Perché Scorsese e Spielberg sono preoccupati per i cinema a Roma e cosa c’entra la Lega

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Pasquale Ciacciarelli, appena ‘spogliato’ della delega all’Urbanistica, è il ‘padre’ della legge sulla Semplificazione della Regione Lazio che rischia di abbattersi sulle sale cinematografiche romane. L’appello delle star di Hollywood

Un tempismo invidiabile, e anche una bella gatta da pelare per chi l’ha ereditata. Pasquale Ciacciarelli, assessore leghista della Regione Lazio, si è visto sfilare la delega più pesante, quella all’Urbanistica, proprio mentre la legge più importante da lui proposta e adottata dalla giunta regionale lo scorso agosto è finita al centro di una polemica internazionale.

Il provvedimento in questione è la pdl ‘Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio’, che all’art. 5 prevede ‘Disposizioni in tema di cinema e audiovisivo’. Il provvedimento, se approvato dal Consiglio regionale, consentirebbe – in sintesi – di trasformare le sale cinematografiche chiuse di Roma in hotel di lusso, centri commerciali e supermercati, cancellando così – questa è l’accusa che viene mossa – pezzi importanti del patrimonio culturale della Capitale.

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La reazione del mondo del cinema non si è fatta attendere. Ma non solo in ambito capitolino. Si sono scomodati anche oltreoceano: il regista Martin Scorsese ha lanciato un appello contro la norma, definendola “un sacrilegio” e invitando le istituzioni italiane a bloccarne l’approvazione.

SCORSESE E SPIELBERG IN PRIMA LINEA, CHI SONO I FIRMATARI DELL’APPELLO ‘INTERNAZIONALE’

L’appello di Scorsese ha raccolto un’adesione massiccia da parte di registi, attori e personalità del cinema internazionale. Steven Spielberg è stato uno degli ultimi a firmare, unendosi a nomi del calibro di Francis Ford Coppola, Jane Campion, Wes Anderson, J.J. Abrams, Giulia D’Agnolo Vallan, Judd Apatow, Fanny Ardant, Yorgos Lanthimos, Olivier Assayas, Efe Cakarel, Damien Chazelle, Pedro Costa, Willem Dafoe, Robert Eggers, Joanna Hogg, Dawn Hudson, Ella Kemp, John Landis, Elena Latorre, Ken Loach, Radu Mihaileanu, Frank Oznowicz, Paweł Pawlikowski, Lynn Rawlins, Isabella Rossellini, Mark Ruffalo, Shawn Sachs, Paul Schrader, Santiago Segura, Léa Seydoux, Jeremy Thomas, John Turturro, Thomas Vinterberg, Debra Winger, Aaron Yap, Alfonso Cuarón, Mark Cousins, James Franco, Antonio Monda, David Cronenberg, Fernando Trueba, Tony Kaye, Joe Dante, Edgar Wright, Emmanuel Lubezki, Kenneth Lonergan, Sean Baker, Josh Safdie, Bruno Delbonnel, David Robert Mitchell, Gaspar Noé, Mimmo Nocera, Pietro Brunelleschi, Laura Terenziani, Morena di Maria, Stefano Olivieri, Graziana Sillari e Adriano Losacco.

Nella lettera, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni, i firmatari denunciano il rischio di perdere per sempre luoghi simbolo del cinema italiano e internazionale. “Il tentativo di riconvertire spazi destinati al possibile rinascimento culturale della Città Eterna è del tutto inaccettabile” si legge nell’appello.

I VIP A SOSTEGNO DEL CINEMA ITALIANO

Molte star italiane negli ultimi tempi si sono mobilitate a sostegno del cinema italiano. Carlo Verdone ha definito lo stato delle sale cinematografiche di Roma “miserabile”, mentre Pierfrancesco Favino e Paola Cortellesi si sono schierati contro la riconversione indiscriminata delle sale in spazi commerciali, dichiarando di essere pronti a investire per riqualificarle.

A sorpresa, anche Francesco Totti ha preso posizione – come ricorda oggi il Fatto quotidiano – definendo la chiusura dei cinema “il peggiore degli autogol” e ricordando le sale della sua infanzia, come il Royal, il Paris e il Maestoso.

CHI E’ PASQUALE CIACCIARELLI, L’ASSESSORE AL CENTRO DELLE POLEMICHE

Classe 1978, originario di San Giorgio a Liri (Frosinone), Pasquale Ciacciarelli fino a tre giorni fa era l’assessore (anche) all’Urbanistica della giunta laziale guidata da Francesco Rocca. Il governatore, infatti, lo scorso fine settima ha firmato il decreto con il quale è stata trasferita la delega all’Urbanistica all’assessore di Forza Italia Giuseppe Schiboni. Ciacciarelli, però, non è rimasto senza nulla in mano. Per compensare, oltre alle Politiche abitative, Case popolari, Politiche del Mare, all’esponente leghista è stata assegnata la Protezione civile, fino a questo momento nelle mani del presidente.

Laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Ciacciarelli ha iniziato la sua carriera politica nel centrodestra nei primi anni 2000, ricoprendo diversi incarichi: consigliere comunale e assessore a San Giorgio a Liri; presidente del Consorzio di Bonifica della Valle del Liri; segretario provinciale di Forza Italia Frosinone; nel 2018 consigliere regionale del Lazio e dal 2023 assessore regionale. Nel 2021 ha pubblicato il libro Ripartenza o Apocalisse, con prefazione dell’ex miinistro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

COSA PREVEDE L’ART. 5 DELLA LEGGE SULLA SEMPLIFICAZIONE URBANISTICA DEL LAZIO

Ma cosa prevede questo famoso o famigerato art. 5 della legge? Nella norma si fa riferimento a “sale cinematografiche” ma anche ai “centri culturali polifunzionali” che siano chiusi o dismessi da dieci anni alla data del 31 dicembre 2023. Possono essere interessati da interventi di “ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione, per l’introduzione di cambi di destinazione d’uso finalizzati alla completa riconversione funzionale”. Questo, però, a condizione che non vi sia un incremento della superficie lorda e che le norme comunali lo consentano.

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Saldo e stralcio

 

Ecco cosa c’è scritto integralmente all’articolo 5 della pdl sulla semplificazione urbanistica:

  1. La lettera g) del comma 2 dell’articolo 5 della I.r. 22/2019, è sostituita dalla seguente:

“g) ai teatri, alle sale cinematografiche e ai centri polifunzionali, ad eccezione di quelli oggetto di interventi, secondo le modalità di cui all’articolo 6 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7 (Disposizioni per la rige razione urbana e per il recupero edilizio) e successive modifiche, per lo svolgimento delle attività commerciali, artigianali e di servizi, all’intero degli edifici all’uopo destinati, nel limite massimo del 30 per cento della superficie complessiva e purché gli spazi ricavati, dove svolgere le suddette attività commerciali, artigianali o di servizi, anche in condivisione di sede, non superino le dimensioni massime previste per un esercizio di vicinato,”.

  1. Il comma 3 dell’articolo 12 della legge regionale 2 luglio 2020, n. 5 (Disposizioni in tema di cinema e audiovisivo) e successive modifiche, è sostituito dal seguente:

“3. La Giunta regionale, con regolamento di attuazione e integrazione, adottato ai sensi dell’articolo

47, comma 2, lettera b), dello Statuto, su proposta dell’Assessore competente in materia di urbanistica ed edilizia e di concerto con quello competente in materia di cultura, sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore e la commissione consiliare competente, definisce, in armonia con i principi di libertà dell’iniziativa economica privata e di tutela delle sale cinematografiche esistenti, i requisiti tecnici minimi delle sale e arene cinematografiche, necessari al rilascio dell’autorizzazione unica, per una equilibrata e razionale distribuzione e uno sviluppo qualificato sul territorio, sulla base di indicatori che tengono conto del rapporto tra la densità della popolazione, nei diversi bacini d’utenza, in base alla presenza di sale cinematografiche, numero di

* posti e di schermi, anche a livello intercomunale.*.

  1. L’articolo 2 della legge regionale 5 settembre 1996, n. 37 (Normative urbanistiche per i complessi di sale cinematografiche), è sostituito dal seguente:

 

(Disposizioni per gli immobili destinati alle attività cinematografiche, a teatri e a centri culturali polifunzionali)

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Procedura celere

 

  1. In attuazione dell’articolo 28, comma 5. della legge 14 novembre 2016, n. 220 (Disciplina del cinema e dell’audiovisivo) e successive modifiche, previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo.

previsto nel d.p.r. 380/2001, al fine di tutelare la funzione degli immobili destinati alle attività cinematografiche, a teatri e a centri culturali polifunzionali, di consentire interventi per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale e di realizzare nuove sale per l’esercizio cinematografico e per i teatri e nuovi centri culturali polifunzionali, sono sempre consentiti, in tutte le zone di piano regolatore generale, gli interventi diretti di cui ai commi seguenti.

  1. Per gli immobili di cui al comma 1, purché in attività e non chiusi o dismessi, è consentita la rifunzionalizzazione, anche con la realizzazione di un complesso di sale cinematografiche, teatri, cineteche, biblioteche, musei, sale per concerti, sale per conferenze, spettacoli e mostre d’arte, con la possibilità di destinare fino al 50 per cento della superficie di progetto ad attività commerciali, quali bar, ristoranti, tavole cal]

sale da the, librerie, palestre ed attività ad esse assimilabili; previa

sottoscrizione di accordo di programma, ai sensi dell’articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) e successive modifiche, e possibile destinare alle attività di indicate al periodo precedente una superficie superiore al 50 per cento.

  1. In alternativa agli interventi di cui al comma 2, sono consentiti:
  2. a) per gli immobili di cui al comma 1, purché in attività e non chiusi o dismessi, interventi di ristrutturazione edilizia, con incremento fino al 15 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente, o di demolizione e ricostruzione, con un incremento della volumetria o della superficie lorda esistente fino a un massimo del 30 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente, nonché interventi per il recupero di volumi e delle superfici accessorie e pertinenziali degli edifici esistenti:
  3. b) per realizzare nuove sale per l’esercizio cinematografico e per i teatri e nuovi centri culturali polifunzionali, interventi di demolizione e ricostruzione, con un incremento della volumetria o della superficie lorda esistente, fino a un massimo del 30 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente, a condizione che almeno l’incremento sia destinato a funzioni cinématografiche, teatrali e

culturali polifunzionali;

  1. c) per realizzare nuove sale per l’esercizio cinematografico e per i teatri e nuovi centri culturali polifunzionali, interventi per il recupero di volumi e di superfici accessorie e pertinenziali degli edifier esistenti da destinare a funzioni cinematografiche, teatrali e culturali polifunzionali.
  2. Per favorire la riattivazione e la rifunzionalizzazione degli immobili di cui al comma 1, chiusi o dismessi da almeno 3 anni, è consentito effèttuare congiuntamente gli interventi di cui ai commi 2 e 3. lettera a).”.

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Mentre il dibattito infiamma l’opinione pubblica, da Roma a Holliwood, una notizia positiva arriva dalla riapertura del Cinema Fiamma, storico multisala romano, che tornerà in attività nel 2026 con un progetto orientato alla produzione indipendente e ai giovani talenti. Ma la domanda rimane aperta: il provvedimento della Regione Lazio verrà approvato o la mobilitazione internazionale riuscirà a fermarlo?



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