(ACON) FOTOVOLTAICO. PELLEGRINO (AVS): DDL 38 DEVE CHIARIRE AREE VIETATE

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(AGENPARL) – Roma, 25 Febbraio 2025

(AGENPARL) – mar 25 febbraio 2025 (ACON) Trieste, 25 feb – “Il 3 luglio scorso ? entrato in
vigore il decreto 21 giugno 2024, con il quale il ministero
dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha disciplinato
l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione
di impianti a fonti rinnovabili. Obiettivo ? ripartire fra le
regioni e le province autonome il conseguimento di 80 GW di
potenza aggiuntiva da fonti rinnovabili al 2030, stabilendo
principi e criteri omogenei per individuare superfici ed aree
(idonee e non idonee) all’installazione di tali impianti. Le
Regioni, garantendo il coinvolgimento degli enti locali, sono
quindi tenute a individuare con propria legge sul loro
territorio: superfici e aree idonee, superfici e aree non idonee,
superfici e aree ordinarie, le aree ove ? vietata l’installazione
di moduli fotovoltaici collocati a terra”.
La spiegazione ? arrivata all’Aula da Serena Pellegrino (Alleanza
Verdi e Sinistra), relatrice per la minoranza del disegno di
legge 38 sull’installazione degli impianti a fonti rinnovabili
(Fer) a nome anche degli altri componenti del Gruppo Misto,
ovvero Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) e Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg), dopo che tutti e tre in IV Commissione hanno
respinto il testo in quanto non ? stato accolto alcun emendamento
da loro proposto.
“Riteniamo sia indispensabile ricercare quanto pi? possibile la
produzione energetica ricavata dalle fonti rinnovabili, ma
l’interesse pubblico alla transizione energetica e l’imperativo
alla riconversione ecologica dell’economia e della societ? – ha
evidenziato Pellegrino – devono essere bilanciati con le esigenze
di conservazione del paesaggio e dei beni culturali, di
salvaguardia ambientale e di mantenimento delle risorse e
capacit? produttive agricole. Gli investimenti dei privati
cittadini e delle imprese sulle fonti rinnovabili vanno
sostenuti, ma deve essere chiaro che questi devono essere
funzionali all’utilit? sociale e in primis agli scopi per il
consumo locale”.
“E’ urgente emanare una norma regionale che possa individuare le
aree idonee, quelle non idonee, ma soprattutto – ha rimarcato –
chiarire che vi sono delle aree nelle quali ? vietata
l’installazione dei moduli fotovoltaici a terra. In caso
contrario la speculazione avr? facile presa e i proponenti
avranno tra gli agricoltori, soprattutto in quelli che producono
mais e soia, i migliori alleati, vista l’occasione di affittare i
propri terreni ad un canone 4-5 volte superiore al reddito
agricolo ordinario”.
“La fretta dell’assessore ha fatto da padrona: teme la sentenza
del Tar del Lazio che potrebbe far rivedere buona parte del ddl
se non venisse approvato entro il 27 marzo prossimo, data limite
entro la quale verr? emessa la sentenza”, ha aggiunto la
consigliera, chiedendosi poi “cosa accadr? se il Tar del Lazio
dovesse accogliere l’impugnazione del decreto ministeriale Aree
idonee, che ? oggetto anche di sospensione cautelare da parte del
Consiglio di Stato nella parte del dispositivo dell’articolo 7
che consente alle Regioni di restringere il campo di applicazione
delle aree ‘immediatamente’ idonee”.
“? evidente che questo disegno ? stato scritto in modo
prudenziale proprio per evitare che sia impugnato dal Consiglio
dei ministri, tanto da sembrare la fotocopia delle norme
nazionali. Ci sono volute le audizioni e i nostri sproni – ha
affermato Pellegrino – per farvi limare soprattutto l’art. 5
delle aree non idonee per mettere qualche paletto in pi? ed
evitare che vi sia, nella nostra campagna, il proliferare
selvaggio di nuovi impianti. Ci auguriamo che con gli emendamenti
che porterete in Aula ci possa essere un po’ pi? di coraggio
perch? lasciare le vere definizioni restrittive solo alle pagine
delle linee guida, che vedranno la luce fra dodici mesi (peraltro
il termine non ? nemmeno perentorio), rischia di far ingolfare di
richieste le amministrazioni comunali lasciate senza strumenti di
difesa”.
Per la consiglilera Avs, imprescindibili solo “la qualit? del
progetto, il dettaglio per la sua realizzazione e per
l’ottenimento di una certificazione ambientale dell’impianto,
come ad esempio l’Emas: solo cos? possiamo dire che
l’agrivoltaico riduce al minimo il suo impatto”.
A tutto questo “si deve abbinare una cartografia dettagliata,
soprattutto delle aree idonee, che definisca in modo
inequivocabile dove e come ? possibile realizzare gli impianti
fornendo le priorit?: aree militari e industriali dismesse,
capannoni, tetti delle abitazioni, cave e aree gi? compromesse,
nell’ottica che il Friuli Venezia Giulia ? dotato di un Piano
paesaggistico regionale. La cartografia, studiata nei dettagli
soprattutto con i Comuni, dovr? essere prodotta nel minor tempo
possibile poich? ? migliore strumento per chiarire dove potranno
essere posizionati gli impianti”.
“Come espresso dalla Soprintendenza, per raggiungere l’obiettivo
stabilito per il Fvg sono sufficienti 35,5 chilometri quadrati,
reperibili senza sacrificare alcuna area tutelata”, ha chiosato
Pellegrino.
ACON/RCM-fc
251350 FEB 25

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