farmacisti
26 Febbraio 2025
False ricette, timbri rubati e uso improprio di farmaci di legali continuano essere un fenomeno diffuso e presente sul territorio che si presenta al banco dei farmacisti. IN Sardegna l’ordine di Sassari ha invitato gli iscritti a controllare sempre i timbri in controluce in caso di sospetto
di Simona Zazzetta
L’uso improprio di farmaci legali a scopo ricreativo torna sotto i riflettori evidenziando un problema più ampio legato da una parte alla falsificazione delle ricette dall’altra all’abuso di farmaci già presenti in casa da parte di adolescenti che li usano per sballarsi senza consapevolezza e percezione dei rischi. La diversione del farmaco, ossia l’utilizzo illegale di medicinali reperiti con mezzi leciti, è una pratica diffusa e i farmacisti sono ormai in allerta e un giovane con una prescrizione di benzodiazepine in mano può essere il segnale di un uso improprio. A occuparsene è l’Ordine dei farmacisti di Sassari che di recente ha inviato una circolare di alert sul fenomeno e con indicazioni pratiche su come verificare l’autenticità delle ricette per alcuni farmaci a rischio.
Il controllo delle ricette: falsificare è un processo accessibile
“L’Ordine ha chiesto a tutti i farmacisti di alzare la guardia – spiega sulla stampa sarda Marco Mignano, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Sassari. – Martedì scorso abbiamo ricevuto una segnalazione da un medico su possibili ricette falsificate e l’abbiamo immediatamente inoltrata all’autorità giudiziaria. Il giorno dopo, abbiamo inviato a tutte le farmacie una circolare per sensibilizzarle su prescrizioni sospette”.
Il riconoscimento delle ricette falsificate non è semplice, specialmente nelle farmacie affollate. Mignano racconta un episodio accaduto a Ittiri dove opera come farmacista: “Un giovane si è presentato con una ricetta per una benzodiazepina. La prima volta è passata inosservata, ma alla seconda ho avuto dei dubbi. Guardando il foglio in controluce, ho notato che il timbro non era apposto a mano, come se l’intero documento fosse stato riprodotto con una stampante. Ho quindi rifiutato la dispensazione del farmaco, trattenuto la ricetta e segnalato l’accaduto. È poi emerso che il ragazzo aveva preso una ricetta di un parente, l’aveva passata allo scanner, poi modificando l’immagine con un programma di fotoritocco, aveva cancellato il testo originale per sostituirlo con la richiesta di Rivotril. Se non avessi fatto la prova in controluce, non mi sarei accorto di nulla”.
Il ruolo dei farmacisti nella prevenzione
Le ricette false si ottengono con facilità, “si trovano istruzioni dettagliate su Internet e nel Deep Web” spiega Mignano”.
Salvatore Ingrosso, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Lucca, racconta le misure adottate nel proprio territorio: “Abbiamo bloccato diverse situazioni di questo tipo nella provincia di Lucca – racconta Salvatore Ingrosso, presidente dell’ordine dei farmacisti di Lucca -. Ci sono ragazzi che, presi dalla voglia di stordirsi con questi cocktail di alcol e di farmaci, falsificano e vendono addirittura le ricette. Noi come ordine abbiamo collaborato all’attività di indagine e verifica sul territorio di questi fenomeni cercando di tamponare laddove c’erano stati segnalati, ma è importante torna- re tra i giovani ed educarli all’attenzione per il farmaco, perché dobbiamo dissuaderli dall’uso improprio di medicinali e da queste attività illecite”.
Di oggi poi la notizia di una donna che si sarebbe presentata in diverse farmacie piemontesi con ricette di psicofarmaci prescritte da un medico di base di un’altra regione e senza specializzazione. Grazie ai sospetti sollevati da farmacisti è partita la segnalazione alle Forze dell’ordine e da un controllo è emerso che il medico di base a cui apparteneva il timbro apposto sul ricettario era stato derubato qualche mese prima.
I farmaci già presenti in casa
Oltre alle ricette falsificate, molti giovani reperiscono i farmaci direttamente nelle proprie case. “Dal 1° gennaio ho venduto 82 confezioni di farmaci a base di benzodiazepina. È un farmaco accessibile e molto diffuso. Se questa è la situazione in un piccolo centro come Ittiri, possiamo immaginare la portata del fenomeno in città più grandi”, racconta Mignano
Uno degli esempi più comuni riguarda le benzodiazepine, come spiega Paolo Milia, responsabile del SerD di Sassari in un’intervista a Nuova Sardegna: “Nella maggior parte delle famiglie è possibile trovare almeno una confezione di farmaci come il Tavor (lorazepam), il Rivotril (clonazepam) o il Minias (lormetazepam), spesso utilizzati per trattare disturbi del sonno o ansia. Se assunti correttamente, sotto controllo medico e nei dosaggi appropriati, questi farmaci sono relativamente sicuri e non bisogna demonizzarli. Tuttavia, quando vengono utilizzati in modo improprio, specialmente in combinazione con l’alcol, possono provocare effetti molto pericolosi. Particolarmente a rischio sono le benzodiazepine a emivita breve, come il Minias, che producono un effetto rapido e intenso, rendendole più simili a sostanze stupefacenti. Particolarmente pericolosa è la combinazione con l’alcol, che amplifica gli effetti sedativi e può portare a conseguenze gravi, fino alla depressione respiratoria e al rischio di overdose”.
Un altro farmaco sempre più utilizzato a scopo ricreativo è lo sciroppo per la tosse contenente codeina: “Questo principio attivo, in dosi normali, è un efficace sedativo della tosse, ma in quantità elevate agisce come un oppioide, inducendo effetti simili a quelli della morfina. Il cosiddetto “Purple Drank” o “Lean”, ottenuto mischiando lo sciroppo con bevande gassate zuccherate, è ormai un fenomeno diffuso anche in Italia. Lo zucchero e il gas delle bibite ne favoriscono l’assorbimento, aumentando la rapidità e l’intensità dell’effetto. Se si parla con gli adolescenti, è difficile trovarne uno che non lo conosca, a prescindere che l’abbia provato o meno”.
TAG: RICETTE FALSE, FALSE PRESCRIZIONI, BENZODIAZEPINE, CODEINA
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