Rinnovabili, “stabilire equilibrio uomo e natura”

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Coldiretti ha presentato le osservazioni: ridurre al minimo distanze entro cui possono essere installati i FER da autostrada, superstrada e ferrovia

PROVINCIA DI LIVORNO — Coldiretti Livorno ha proposto delle modifiche nell’ambito della discussione sulla legge delle aree idonee e non idonee in Toscana per l’installazione degli impianti da fonti di energie rinnovabili.

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“Ridurre al minimo la fascia adiacente alla rete autostradale e stradale a due carreggiate e alla linea ferroviaria dove oggi, stando all’attuale proposta di legge, sarebbe consentita l’installazione, anche nelle aree agricole, di impianti per la produzione di energia rinnovabile. – hanno spiegato – Il limite entro una distanza non superiore ai 150 metri va rivisto perché penalizzerebbe in maniera eccessiva un territorio come quello della provincia di Livorno tagliato in due dalla superstrada, dalla rete autostradale e da quella ferroviaria”.  

“Coldiretti è stato il primo soggetto a denunciare il fenomeno delle speculazioni energetiche in Toscana e a chiedere ed ottenere una legge nazionale che vieti l’installazione dei pannelli solari a terra a tutela delle aree agricole. – hanno ricordato – Ferma la contrarietà anche all’eolico: posizione ribadita anche negli scorsi giorni”. 

“Coldiretti – ha spiegato il presidente provinciale Simone Ferri Graziani – non si è mai opposta alle agroenergie ma ha lottato, portando in piazza migliaia di agricoltori, per salvaguardare il suolo dalle speculazioni energetiche chiedendo ed ottenendo con una legge nazionale il divieto di installare pannelli fotovoltaici a terra, una linea di principio che diventerà parte integrante della legge regionale. Così come abbiamo lottato per ottenere più risorse per permettere alle nostre aziende di realizzare sui tetti di stalle, fienili e serre i pannelli per abbattere i costi energetici. C’è molta preoccupazione tra le imprese soprattutto nei territori dove l’installazione di parchi solari ed eolici rischiano di avere un impatto devastante sul paesaggio che è parte integrante della qualità delle produzioni, dell’ambiente e della loro narrazione. Per la provincia di Livorno, per la sua particolare conformazione lunga e stretta, questo impatto sarebbe catastrofico”. Coldiretti smonta il presupposto che ha mosso la scelta di prevedere impianti in una fascia entro i 150 metri da autostrade e binari: “le aree limitrofe a zone industriali così come autostrade sono considerate compromesse e degradate da qui la direzione di consentire l’installazione di impianti anche nelle aree agricole. – ha proseguito – Possiamo considerare il paesaggio che caratterizza per esempio l’area del bolgherese e della Val di Cornia degradato o compromesso in un qualche modo? Quel parametro deve essere rivisto e ridotto al minimo anche considerando l’evolversi continuo delle nuove tecnologie nel settore dell’energia sostenibile senza consumare suolo. E’ una porta che dobbiamo lasciare aperta oggi con lungimiranza per stabilire un equilibrio tra uomo e natura”.

L’altro tema al centro delle perplessità manifestate da Coldiretti è l’assenza di un vincolo tra le aree con coltivazioni di pregio e l’individuazione delle aree non idonee: “nella proposta non c’è alcun riferimento alle coltivazioni di pregio che sono asset strategici per l’economia della nostra regione. Chiediamo coerenza legislativa inglobando nella proposta di legge le linee guida nazionali che prevedono appunto che le aree di pregio coltivate a produzioni biologiche, Dop e Igp in zone a valenza paesaggistica, culturale ed ambientale siano inserite tra le aree non idonee e quindi dove non si possono realizzare impianti. – ha concluso il presidente provinciale Ferri Graziani – Ci sono ancora margini per trovare il giusto equilibrio che ci permetta di rispettare gli impegni energetici e di tutelare l’agricoltura ed il nostro patrimonio paesaggistico, naturale e culturale”.





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