L’ok dei giudici alla perizia psichiatrica presentata dal difensore di Sangare accolto tra sgomento e perplessità dai familiari della 33enne uccisa
Le ultime notizie che arrivano dalla cronaca giudiziaria ci riportano indietro nel tempo, a quella agghiacciante notte tra il 29 e il 30 luglio del 2024, quando Moussa Sangare – l’uomo reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni – ha ucciso a freddo la 33enne barista a Terno d’Isola (Bergamo), aggredendola mentre passeggiava nelle vicinanze di casa, e accoltellandola a morte senza un perché. Ebbene oggi, per quell’efferato delitto senza movente, i giudici hanno accolto la richiesta di perizie psichiatriche. A presentare la domanda per fare luce sulla capacità di intendere e di volere dell’uomo al momento del delitto è stato il legale del killer reo-confesso e i giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno dato parere favorevole. A sostegno dell’istanza avanzata, il difensore ha parlato di «atteggiamenti distaccati dalla realtà» per il suo assistito.
Omicidio Sharon Verzeni, processo al via oggi
Comprensibile lo sgomento dei familiari di Sharon Verzeni, rimasti «sorpresi» per la decisione della Corte d’Assise di Bergamo. E che in merito agli sviluppi della vicenda giudiziaria, hanno commentato: «Confidiamo sempre nella giustizia», ha voluto sottolineare – come riporta il Tgcom24 – il padre della vittima, Bruno Verzeni. Aggiungendo comunque: «Siamo stati un po’ sorpresi dalla decisione, soprattutto sull’ammissione della perizia sulla capacità processuale – ha spiegato il papà di Sharon, che aveva accanto a sé la moglie Maria Teresa e la figlia Melody –. Comunque confidiamo lo stesso nella Corte e speriamo di ottenere giustizia».
Chiesta la perizia psichiatrica per il reo-confesso Sangare
Sì, perché novità processuale e commenti in calce dei familiari della vittima, è chiaro che la decisione dei giudici di disporre una perizia psichiatrica per l’assassino di Sharon Verzeni rappresenta un passaggio cruciale nell’iter giudiziario dall’alto valore meta-giurisprudenziale. Se da un lato, infatti, è fondamentale accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del crimine, dall’altro è comprensibile il timore che una diagnosi di infermità mentale possa ridurre la pena o portare a misure alternative alla detenzione. In casi così drammatici, infatti, la giustizia è chiamata a bilanciare il diritto alla difesa con il bisogno di garantire una pena equa e la sicurezza della collettività. Un difficile gioco di equilibri che sempre più spesso i congiunti di una vittima di violenza affrontano con timore e perplessità.
I giudici accolgono l’istanza del difensore, choc dei familiari della vittima
E non solo i familiari delle vittime: l’omicidio di Sharon Verzeni infatti, come noto, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e la comunità di Terno d’Isola, nella Bergamasca, in particolare. Ripercorriamo allora, in rapida sintesi, le principali tappe di questo tragico caso.
Omicidio Sharon Verzeni, le tappe dell’orrore e del mistero
È il 30 luglio 2024 quando, poco dopo la mezzanotte, Sharon Verzeni viene aggredita e accoltellata mentre passeggia da sola in Via Castegnate. Nonostante riesca a chiamare il 112 per chiedere aiuto, le ferite riportate risultano fatali. E la 33enne barista del posto muore poco dopo in ospedale. Un mese dopo – quando siamo ad agosto 2024 – le indagini alle prese con un omicidio violento quanto misterioso, si concentrano sull’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza. Un uomo in bicicletta, ripreso mentre si allontana dalla scena del crimine, diventa il principale sospettato.
Le indagini, i sospetti, il fermo
A fine mese poi – il 30 agosto 2024 – esattamente 30 giorni dopo dopo l’inizio delle ricerche –. Con diverse piste che si affastellano. Testimonianze confuse e in qualche caso reticenti. E immagini delle telecamere di video-sorveglianza passate al setaccio, i carabinieri arrestano Moussa Sangare: 31 anni, identificato come l’uomo in bicicletta. Durante l’interrogatorio, Sangare confessa l’omicidio e lì, scioccando ancora una volta tutti, dichiara di aver agito senza un motivo preciso… Infine, a dicembre 2024 le analisi del Dna confermano la presenza di tracce genetiche di reo-confesso sulla bicicletta utilizzata la notte del delitto, rafforzando le prove a suo carico.
Omicidio Sharon Verzeni, processo al via tra “sorpresa” e timori
E siamo ad oggi, 25 febbraio 2025: inizia il processo a carico di Moussa Sangare. I giudici dispongono una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del crimine. E il caso si riapre in tutto il suo tragico potenziale, tornando a sollevare numerosi interrogativi…
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