blindatura per Nordio, Santanchè salva (per ora)

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I messaggi whastapp sono stati recapitati a tutti i deputati della maggioranza. Come succede ogni volta che in ballo c’è un passaggio di vita o di morte, per il governo: «Si richiede la presenza in Aula…». E oggi di snodi delicati, per il centrodestra, all’ordine del giorno della Camera ne sono elencati ben due. Alle 15,30, il voto sulla mozione di sfiducia a Daniela Santanchè, nel mirino per le vicende giudiziarie legate a Visibilia (alle quali, da un paio di giorni, si sono aggiunte accuse e pettegolezzi sull’«Hermès-gate», il caso delle presunte borse false regalate dalla non ancora ministra a Francesca Pascale nel 2014). Voto preceduto, in mattinata, dalla discussione sulla sfiducia a un altro membro dell’esecutivo, il Guardasigilli Carlo Nordio. Ancora nel fuoco di fila delle opposizioni per il caso Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica di cui il titolare della Giustizia non convalidò il trattenimento.

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I DISTINGUO
Due storie «molto diverse», ripetono alla vigilia fonti di maggioranza. Così come diverso, per usare un eufemismo, è il muro eretto da Fratelli d’Italia a difesa dei suoi due ministri. Uno, Nordio, è blindato da Giorgia Meloni in persona. E non soltanto perché sul caso del torturatore libico arrestato su mandato della Corte penale internazionale il ministro ha parlato a nome dell’intero esecutivo, quando venti giorni fa è intervenuto alla Camera per spiegare la mancata convalida del fermo di Almasri.

Sulla “Pitonessa”, invece, Meloni aveva fatto trapelare tutti i suoi dubbi, sull’opportunità che la titolare del Turismo restasse al suo posto dopo il rinvio a giudizio per falso in bilancio. «Non ho le idee chiare», le parole della premier, convinta che “Dani” avrebbe fatto meglio a valutare quanto l’inchiesta possa «impattare sul suo lavoro di ministro». Una mancata difesa a cui era seguita la replica (stizzita) di Santanchè a questo giornale: «L’impatto sul mio lavoro lo valuto io». Una distanza, quella tra l’ex socia del Twiga e il resto dei Fratelli, restituita dalla fotografia dell’Aula vuota due settimane fa, quando la mozione di sfiducia nei suoi confronti era stata discussa. Oggi invece le presenze saranno garantite. Anche se nessun big del centrodestra prenderà la parola in difesa della ministra: le dichiarazioni di voto sono affidate ad Andrea Pellicini per FdI, Enrico Costa per FI e Ingrid Bisa per la Lega.

Ma per quanto le due vicende siano trattate come distinte, l’esito si annuncia identico. Con la maggioranza che si prepara a respingere – con voto palese e appello nominale – entrambi i tentativi di blitz del centrosinistra. Oggi quello nei confronti di Santanchè, mentre il voto su Nordio pare destinato a slittare alla settimana prossima.

Con una differenza: se per il Guardasigilli la difesa sarà a oltranza, per la ministra del Turismo la fiducia è da considerare a tempo: tutto dipenderà dall’esito dell’udienza preliminare su un’accusa a suo carico, l’indagine per truffa aggravata ai danni dell’Inps. Il cui verdetto è previsto per maggio.

LA REPLICA
Chi nelle scorse ore ci ha parlato, in ogni caso, la descrive come «assolutamente serena», immersa nel lavoro (ieri ha festeggiato gli «ottimi risultati» del turismo sulla via Francigena) e certa del «sostegno» della maggioranza. Oggi più di ieri, dopo che un altro esponente dell’esecutivo, Andrea Delmastro, è stato “blindato” dopo una condanna. A Roma Santanchè arriverà questa mattina: ieri era a Milano, intenta tra le altre cose a scrivere le ultime limature della replica che terrà questo pomeriggio a Montecitorio. Nella quale risponderà colpo su colpo alle accuse delle opposizioni (tra cui quella di «ricattare» la premier) ed elencherà i risultati «lusinghieri» conseguiti dal suo ministero. Un po’ come dire: perché mai dovrei lasciare? Per le opposizioni, invece, dovrebbero intervenire i leader, a cominciare da Elly Schlein e Giuseppe Conte. E chissà che nel calderone delle accuse non finiscano pure le presunte borse false («è la ministra del Fake in Italy», la «ministra tarocca», provano a cavalcare il caso i Cinquestelle). Sulla sfiducia a Nordio, invece, a prendere la parola dovrebbero essere i responsabili Giustizia (Serracchiani e Gianassi per il Pd, forse Ascari per i 5S). Pronti a incalzare il ministro sulle «contraddizioni» del governo sul caso Almasri. Il Guardasigilli salvo sorprese non replicherà: lo farà al momento del voto. Puntano a metterlo «all’angolo», le opposizioni, e a fare lo stesso con Santanchè. E pazienza se non ci si aspettano scossoni: i fuochi d’artificio, garantiscono nel centrosinistra, sono assicurati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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