Dichiarazione di Roma. Adottata al seminario nazionale italiano del 20 febbraio 2025
Innovazione, sostenibilità , circolarità , formazione, credito: le proposte di Confindustria Moda e dei sindacati nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil che, nell’ambito del contesto comunitario, dialogano per definire una strategia di politica industriale settoriale da proporre al Governo italiano ed alla Commissione UE per il sostegno, il consolidamento e lo sviluppo della filiera delle imprese del tessile-abbigliamento.
L’industria italiana del tessile-abbigliamento si conferma come la più importante filiera produttiva a livello europeo, capace di offrire a tutti i mercati mondiali una vasta gamma di prodotti che uniscono allo stile ed alla creatività italiani l’alta qualità delle lavorazioni e la funzionalità delle finiture e dei materiali.
Tutto ciò è reso possibile dalla presenza nel Paese di una vastissima rete di aziende, anche organizzate in distretti industriali storici ma nel tempo in grado di rinnovarsi e di presidiare tutte le fasi produttive della filiera tessile – abbigliamento – moda: circa 40.000 aziende (60.000 se si comprendono gli altri comparti della moda), di tutte le dimensioni, dai grandi brands internazionali alle medie industrie di filiera, alle PMI specializzate nelle singole fasi del processo produttivo. Circa 400.000 addetti diretti (580.000 a livello di settore moda in generale). Un fatturato annuale di circa 64 miliardi di euro, in gran parte frutto di esportazioni in tutti i mercati internazionali.
Ma tutti questi primati non sono acquisiti per sempre. Necessitano di investimenti in grado di rinnovare continuamente prodotti e processi e di mantenere alta la qualità che nel tempo ha contraddistinto la manifattura italiana, sia da parte delle aziende che di tutto il sistema Paese. Ciò soprattutto nell’attuale difficile congiuntura internazionale post-pandemica, nella quale alle incertezze derivanti dalla precaria situazione geo-politica si aggiungono le incognite insite nella grande rivoluzione tecnologica e digitale già in atto e le minacce sempre incombenti portate dalla concorrenza sleale dei mercati a basso costo.
Oltre a ciò, l’industria tessile e dell’abbigliamento italiana, insieme a quella europea, è destinata a una grande trasformazione che influenzerà sia le aziende che i lavoratori, sia i prodotti che i metodi di produzione. L’industria tessile risulta essere la seconda industria per emissioni di inquinanti con specifico riferimento alle emissioni di CO2, a cui vanno aggiunte gli impatti ambientali derivanti dall’utilizzo dell’acqua e all’utilizzo di reagenti chimici. La strategia dell’UE, che ha già indicato la giusta rotta attraverso il green deal, mira a garantire, che entro il 2030 i prodotti tessili e di abbigliamento immessi sul mercato dell’UE siano durevoli, riutilizzabili, riparabili e/o riciclabili, con il settore che passa da un modello di business lineare a uno circolare. La strategia copre le transizioni verdi e digitali, sottolineando al contempo la necessità di garantire la competitività nel contesto globale.
In questo contesto, le parti sociali del settore tessile e dell’abbigliamento sono unite nello sforzo per salvaguardare il settore e garantire una transizione di successo dell’industria italiana verso una dimensione più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, garantendo al contempo che il settore rimanga economicamente competitivo e resiliente, in grado di continuare a garantire buoni posti di lavoro sotto tutti i punti di vista.
Per fare tutto ciò riteniamo importante intensificare il dialogo tra le parti sociali e favorire il coinvolgimento diretto dei lavoratori nelle trasformazioni del nuovo processo produttivo, cominciando dalla condivisione della rendicontazione di sostenibilità , nella quale si declina l’impegno verso il vero sviluppo sostenibile dell’impresa.
Il progetto finanziato dall’UE “Stitch Together” si inserisce come una tappa ulteriore di una cooperazione a lungo termine, in cui è stata prestata attenzione alla messa a punto di strategie per lo sviluppo industriale e il progresso sociale, al rafforzamento della rappresentatività delle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, allo sviluppo di competenze e capacità e alla diffusione del dialogo sociale e della contrattazione collettiva tra le parti sociali datoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale da applicare lungo tutta la filiera.
Al seminario nazionale italiano del 19-20 febbraio 2025 a Roma, le parti sociali partecipanti hanno concordato sui seguenti punti:
- L’impegno a lavorare insieme per garantire una trasformazione verde e digitale di successo del settore, sfruttando le opportunità di crescita e assicurando una transizione socialmente giusta che crei un lavoro dignitoso per tutti.
- L’impegno a definire in tempi celeri un documento congiunto di proposte prioritarie per la definizione di una politica industriale seria, da sottoporre al Governo italiano al fine di porre in atto una strategia coordinata di sostegno e sviluppo al settore sui temi portanti della competitività : innovazione, sostenibilità , circolarità , formazione, credito. Ciò nell’ambito e in coerenza con il nuovo percorso di transizione tracciato in sede europea.
- La volontà congiunta di collaborare con le istituzioni nazionali e locali, e gli istituti scolastici, gli enti formativi accreditati e riconosciuti per fornire i mezzi necessari per orientare, attrarre e formare i giovani nell’accesso al mondo del lavoro nel nostro settore; di stimolare la formazione continua e l’individuazione degli strumenti adeguati per riqualificare i lavoratori già attivi, per salvaguardarne le professionalità acquisite ma al tempo stesso aggiornarne le competenze, anche attraverso il sostegno concreto del Patto per le competenze TCLF dell’UE.
- L’impegno a collaborare alla promozione della legalità e del lavoro dignitoso lungo tutta la filiera, sia nazionale che a livello internazionale, nel rispetto e per la promozione a livello globale delle normative e delle pratiche europee di commercio responsabile e di due diligence.
- La richiesta congiunta al Governo e all’Unione europea di supportare, sia a livello gestionale che economico, la prossima trasformazione delle industrie tessili e dell’abbigliamento, gli aggiornamenti tecnologici e delle competenze, lo sviluppo regionale e la giusta transizione.
- L’impegno nel dialogo sociale a livello europeo che possa sostenere un processo di cambiamento settoriale efficace e duraturo.
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