Perché Elon Musk vuole tirare giù la Stazione spaziale internazionale il prima possibile?

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La Nasa, insieme alla maggior parte dei partner internazionali, vuole mantenere operativa la stazione spaziale internazionale almeno fino al 2030. Ma Elon Musk, ceo di SpaceX, propone di accelerare i piani di dismissione

La Stazione Spaziale Internazionale (Iss), l’avamposto nello spazio in orbita intorno al nostro pianeta, si sta avvicinando al suo termine: il 2030 è la data limite in cui la Nasa e le agenzie partner si sono impegnate a mantenerla in funzione, ma Elon Musk vorrebbe accelerare i piani di dismissione.

Per il fondatore e ceo di SpaceX, azienda incaricata di far deorbitare la Iss, è giunto il momento di far uscire dall’orbita la Stazione Spaziale Internazionale, “il prima possibile”.

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L’estate scorsa la Nasa ha assegnato infatti proprio alla società di Musk un contratto del valore di 843 milioni di dollari per far uscire dall’orbita la Iss non prima del 2030, un’impresa che l’azienda prevede le costerà circa 680 milioni di dollari, secondo i documenti federali. SpaceX è stata incaricata di creare un nuovo veicolo, descritto come un “rimorchiatore”, che verrà utilizzato per spingere la stazione nell’Oceano Pacifico dallo spazio.

“Ha assolto il suo scopo. C’è pochissima utilità incrementale”, ha scritto il ceo di SpaceX su X (ex Twitter di proprietà di Musk). “Andiamo su Marte”.

“L’improvvisa richiesta di Musk di porre fine alla Iss anni prima di quanto pianificato attualmente dalla Nasa, fatta sui social media il 20 febbraio, minaccia di complicare ulteriormente il rapporto tra Musk, stretto consigliere del presidente Donald Trump, e l’agenzia spaziale e gran parte dell’industria spaziale” commenta Spacenews.

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COS’È LA ISS

La Stazione spaziale internazionale è in orbita attorno alla Terra da quando è iniziata la costruzione nel 1998. Da quando è arrivato il suo primo equipaggio nel novembre 2000, ha ospitato centinaia di visitatori da 20 paesi, ricorda Quartz. Attualmente, la Iss ospita equipaggi di SpaceX, Soyuz e Boeing.

In realtà, secondo Ars Technica, la Nasa ha iniziato a utilizzare appieno la stazione spaziale solo dalla fine del 2020, quando ha iniziato a far volare un equipaggio completo di astronauti grazie all’entrata in funzione della navicella spaziale Crew Dragon di SpaceX. L’agenzia afferma di avere molte ricerche scientifiche e sulle prestazioni umane utili da condurre nei prossimi cinque anni.

LA DURATA

Tanto che la durata della stazione spaziale è stata estesa più volte nel corso degli anni, anche se gli esperti ritengono che sarebbe rischioso consentirle di rimanere nello spazio dopo il 2030. L’orbita della Iss potrà decadere naturalmente nel 2026, il che dovrebbe renderla pronta per il de-orbiting a metà del 2030.

IL DE-ORBITING PREVISTO DALLA NASA

Come parte di tale sforzo, la Nasa ha assegnato un contratto da 843 milioni di dollari a SpaceX nel giugno 2024 per sviluppare un veicolo spaziale chiamato United States Deorbit Vehicle (Usdv), basato sul veicolo spaziale Dragon dell’azienda. L’Usdv si aggancerebbe alla stazione e gestirebbe le manovre finali necessarie per far uscire la stazione dall’orbita su un’area desolata del Pacifico meridionale per ridurre al minimo qualsiasi rischio di danni, segnala Spacenews.

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Nello specifico, il veicolo spaziale messo a punto da SpaceX verrebbe lanciato verso la stazione circa un anno prima del deorbiting pianificato. Secondo il contratto, la Nasa ha dichiarato la sua preferenza per la consegna dell’Usdv per il lancio già nell’agosto 2028 con il requisito che la consegna non avvenga più tardi di maggio 2029. Non è chiaro se lo sviluppo dell’Usdv potrebbe essere accelerato per soddisfare l’obiettivo di Musk di deorbitare l’Iss nel 2027.

L’AUSPICIO DI MUSK

“È tempo di iniziare i preparativi per far deorbitare la @Space_Station”, ha messo nero su bianco Musk su X. “Ha assolto al suo scopo. C’è pochissima utilità incrementale. Andiamo su Marte”.

Alla richiesta di chiarire se ciò significasse far deorbitare la Iss prima del 2030, la data attuale della Nasa per il ritiro della Iss, Musk ha detto che dovrebbe essere tirata giù tra due anni.

COSA SUCCEDE ORA

Sempre rispondendo a una domanda di un giornalista su X, Musk ha affermato che il calendario per il de-orbiting della Stazione spaziale internazionale spetta al presidente Donald Trump. Tuttavia, ha offerto raccomandazioni potenzialmente contrastanti affinché si agisca “il prima possibile” e in due anni.

LA REPLICA DELLA NASA

Nel frattempo, la Nasa ha diffuso una dichiarazione in cui ha affermato che “non vedono l’ora” di scoprire cosa intende fare l’amministrazione Trump.

“Gli attuali piani di missione della Nasa prevedono l’utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale e delle future stazioni spaziali commerciali in orbita terrestre bassa per condurre una scienza rivoluzionaria, nonché un campo di addestramento per missioni con equipaggio sulla Luna e su Marte. Non vediamo l’ora di saperne di più sui piani dell’amministrazione Trump per la nostra agenzia e di espandere l’esplorazione a beneficio di tutti”.





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