Pennabilli: intellettuali e artisti scrivono ai Presidenti della Regioni contro le pale eoliche in Appennino

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Nel Montefeltro sono otto i progetti di impianti eolici per complessivi 58 aerogeneratori di grandissima taglia (fino a 200 metri di altezza, due volte la torre degli Asinelli di Bologna). Gran parte di questi aerogeneratori sarebbero collocati in Toscana – ma al confine con le Marche e la Romagna – e il primo progetto, denominato “Badia del Vento” potrebbe essere autorizzato a breve dalla Toscana. Si assisterebbe così alla trasformazione dell’intera area in un complesso industriale eolico con abbattimenti di ettari di bosco e impatti sulla stabilità dei versanti, con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto.

 

Un appello per la tutela di questi territori arriva dal mondo della cultura e dalle principali associazioni con oltre 250 firme. Tra gli altri, hanno sottoscritto la lettera la cantautrice Nada Malanima, il compositore Andrea Guerra, il direttore d’Orchestra Manlio Benzi, il Musicista Massimo Zamboni, il Direttore dell’Accademia Belle Arti di Urbino Luca Cesari, lo storico e critico d’arte Alessandro Giovanardi, la produttrice cinematografica Francesca Andreoli, il Geografo Daniele Zavalloni, il regista Marco Bertozzi, la critica d’arte Martina Cavallarin, la storica e già direttrice della biblioteca Gambalunga di Rimini Oriana Maroni, l’autrice e storica d’arte Raffaella Zama, la presidente dell’Associazione des Vergers Rosita Copioli e la critica d’arte e scrittrice Sabrina Foschini.

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Hanno sottoscritto la lettera anche rappresentanti delle principali associazioni e dei comitati locali, tra le quali Italia Nostra Aps, WWF Forlì Cesena, CAI, Amici della Terra, Associazione Altura, Associazione Chiocciola, i Cammini di Francesco in Toscana, Crinali Bene Comune, Appennino Sostenibile, Associazione D’là de’ Foss APS, Associazione Atto Primo Ambiente e Cultura, Artisti in Piazza Pennabilli Festival, Associazione Italia Tibet, rappresentanti della Coalizione TESS e Confcommercio Rimini.

Di seguito si riporta il testo integrale della lettera inviata ai due presidenti:

Da chi ci governa e amministra ci aspetteremmo azioni di tutela dell’equilibrio tra Natura e sviluppo antropico, ma risulta evidente che stia accadendo l’esatto opposto.

Con il recente Disegno di legge aree idonee e non idonee agli impianti da fonti di energia rinnovabile, la Regione Toscana diventerà un catalizzatore delle speculazioni che avranno il solo risultato di vedere stravolto il proprio paesaggio con distese di pannelli fotovoltaici nei campi ed enormi pale eoliche sulla dorsale appenninica. I danni all’ambiente, al paesaggio e all’agricoltura saranno enormi e si riverseranno anche nei territori confinanti e quindi anche nell’Alta Valmarecchia (tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana sta per arrivare un’invasione di quasi 60 pale eoliche alte fino a 200 m).

I firmatari di questa lettera non sono contrari alla cosiddetta “transizione energetica”. Che va però realizzata con criterio, utilizzando le aree già disponibili, sufficienti per raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea. Le ditte proponenti non devono essere favorite nelle loro attività predatorie. Vanno al contrario indotte a presentare i propri progetti per aree abbandonate e degradate, per arterie autostradali e ferroviarie, per terreni già edificati con capannoni industriali o parcheggi o per zone industriali. In questo modo, realmente effettivo e vincolante, si imporrebbe la priorità dell’utilizzo del brown field ovvero di aree industriali o commerciali abbandonate o sottoutilizzate delle quali è possibile o auspicabile la riconversione.

Ciò che sta accadendo, invece denota un modo di procedere, affrettato, poco avveduto, condizionato da forti interessi economici se non addirittura gravoso per la cittadinanza (vedi le centinaia di miliardi di euro per finanziare gli incentivi alle rinnovabili pagate in gran parte dai cittadini attraverso le bollette di fornitura di energia elettrica).

La motivazione del così detto “Interesse Pubblico Prevalente” previsto dalle direttive europee per la realizzazione di questi impianti, ci vede al cospetto di un super-interesse “tiranno”-lotta al mutamento climatico e raggiungimento della neutralità climatica- dinanzi al quale bisogna solo recedere e soccombere.

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Non siamo esattamente in queste condizioni.

Considerato che il patrimonio culturale, naturale e paesaggistico della Nazione è il vero fondamento della nostra identità, nonché una sorgente di duratura ricchezza spirituale e materiale, economica e morale, la situazione attuale non deve impedire di guardare illuministicamente alla realtà e il dato di fatto dal quale partire è la constatazione, oggettiva e vera, della situazione globale: l’Italia contribuisce alle emissioni mondiali di gas climalteranti (all’incirca) per uno 0,8%.

Che cosa significa tutto questo? Che autorizzare gli enormi impianti sui nostri crinali soddisfa appieno il desiderio di guadagno di chi le deve realizzare, ma è totalmente irrilevante sul piano della lotta al mutamento climatico.

Il concetto di sostenibilità e quello di transizione energetica, sfruttati per sostenere la necessità di tali operazioni, ha perso in realtà ogni valore ed è ormai ridotto a mero slogan che legittima ogni azione e forma di estrattivismo e sfruttamento dei territori. Siamo purtroppo di fronte a una condizione di inganno concettuale in cui diviene possibile una contrapposizione elettiva e fasulla tra il Bene e la Bellezza, una distinzione astratta e strumentale, ma, in realtà, inesistente, tra l’ambiente e il paesaggio, tra idealismo delle istanze estetiche/paesaggistiche e realismo delle necessità economiche. È, difatti, indispensabile ricordare i danni che impianti eolici così numerosi e di dimensioni colossali arrecheranno per la loro installazione ai luoghi destinati al loro collocamento, territori a rischio idrogeologico che saranno sottoposti a sbancamenti immensi di terra e roccia e al massiccio disboscamento, mentre il loro funzionamento porrà fine a buona parte della flora e della fauna selvatica locale.

Rivolgiamo quindi il nostro appello al Presidente della Toscana Eugenio Giani e al Presidente dell’Emilia Romagna Michele de Pascale per una transizione energetica razionale, con una governance non inficiata da logiche di sfruttamento e da meri interessi speculativi.

In questo preciso momento chi ha la responsabilità di tutelare gli interessi della collettività, di fronte alla crisi energetica e ambientale corrente, deve prendere decisioni in modo serio, trasparente, pianificato e lungimirante, senza lasciare il tutto alla mercé degli interessi privati dell’industria delle energie rinnovabili.

Per questo motivo chiediamo al Presidente dell’Emilia Romagna di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale di tutela della Valmarecchia e al Presidente Giani di rispettare le programmazioni dei territori confinanti”.

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