Bocciata la richiesta di FI di alzare lo sconto Irap, le opposizioni scelgono l’astensione
Nonostante una disfida in Aula che ha ricordato per durata e clima infuocato una maratona di bilancio, alla fine la legge regionale sull’attrazione di investimenti industriali da 47 milioni di euro di fondi europei è passata a maggioranza ma senza un solo voto contrario. Si è astenuta, ribadendo le criticità riscontrate nel corso del dibattito consigliare, l’opposizione.Â
Ha votato a favore nonostante il disappunto manifesto Forza Italia che si è vista bocciare dagli alleati di Lega e FdI un emendamento che chiedeva di rimodulare lo sconto dell’1% sull’Irap per 5 anni su un simbolico +1,5%.
Le forze politiche si posizionano già rispetto al proprio elettorato. Lo fa FI con la capogruppo Elisa Venturini, nota per le modalità di mediazione rispetto al più agguerrito compagno di partito, Alberto Bozza: «Per noi quell’emendamento era una questione identitaria come lo è l’Autonomia per la Lega». Bozza da parte sua sottolinea come si sarebbe trattato di trovare soltanto 300 mila euro in più per dare un segnale concreto… E a far sobbollire gli azzurri è soprattutto quell’indiscrezione secondo cui il niet sul ritocco dello sconto Irap sarebbe arrivato direttamente da Roberto Marcato, assessore alle Attività produttive che ha firmato la legge approvata mercoledì. «Una certificazione che Marcato non passerà a Forza Italia dopo tutto» pungono gli azzurri. La Lega, da parte sua, col capo dell’intergruppo Alberto Villanova, si limita a un laconico «era un emendamento come un altro».
I 30 emendamenti
Le polemiche si fermano qui, mercoledì mattina, dopo tante dilazioni nelle scorse settimane, si è proceduti spediti al voto sui trenta emendamenti rimanenti tanto da approvare il testo finale subito dopo pranzo. Per le opposizioni qualche sparuto risultato (l’emendamento sulla sostenibilità energetica del M5S) e una critica corale: legge senza visione di lungo periodo. La pasionaria Vanessa Camani, capogruppo Pd che ha tenuto in scacco l’Aula per settimane, motivando l’astensione ha scandito: «per noi, le politiche industriali sono cruciali, e peraltro sono tornate a essere una priorità . La Regione deve cambiare rotta: serve un piano strategico, una visione complessiva che copra i prossimi decenni. Questa legge ha il limite di rincorrere singoli investimenti ma è priva di una lettura complessiva dei processi in campo». Risponde piccato Villanova redarguendo l’opposizione per «un ostruzionismo immotivato e insensato» per poi difendere, sempre contro le opposizioni «il modello economico veneto fondato sulle piccole e medie imprese». E per il capogruppo FdI, Lucas Pavanetto «è un buon inizio».
La soddisfazione
Chi non nasconde la soddisfazione è Marcato: «Mancanza di visione? È un piano presentato nel 2020, al termine di un percorso condiviso con le parti sociali e dopo una serie di importanti incontri. Non doveva essere un provvedimento omnibus. È una parte di un tutto molto più vasto». Chi ha contribuito alla nascita della legge è Enrico Carraro che commenta così: «L’approvazione di questa legge è per me la migliore conclusione del mandato da Presidente di Confindustria Veneto. Più di una volta ho sottolineato come, questa legge, sia sempre stata un obiettivo strategico della mia presidenza su cui abbiamo lavorato con impegno insieme a tutte le associazioni territoriali. Le cronache di queste ultime settimane – con l’inasprimento di politiche protezionistiche a suon di dazi – sottolineano ancora di più quanto sia importante creare quelle condizioni e quell’ecosistema in grado di attrarre grandi imprese nella nostra regione».
Soddisfatto anche il nuovo presidente, Raffaele Boscaini: «raggiunti obiettivi positivi: chi investe deve avere la certezza di poter dialogare con attori in grado di comprendere e rispondere alle naturali esigenze di collaborazione che emergeranno». E per Patrizio Bertin, Confcommercio: «Ben vengano tutti i provvedimenti che sostengono lo sviluppo e la crescita economica del nostro Veneto».
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