sequestrati 2 milioni a Cesare Longoni

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Sequestro milionario nella Brianza lecchese. La Guardia di finanza di Milano ha eseguito, nel corso della mattinata di mercoledì 26 febbraio, un importante sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 2,2 milioni di euro nei confronti dell’imprenditore lecchese Cesare Longoni. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, rientra nella più ampia applicazione della normativa antimafia e rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’imprenditore 51enne.

Longoni, già noto alle forze dell’ordine e alla magistratura per precedenti condanne per trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta, deve inoltre rispondere di ulteriori accuse per illeciti penali-tributari e abusivismo finanziario.

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La sproporzione patrimoniale al centro delle indagini

Gli accertamenti economico-patrimoniali, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, hanno rivelato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati da Longoni e il suo effettivo tenore di vita. Il patrimonio accumulato dall’imprenditore è risultato “assolutamente incompatibile rispetto alle proprie disponibilità lecite”, secondo quanto riferito dalla Procura meneghina.

Le indagini hanno evidenziato come Longoni abbia “strumentalmente utilizzato diverse società per la commissione di reati fiscali”, accumulando nel tempo un consistente debito nei confronti dell’Erario. Questa strategia di evasione fiscale sistematica ha permesso all’imprenditore di costruire un impero economico ora finito nel mirino degli inquirenti.

I beni oggetto del sequestro

Il decreto di sequestro ha colpito un patrimonio variegato e dislocato in diverse province del Nord Italia e in Sardegna. Nello specifico, sono stati posti sotto sequestro:

  • 9 unità immobiliari (6 fabbricati, tra cui una villa, e 3 terreni) situate nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Como e Cagliari;
  • 3 autoveicoli;
  • 3 rapporti bancari;
  • il contenuto di una cassetta di sicurezza;
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  • una società immobiliare con sede a Milano;
  • quote di partecipazione in altre 2 società di capitali.

La Guardia di Finanza sta attualmente procedendo alle operazioni di immissione in possesso dei beni sequestrati, che verranno affidati a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Milano.

Il precedente

Un’indane del 2023 aveva già portato all’arresto di Longoni insieme ad altri due soggetti: Niccolò Gasparri, imprenditore 61enne originario di Legnano, e Vincenzo Boragina, 34enne di Lecco, che avrebbe fatto da prestanome nell’operazione.

Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Giorno” nel giugno 2023, i tre avrebbero orchestrato un’elaborata frode attraverso “una serie di investimenti e operazioni societarie a cascata”, acquisendo tramite la società Okman Srls di Vimercate un complesso immobiliare sulla ex Statale 36 a Calco. L’immobile, formalmente intestato a terzi per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, sarebbe stato acquistato a un prezzo nettamente inferiore al suo valore reale, senza versare l’IVA dovuta e bonificando “centinaia di migliaia di euro in nero su conti esteri”.

La lotta alla criminalità continua

Il procuratore della Repubblica di Milano ha sottolineato l’importanza della “stretta sinergia tra l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza nel garantire l’integrità finanziaria ed economica del Paese attraverso mirati accertamenti economico-patrimoniali e finanziari”. L’operazione odierna si inserisce in un più ampio quadro di azioni volte a “individuare e sottrarre, a soggetti connotati da determinate forme di pericolosità sociale, i patrimoni illecitamente accumulati”. È importante precisare che il procedimento di prevenzione si trova ancora nella fase antecedente alla prima udienza di discussione fissata dal Tribunale e che gli effetti del sequestro di prevenzione potranno considerarsi definitivi solo in caso di confisca irrevocabile.



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