Idroelettrico, Armani (Elettricità Futura): futuro roseo per settore che vale 35% rinnovabili. Ora la digitalizzazione

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Roma – “Un settore che rappresenta il 35% dell’energia rinnovabile in Italia e quindi la fonte principale di energia decarbonizzata: 40 terawattora, 15 milioni di famiglie equivalenti come consumo, rappresenta anche un terzo del patrimonio idrico da bacini artificiali d’Italia. 4 miliardi e 400 milioni di mc di acqua sono archiviati e garantiti da impianti che producono non solo energia ma distribuiscono anche acqua potabile”.

Così Gianni Vittorio Armani (Presidente Elettricità Futura) a margine del convegno sull’Idroelettrico tenutosi stamane alla Camera.

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“Dodicimila lavoratori sono impiegati nel settore. E’ la risorsa fondamentale per la sicurezza del sistema: oggi garantisce buona parte dei parametri tecnici che consentono di avere una tensione stabile, di non avere le luci che fluttuano in questa stanza. Chi ha vissuto il 2003, gli impianti idroelettrici sono stati quelli che hanno consentito di tornare alla luce dal blackout in Italia. E porta benefici concreti dal punto di vista economico e anche di stabilizzazione del prezzo, perché è quella fonte che consente di ridurre il consumo di gas nei momenti in cui ci sono i picchi di prezzo sul mercato elettrico e garantisce un’integrazione con le economie fragili dell’ambito montano in un contesto in cui tutto il mondo sta portando verso la urbanizzazione massiva all’interno delle grandi città, noi conserviamo come Paese un’economia florida in aree montane dove non sarebbe assolutamente possibile mantenere il lavoro senza la presenza dell’idroelettrico. Ma importante oggi all’alba di questa transizione energetica pensare a questa infrastruttura non come un’infrastruttura che ha finito il suo ciclo che sta lì e rimarrà per altri 150 anni. Un’infrastruttura che ha bisogno di investimenti: solo l’80% della capacità degli invasi è effettivamente autorizzata e oggi sfruttata quindi c’è un potenziale ancora di crescita”.

“C’è la sfida della digitalizzazione su queste sono infrastrutture che sono state concepite 150 anni fa quando non c’erano nemmeno i sistemi di telecomunicazione. La comunicazione tra la centrale e chi consumava era fatta semplicemente sentendo l’elettricità sul filo quindi non c’era assolutamente comunicazione. La Trasformazione che può consentire la digitalizzazione è incredibile. Sono impianti che si integrano perfettamente con le fonti non programmabili e consentono di aumentare quella quota di penetrazione delle fonti rinnovabili dentro il sistema elettrico che consente di spiazzare più gas e quindi di produrre più rinnovabile e consumare meno gas e quindi ridurre anche i prezzi del gas. La strategicità di questa risorsa è chiara non solo in Italia, ma anche in tutto il resto d’Europa. L’Europa recentemente, nel 2021 ha eliminato una procedura di infrazione che aveva avviato nei confronti di Portogallo, Germania, Svezia e Francia che avevano bloccato il processo di riassegnazione delle concessioni. Questo per sottolineare che l’infrastruttura è talmente strategica che ogni Paese può decidere, secondo la Commissione europea, opportunamente su questo tema.

“Questo implica che come Paese dobbiamo ragionare e guardare anche come si muovono gli altri Paesi, qual è la reciprocità che vogliamo garantire in un settore che comunque ha un livello di occupazione, di integrazione con i territori molto importante e che muove una filiera complessivamente di imprese legate allo sviluppo dell’idroelettrico importantissimo che producono 27 miliardi di fatturato su tutta la catena del valore degli impianti legati all’idroelettrico. siamo il secondo player in questo settore e quindi garantiamo occupazione anche come indotto. Complessivamente il futuro dell’idroelettrico vede maggiore flessibilità, maggiore capacità di accumulo, necessità di adattarsi al cambiamento climatico. I ghiacciai arretrano, bisogna costruire captazione dell’acqua prima che vada in falda molto più arretrata: questo richiede investimenti importanti. Sono stati stimati 15 miliardi di investimenti dal settore per poter rilanciare questo comparto e garantire all’Italia un futuro per questa risorsa che ci ha seguito per 150 anni di storia”.






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