparato dalla madre tutto quello che c’è da sapere sulla cucina orientale, quella europea invece l’ha studiata.

Parlando di sé, diceva: «Anna prima mi piaceva di più anche per un discorso di facilità di integrazione, adesso ho fatto inserire anche il nome cinese perché la mia cultura mi ha arricchita». Il suo nome in origine è Anna Yi Lan, i suoi genitori sono emigrati dalla Cina per avere un’altra figlia perché lì c’era la “legge del figlio unico”: quando lei è piccolissima si trasferiscono in Veneto, ma dopo le superiori torna a Milano per iniziare un percorso nella comunicazione della moda.

Qui inizia a lavorare come come sales manager in boutique di lusso ma si rende conto di non essere del tutto appagata perché, raccontava, «il mondo della moda non parlava la mia stessa lingua dell’amore»: così, durante il lockdown, legge libri di autori cinesi che la ricollegano con le sue radici, quindi prende coraggio e si licenzia. Ad oggi lavora saltuariamente come modella ma ha in testa l’immagine di «una grande tavolata costituita da persone provenienti da culture diverse che mangiano lo stesso cibo in armonia: io vorrei essere l’artefice di questo banchetto».

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Alla vigilia del suo ingresso in Masterclass diceva che in caso di vittoria avrebbe voluto continuare a studiare cucina e aprire un suo ristorante nel rispetto degli sprechi, ponendosi come obiettivo la stella verde Michelin.

Il suo menù della finalissima si chiama “L’Eden di YilAnna”, e vede come antipasto “Albero della vita e il suo elisir” (chips di riso verdi con capasanta marinata, mela verde e daikon, aioli alla menta, zenzero e finger lime, servito con un elisir di kombucha e agrumi), il primo “Il sorriso di mia madre” (raviolo ripieno di garusoli, fungo ostrica e guanciale, tobiko e dashi di zafferano), il secondo “Il potere del tempo” (pancia di maiale stufata e laccata con spezie orientali, insalata croccante di cetrioli, susine gialle e peperoncino, ricci di mare) e il dessert “Uguale babà no?” (babà al rum e osmanto, mousse di mozzarella e cocco, olio al tagetes).

Lo ha descritto così: «Un menù che è inevitabilmente legato al mio progetto di vita: un’oasi in cui ritrovare il benessere attraverso il cibo. Piatto dopo piatto se ne scoprono le fondamenta, ovvero gli elementi che hanno plasmato l’Anna che c’è oggi. Ho trovato nella cucina il mio modo di comunicare ciò che realmente sono – ha proseguito la nuova MasterChef italiana – perché per tutti sono sempre stata troppo cinese per essere italiana e troppo italiana per essere cinese. Oggi voglio esprimere l’unione e l’integrazione dei miei sapori, figli di un incontro necessario tra culture diverse e che insieme ambiscono a ricreare un equilibrio perfetto, una sorta di paradiso terrestre: L’Eden di YilAnna».

Anche i menù degli altri due finalisti hanno ricevuto grandi complimenti da parte dei giudici. Jack ha proposto “Ci vediamo dall’altra parte!”, che lui ha presentato così: «Detto così può sembrare strano, quasi tetro, ma ha un significato profondo. La prima volta che sentii questa frase me la disse un mio caro amico prima di partire per il giro del mondo, ricordando che comunque andrà noi ci rivedremo. È l’augurio di rivedersi, di tornare uniti al termine di un percorso che ci ha segnati, che esorcizza il timore, sfidando a testa alta la paura stessa, anche di noi stessi.

Così – ha aggiungo Jack – col mio menù voglio far fare un viaggio, attraverso ingredienti, sapori e cotture derivanti da ogni angolo più remoto del globo, partendo da un road-trip europeo, prima di un volo Italia-Giappone con scalo in Alaska, continuando per le profondità dei mari e concludendosi in un prato fiorito. E questo è ciò che voglio trasmettere, perché per me, con questo menù, si chiude un ciclo, un ciclo che mi ha fatto crescere e portato alla scoperta radicale dei miei sapori e idee. Ma nonostante questa cosiddetta fine, voglio sfidare a testa alta la paura della fine stessa, con i piatti che più mi descrivono, con l’augurio di “rivederci dall’altra parte”».

Il menù di Jack era così composto: come antipasto “Road Trip”, uno scampo cotto sulla griglia giapponese, salsa pil pil di scampi e wasabi, olio all’aneto, crema di zucca sweet&sour all’arancia; come primo “Giro del mondo”, appelletti con ripieno di king crab al plancton, brodo dashi, lamelle di daikon e caviale; come secondo “Profondo bianco”, moro oceanico con beurre blanc al sake, pepe di szechuan e togarashi, uva di mare, crema ai piselli e aglio orsino; come dessert, “Fioritura”, un gelato ai fiori di sambuco, gel al lime e jalapeno, crumble alla vaniglia, tuile di moscovado con polvere di sambuco e brodo di fragole e fiori di sambuco.

Simone invece ha presentato “Un giro nelle Langhe”, da lui descritto così: «Questo menù è dedicato alla mia terra, dove sono nato e cresciuto e alla quale devo tanto. Tutti gli ingredienti di questo percorso sono legati alla tradizione piemontese, in particolare delle Langhe. Ho voluto portare innovazione in ognuno di questi piatti, che con i loro sapori e profumi mi riportano sempre a casa. E casa per me è famiglia».

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Il menù era così composto: antipasto “Il vitello abbraccia il tonno”, vitello e tonno con spuma di salsa tonnata e polvere di capperi; primo “L’Alba nel piatto”, un raviolo bicolore con tuorlo morbido e fonduta e tartufo bianco; come secondo “Anatis”, anatra cotta a bassa temperatura e il suo fondo, funghi porcini, crema di peperoni gialli; infine, come dessert, “Il Barolo incontra il mascarpone”, un crumble di nocciole, crema al mascarpone e salsa al Barolo.

A un passo dall’Olimpo si è fermata Mary, che non ha superato la Mystery Box e l’Invention Test ideati dallo chef Mauro Colagreco, 3 stelle Michelin al “Mirazur” a Mentone in Francia. Lo “chef globale del nuovo secolo”, primo argentino a raggiungere la vetta dei World’s 50 Best Restaurants, ha portato in Masterclass i suoi quattro universi gastronomici (la frutta con il cedro, i fiori con il fiore di Cosmos, le foglie con la lattuga asparago, le radici con il sedano rapa), tanto affascinanti quanto complicati da trattare in cucina.

Intanto sono già aperti i casting per la prossima edizione. Per iscriversi basta andare sul sito masterchef.sky.it oppure scrivere su WhatsApp al numero +39 348 1501820.



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