Come sta evolvendo il crimine finanziario e quali i nuovi rischi in un contesto economico e normativo in continua evoluzione? Di fronte a un panorama sempre più complesso e mutevole, una delle chiavi di successo è la collaborazione tra pubblico e privato, che solo insieme possono contrastare con efficacia i nuovi crimini finanziari. Proprio per chiamare al dialogo tutti gli attori coinvolti, Deloitte ha riunito gli esperti del settore con il Financial Crime Symposium, un convegno organizzato in collaborazione con Università Cattolica – Transcrime e Banks, che ha visto la partecipazione di oltre 400 partecipanti provenienti dal mondo delle istituzioni, delle imprese, degli intermediari bancari e finanziari e delle libere professioni.
Racconta Stefania Papa, senior partner di Deloitte: “Con il Financial Crime Symposium Deloitte vuole offrire un forum di interlocuzione e di confronto tra Public Sector e Private Sector in un ambito particolarmente difficile e complesso come la prevenzione e la mitigazione dei rischi di Financial e corporate crime”. “Una collaborazione attiva tra pubblico e privato, senza confusione e invasione di ruoli – aggiunge Papa – rappresenta il fattore decisivo per contrastare vecchie e nuove minacce ora aggravate anche dall’accelerazione tecnologica, quali frodi, corruzione, caporalato, evasione fiscale, riciclaggio, infiltrazioni e contaminazioni della criminalità organizzata”.
Uno dei temi sempre attuali quando si parla di crimini finanziari è quello delle infiltrazioni criminali nell’economia legale, un fenomeno che – come spiega Guerino Cipriano, partner di Deloitte – presenta un elemento di atipicità rispetto ad altre fenomenologie criminali, in quanto esiste e prolifera nella misura in cui riesca a costruire canali di commistione con l’economia legale. L’interconnessione tra impresa criminale e impresa legale rappresenta un fattore costitutivo dei crimini economici”. “Per tale ragione – aggiunge l’avvocato Cipriano – è fondamentale che l’apparato preventivo sia fondato sulla protezione e messa in sicurezza dell’economia legale avverso il rischio di infiltrazione e contaminazione criminale. Legislatore e organi di controllo debbono quindi agire sui fattori di vulnerabilità del sistema imprenditoriale e finanziario, per renderlo maggiormente affidabile ed attrattivo per gli investimenti e gli scambi commerciali internazionali. A tutto vantaggio della crescita e della competitività del Paese nello scenario geopolitico ed economico globale”.
Sempre più caldo anche il tema della criptovalute che, nell’attuale scenario regolamentare, porta gli esperti del settore a dibattere sull’integrazione della finanza crypto nella finanza tradizionale e su come mitigare i rischi: “La gravità dei rischi di frode in investimenti crypto sottolinea Paolo Contaldo, director Deloitte – è ormai un fatto noto anche per chi non è addetto ai lavori. Dalle cronache degli ultimi anni sono emersi casi di veri e propri collassi di criptovalute o di piattaforme di scambio di criptovalute con ingenti perdite finanziari”. “Non dobbiamo essere necessariamente prevenuti verso l’utilizzo di questo strumento – prosegue Contaldo – ma dobbiamo essere attenti. Sicuramente siamo in una fase evolutiva. I regolatori e le authority stanno facendo un grosso sforzo per normare il mondo delle cripto con il fine di proteggere gli investitori e gli utilizzatori ed evitare l’utilizzo di questi strumenti con finalità di riciclaggio e frode”.
Ma la continua trasformazione tecnologica non ha portato solo alla diffusione delle criptovalute. Con la digitalizzazione ormai servizi e pagamenti digitali sono sempre più diffusi e non sono esenti da rischi: “La digitalizzazione dei pagamenti è uno dei principali settori nei quali si possono annidare condotte illecite – interviene Daniele Russo, manager Deloitte -. Possono verificarsi forme di riciclaggio classiche, altre forme derivanti da condotte fraudolente e che poi possono costituire presupposto di condotte riciclatorie, ma anche quelle che violano le sanzioni finanziarie internazionali”. “Per quanto riguarda i prodotti digitali – aggiunge Russo – sicuramente i virtual asset rappresentano la sfida principale, ma abbiamo visto che gli operatori già sono attivi nel contrasto alle condotte illecite e che la stessa tecnologia che abilita le transazioni, cioè la blockchain, fornisce anche la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni”.
Non meno rilevante il capitolo antiriciclaggio, un fenomeno che, alla luce del mutato contesto regolamentare e delle minacce emergenti, continua a evolvere rapidamente. “In questo ambito oggi le principali sfide – dice Domenico Farina, partner di Deloitte – sono legate alla pressione regolamentare, ma anche all’evoluzione degli assetti di vigilanza. Da non sottovalutare anche le nuove minacce e rischi, che sono sempre più sofisticati. Infine, bisogna considerare l’efficienza e l’ottimizzazione dei costi e opportunità concesse dalla digitalizzazione”.
Infine, tra i fenomeni legati al crimine finanziario c’è anche il caporalato, di cui si sono registrati episodi anche in Lombardia in vicende di grande impatto sia in termini di eterogeneità dei settori economici interessati – moda, logistica, grande distribuzione – sia per numero di persone coinvolte. “Per affrontare queste sfide e soddisfare i requisiti di compliance e le aspettative delle autorità di law enforcement – conclude Oriana Roncarolo, partner Deloitte – le imprese devono impegnarsi a diffondere una forte cultura della legalità ed integrità di impresa. Inoltre, bisogna cercare un equilibrio ragionevole e sostenibile tra business performance e business compliance, nonché investire in formazione e sensibilizzazione delle funzioni aziendali”.
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