Da una consolidata e già promettente partnership economica a un vero e proprio «partenariato strategico complessivo». Che al di là delle sigle o delle formule, vuol dire che Italia ed Emirati Arabi Uniti lavoreranno insieme in una cooperazione che guarda soprattutto al futuro, ai settori economici capaci di sfruttare la capacità di innovazione dei due Paesi in ambiti strategici, dall’Intelligenza artificiale ai Data Center, dalle interconnessioni digitali ed energetiche alle nuove tecnologie, dai minerali critici allo spazio.
«Abbiamo condiviso un approccio nuovo, cioè tentare insieme di interpretare le trasformazioni profonde del nostro tempo con visione, con coraggio, senza avere paura di osare», dice la premier Giorgia Meloni al Business Forum Italia-Emirati Arabi, prima volta a Roma per il presidente emiratino Mohamed bin Zayed al Nahyan e soprattutto investimenti per 40 miliardi di dollari annunciati dal Paese arabo in Italia. Una cifra enorme, che si aggiunge ai 10 miliardi di accordi sottoscritti un mese fa in Arabia Saudita e al miliardo in energia rinnovabile concordato con gli stessi EAU e l’Albania poche settimane fa. Non a caso Meloni parla di “giornata storica”, ricordando che le intese siglate ieri (comprese quelle, una quarantina, tra le rispettive maggiori imprese) sono il frutto di una sintonia già emersa da tempo tra i due Paesi, come in occasione del Piano Mattei per l’Africa del governo italiano. Un piano portato avanti d’intesa con il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
«Lo sceicco – sottolinea la premier – è stato tra i primi a credere e sostenere questa strategia italiana nuova e diversa con il continente africano nella quale, con gli accordi che abbiamo sottoscritto, potremo anche coinvolgere sempre meglio e sempre di più il settore privato». Gli Emirati Arabi Uniti, del resto, «rappresentano una straordinaria opportunità di crescita anche per la nostra industria che ha una vocazione all’export», spiega il vicepremier Tajani aprendo il Forum. «Siamo la quarta potenza commerciale mondiale e la seconda manifattura d’Europa, cresce fortemente l’esportazione negli Emirati Arabi Uniti (8 miliardi nel 2024, +21% sul 2023 con performance importanti soprattutto per meccanica, arredamento, apparecchiature elettriche, ricorda il presidente di ICE Matteo Zoppas, ndr) ma c’è anche voglia da parte degli emiratini di investire in Italia”.
Italia ed Emirati Arabi Uniti, una partnership strategica
I colossi
Da Eni a Fincantieri, da Enel all’Agenzia spaziale italiana, da Leonardo a Tim, da Acea a F2i, da Cassa Depositi e Prestiti al Consorzio Melinda, a Intesa Sanpaolo è lungo e qualificato l’elenco delle aziende italiane che hanno siglato le intese con le omologhe società emiratine. Coperti pressoché tutti i settori strategici della rafforzata cooperazione, a partire dal Mimit che è presente con cinque protocolli, dalla sicurezza militare e cibernetica all’energia, dal navale al farmaceutico, dall’acqua all’agroalimentare, senza dimenticare la cultura perché è prevista anche la realizzazione di un polo museale di impatto internazionale negli EAU. Numerosi anche i ministeri coinvolti sugli asset più generali, con il Mimit in particolare che è presente nell’intesa finale siglata dai due Governi con cinque protocolli. Nel dettaglio, Eni ha siglato diversi accordi strategici che vanno dall’interconnessione elettrica transfrontaliera tra Albania e Italia (già definita a Doha di recente) che coinvolgerà società emiratine specializzate nella realizzazione di elettrodotti sottomarini, allo sviluppo di uno o più Data center (il primo progetto allo studio riguarda Ferrera Erbognone, in Lombardia, dove è già presente il Green Data Center di Eni, e prevede lo sviluppo in due fasi di fino a 500 MW di capacità IT, pari all’attuale installato in Italia, da alimentare con una nuova centrale elettrica dedicata, con cattura e conferimento della CO2 presso l’hub CCS di Ravenna). Enel ha stretto un accordo per esplorare opportunità di business nel settore delle energie rinnovabili, con focus su Italia, Spagna, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Nel settore della Difesa, NextChem (Gruppo Maire) collaborerà con EAU su economia circolare e transizione energetica mentre Leonardo e Edge hanno sottoscritto una lettera di intenti per una possibile partnership nel settore navale e Fincantieri ha siglato un memorandum con la stessa Edge Group Pjsc per esplorare opportunità di collaborazione nella subacquea.
Acqua e aviazione
Acea, leader in Italia nel settore idrico, ha firmato un Memorandum d’Intesa con Metito Utilities per esplorare opportunità di collaborazione soprattutto in Africa e Medio Oriente. Nell’ambito dell’accordo, le società valuteranno possibili collaborazioni in varie aree, come la costruzione, gestione e manutenzione di impianti di trattamento delle acque e delle acque reflue, di impianti di desalinizzazione, di reti di approvvigionamento e distribuzione nonché di sistemi di trattamento, smaltimento e riutilizzo dei fanghi. Riguarderà da vicino Napoli, invece, la partnership tra F2i (principale gestore di Fondi infrastrutturali italiano) e Jetex per il potenziamento dei servizi di aviazione privata a Napoli e Salerno, le città che ospitano i due aeroporti civili della Campania. In particolare, Jetex supporterà Gesac, la società di gestione aeroportuale controllata dai fondi di F2i Sgr, «nell’espansione del turismo di fascia alta e nello sviluppo di partnership economiche strategiche in Campania, regione con un significativo potenziale di crescita», si legge in una nota diffusa ieri. Tra gli accordi, come detto, anche quello sottoscritto dal consorzio cooperativo trentino Melinda per distribuire le sue famose mele nei punti vendita di un noto gruppo agroalimentare emiratino mentre The Italian Sea Group e The Crossing Consultancy lavoreranno insieme nel settore della nautica di lusso.
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