Educare alla sostenibilità nelle scuole – I Parte

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Premessa

Quando si tratta di sviluppo sostenibile, i giovani devono avere una visione globale e la capacità di rispettare ciò che li circonda per poter affrontare pienamente le sfide future[1].

Al termine del primo ciclo di studi e della scuola dell’obbligo, tra le competenze acquisite, rientrano necessariamente lo sviluppo di “comportamenti e atteggiamenti rispettosi dell’ambiente, del bene comune, della sostenibilità ambientale, economica e sociale, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”[2].

La maggior parte dei sistemi educativi aiuta le scuole a sviluppare approcci alla sostenibilità anche al di fuori delle aule attraverso delle linee guida pubblicate su siti web ed eventi virtuali. Tuttavia, il sostegno finanziario alle attività volte a creare ambienti favorevoli all’apprendimento della sostenibilità non è diffuso e, quando esiste, raramente è automatico.

1. La sostenibilità nei programmi scolastici e le competenze chiave

Educare alla sostenibilità non significa inserire una materia in più, ma riuscire a calare i contenuti dell’Agenda 2030 nella nostra scuola e nelle nostre lezioni.

Nel 1996 Delors[3] fissava i quattro pilastri dell’educazione: pur mettendo al centro della sua analisi e progettazione l’apprendimento, come fa anche il Libro bianco, questo rapporto esprime una maggiore attenzione alla persona che apprende nella sua integralità, al cittadino che abita responsabilmente il mondo e se ne prende cura in quanto bene comune[4].

Tutti i sistemi educativi analizzati, incluso quello italiano, affrontano il tema della sostenibilità e, nella gran parte dei casi, lo fanno in modo interdisciplinare.

Nel nostro Paese è uno dei tre temi principali dell’educazione civica: in nove sistemi educativi, tra cui l’Italia non figura, è una materia separata, ma solo in un caso è obbligatoria. Oltre la metà ha incluso nei curriculi scolastici, almeno ad un livello educativo, tutte e sette le competenze in sostenibilità prese in esame, selezionate tra le 12 delineate nel quadro Ue “GreenComp”[5].

Si tratta di: promozione della natura, pensiero sistemico, azione individuale e collettiva, adattabilità, azione politica e alfabetizzazione sul futuro.

Quest’ultima, con cui si intende la capacità di immaginare possibili scenari sostenibili, valutandone le differenze e le opportunità, i limiti e i rischi, oltre ad essere la competenza meno diffusa, in Italia è assente a tutti i livelli educativi[6].

Portare nelle scuole italiane i temi della sostenibilità e del legame tra energie rinnovabili e biodiversità, è l’obiettivo del Progetto Scuole promosso da E.ON[7], la società operante nel settore delle energie rinnovabili.

Il Progetto, che si avvale della collaborazione di Pleiadi e Meteo Expert, si evolve e arricchisce di nuovi contenuti di anno in anno per offrire agli studenti di tutta Italia stimoli sempre più interessanti, innovativi e coinvolgenti a favore della tutela ambientale[8].

L’Italia non compare fra i 13 sistemi che contribuiscono alla creazione di orti botanici o alle gite didattiche, né tra i 12 che investono in infrastrutture per la raccolta differenziata. Solo 18 sistemi (su 39) forniscono sostegno a progetti scolastici che coinvolgono il pubblico (famiglie, comunità locali, istituzioni), in Italia sono segnalati solo quelli con le Organizzazioni non governative (Ong). Dall’indagine emerge che meno di un terzo dei sistemi educativi analizzati monitora il modo in cui le scuole integrano la sostenibilità nelle proprie attività e, tra questi, l’Italia non è presente.

Ad ogni modo, questa prima mappatura dei sistemi educativi europei attesta complessivamente sviluppi positivi nell’integrazione della sostenibilità nell’istruzione, offrendo al contempo un prezioso contributo per attuare interventi mirati alle aree più critiche[9].

1.1. La formazione dei docenti alla sostenibilità

Nonostante le mancanze, sottolineate nel paragrafo precedente, il sistema educativo italiano è tra i pochi che prevedono obiettivi di apprendimento legati alla sostenibilità nella formazione iniziale dei futuri docenti.

L’obiettivo più diffuso, nonché l’unico rilevato in Italia, è relativo alla conoscenza dei concetti chiave degli ecosistemi, dei processi dei sistemi terrestri, degli impatti delle azioni umane sull’ambiente e della perdita della biodiversità[10].

Gli altri riguardano aspetti come stimolare il pensiero critico, la responsabilità individuale e collettiva, la partecipazione attiva nelle sfide sociali e ambientali e lo sviluppo di partneriati[11]. Per gli insegnanti in servizio e i dirigenti scolastici, invece, la maggior parte dei sistemi educativi, compreso il nostro, include l’educazione alla sostenibilità nei regolamenti e/o nei programmi di sviluppo professionale continuo, anche se la partecipazione alle attività legate alla sostenibilità è solitamente su base volontaria[12].

A livello di formazione degli insegnanti, l’educazione alla sostenibilità è inclusa nei programmi di formazione iniziale di molti paesi e, solo in minima parte in Italia (e solo per il livello ISCED 1[13]) mentre è inclusa nei regolamenti o nei programmi per lo sviluppo professionale continuo (CPD).

1.2. Il portale Scuola 2030: un’importante opportunità per i docenti

Il progetto Scuola2030 nasce all’interno del protocollo d’intesa tra MIUR-ASviS (n. 3397 del 6/12/2016)[14] finalizzato a “favorire la diffusione della cultura della sostenibilità” nelle scuole affinché anch’esse diventino portatrici di quest’istanza e, in stretto contatto con il territorio, agiscano attivamente per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo entro il 2030 così come indicato nell’Agenda 2030[15].

Questo programma offre a tutti i docenti della scuola italiana contenuti, risorse e materiali in auto-formazione per un’educazione ispirata ai valori e alla visione dell’Agenda 2030[16].

Le risorse del sito pubblico sono liberamente consultabili mentre i contenuti in auto-formazione sono accessibili per tutti i docenti tramite autenticazione con credenziali di tipo SPID.

Approvato proprio nel 2023, fornisce un forte impulso a questa azione dal momento che identifica lo sviluppo e l’attuazione della formazione sulla sostenibilità per gli studenti ITE e per gli insegnanti in servizio.

Tra i vari obiettivi, il protocollo MIUR-ASviS prevede “che gli interventi siano mirati in particolare all’individuazione di percorsi formativi per gli insegnanti, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie, tra cui un corso di formazione e-learning gratuito rivolto ai docenti”[17].

Scuola2030 contribuisce al raggiungimento del Target 4.7[18]: Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile[19].

Per quanto concerne i sistemi educativi, solo una dozzina di questi prevedono una formazione specifica sulla leadership della sostenibilità, e tra questi non è inclusa l’Italia: circa tre quarti dei sistemi educativi forniscono materiali didattici, risorse o linee guida su come integrare la sostenibilità nell’insegnamento e, tra questi, figura anche l’Italia[20].

La maggior parte di questi sistemi dispone anche di reti o comunità di pratica dedicate in cui insegnanti e dirigenti scolastici possono scambiarsi informazioni, condividere le migliori pratiche e creare partenariati.

In più della metà dei sistemi educativi esaminati, gli insegnanti hanno accesso a unità di competenza o centri per l’educazione allo sviluppo sostenibile (questo non è il caso in Italia), ma solo in una dozzina di sistemi gli insegnanti hanno accesso al supporto di coordinatori, rappresentanti o mentori della sostenibilità.

1.3. Come inserire gli Obiettivi dell’Agenda 2030 all’interno delle nostre scuole?

L’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 è un programma di sviluppo che 193 paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto nel 2015.

L’Italia, così come molti altri paesi, ha messo a punto una propria Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che comprende impegni ed obiettivi specifici correlati ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) previsti dall’Agenda.

In Italia l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) promuove l’attuazione dell’Agenda 2030 con l’obiettivo di far crescere nella società italiana la consapevolezza della sua importanza, sensibilizzando l’opinione pubblica e coinvolgendo tutti i cittadini, partendo proprio dagli studenti e dai giovani attraverso la scuola e le iniziative di Educazione allo Sviluppo Sostenibile[21].

Non è sufficiente proporre attività laboratoriali sul tema, ma bisogna cercare di intersecare i programmi ministeriali, nelle loro linee guida, con i contenuti dell’Agenda. Un tema facilmente veicolabile attraverso l’Agenda può essere per esempio quello dell’innovazione tecnologica: far sì che i ragazzi dell’ultimo anno raccontino a quelli più giovani alcuni argomenti dell’Agenda 2030, utilizzando degli strumenti innovativi, tecnologici e di comunicazione, non significa discostarsi da quanto viene dettato dai programmi ministeriali, ma adottare un modo diverso di trasmettere conoscenza[22].

Come si attua questo intento nella pratica? Innanzitutto, attraverso una pianificazione, perché educare allo sviluppo sostenibile è un intervento da portare avanti con costanza.

Soprattutto i docenti che si apprestano ad iniziare un ciclo nuovo hanno la possibilità di

pianificare le azioni in un modo articolato e ragionato.

Attraverso la coprogettazione (sia a livello interdisciplinare, sia interclasse) si possono costruire percorsi, trovare punti di contatto anche tramite il veicolo dello strumento innovativo, per esempio una nuova metodologia, sia essa tecnologica o analogica, proprio per arrivare a parlare di queste tematiche che altrimenti potrebbero rimanere sospese, solo “sentite dire”[23].

La coprogettazione interclasse si può applicare anche in classi di ordine diverso: il linguaggio della sostenibilità è infatti universale e dunque adattabile alle diverse platee.

Nella maggior parte dei casi sono proprio i docenti a chiedersi come lavorare sull’Agenda, inserendola non soltanto all’interno dell’istituto scolastico, ma collegandola anche con il territorio circostante.

Come attuare questo ponte con il mondo esterno? Spesso la richiesta viene dal basso, dalle scuole e dagli insegnanti, in altri casi dall’alto, come è avvenuto in Spagna, dove il Ministero dell’Educazione e dell’Istruzione ha imposto l’Agenda 2030 all’interno del programma ministeriale.

 

 

 

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[1] L. Cavalli, Agenda 2030 da globale a locale, FEEM Reports, marzo 2018.
[2] Buone notizie.it, Economia circolare: stiamo imparando a produrre meno rifiuti e a riciclare di più.
[3] Le strategie europee per l’occupazione dal Libro bianco di Delors al Consiglio Europeo di Cardiff.
[4] https://www.worldsocialagenda.org/3.2-Rapporto-Delors/
[5] Ministero dell’istruzione e del merito, Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.
[6] Report of the Secretary-General, Special edition: progress towards the Sustainable Development Goals, 2019.
[7] https://www.eon-energia.com/
[8] A. L. Rizzo, V. Riccardi, La formazione degli insegnanti: problemi, prospettive e proposte per una scuola di qualità, Siped.
[9] https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication.
[10] https://www.mim.gov.it/educazione-ambientale-e-alla-sostenibiità.
[11] Scuola 7, la settimana scolastica, Competenze per insegnare la sostenibilità, dagli obiettivi per gli studenti ai compiti per i docenti.
[12] https://asvis.it/notizie/2-20466/educare-alla-sostenibilita-italia-ed-europa-a-confronto-
[13] https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor/it/country-reports/italy.html
[14] https://scuola2030.indire.it/indire4goal/attivita-indire/
[15] https://asvis.it/public/asvis/files/PROTOCOLLO_ASVIS_16_novembre_2016-rev.pdf
[16] https://www.indire.it/progetto/scuola-2030-per-leducazione-allo-sviluppo-sostenibile/
[17] Orizzonte Scuola, Scuola2030, Ed. Civica: materiali e risorse gratuite per formazione docenti e neoimmessi in ruolo.
[18] Cfr. par. 2
[19] https://scuola2030.indire.it/educazione-e-sostenibilita-le-proposte-della-cop28-per-un-futuro-resiliente/
[20] Censis, 2° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, 2018; IPCC, Special report global warming of 1.5 °C, 2019.
[21] https://documenti.camera.it/leg17/dossier/Testi/ES0496.htm
[22] https://asvis.it/notizie/2-16483/sviluppo-sostenibile-ecco-come-le-tecnologie-possono-fare-la-differenza.
[23] https://asvis.it/scuola-di-coprogettazione-per-l-innovazione-sociale.

Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica

Copyrights © 2015 – ISSN 2464-9775

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