«Registriamo sempre un buon interesse per il segmento dei libri d’artista e in questa vendita avremo una sezione molto ricca in cui spicca L’anguria lirica di Tullio d’Albisola, illustrata da Bruno Munari e con presentazione di Filippo Tommaso Marinetti, in una delle sole 50 copie stampate su latta, stimata 18-25mila euro», continua l’esperta. «A questa si affianca un’altra opera importante Apocalissi e sedici traduzioni di Lucio Fontana e Giuseppe Ungaretti, in edizione del 1965 di 150 esemplari numerati, accompagnata da due Concetti spaziali firmati (4-6mila)». Venezia è invece protagonista di una varietà di opere, a partire dalla pubblicazione di Antonio Visentini, del 1742, con 38 tavole sulla città, pensata come un catalogo moderno, per la promozione internazionale dell’opera di Canaletto (7-10mila), mentre l’apice dello splendore della Serenissima, all’inizio del XVIII secolo, è colto da Le Fabriche e Vedute di Venezia di Luca Carlevariis (8-12mila). Stima attraente, pari a 3-5 mila euro, anche per una mappa incisa di Venezia, di grandi dimensioni, di Ludovico Ughi, del 1729 circa, conosciuta internazionalmente. «I libri dedicati ai viaggi e alle esplorazioni geografiche si confermano fra quelli che suscitano il maggior apprezzamento, seguiti dal mondo delle scoperte e innovazioni scientifiche», aggiunge Pandakovic. «Gli appassionati di questi generi, ma anche chi cerca le belle illustrazioni potrà trovare in asta una sezione dedicata al tema della montagna». Fra i titoli si segnala il racconto di una delle prime scalate del Monte Bianco, scritta da Charles Fellows nel 1827 (3-5mila euro) e, con la stessa valutazione, Souvenirs de la vallée de Chamonix di Samuel Birmann, prima edizione corredata da tavole finemente colorate. Nell’ambito delle scienze naturali a fare la parte del leone è l’Historiae naturalis di Ulisse Aldrovandi (22-28mila), lotto enciclopedico in 13 volumi realizzati dal 1599 al 1668 con illustrazioni incise di particolare pregio, opera di Jacopo Ligozzi. La letteratura francese del XVII secolo trova infine espressione in una prima edizione di Fables Choisies di Jean de La Fontaine (7-10mila), in esemplare con legatura coeva del 1668. Il lotto è stato esposto anche a Parigi nella sede di Millon, come anteprima dell’asta milanese: un’iniziativa che sancisce l’avvio della fattiva sinergia con il gruppo Millon Auction di cui Il Ponte è entrata da luglio a far parte. Dall’11 al 13 marzo sarà poi la volta di Gonnelli Casa d’aste, che a Firenze allestisce un’asta in cinque sessioni comprensiva di 657 lotti. Fra i manoscritti non passa inosservato un Corano miniato di metà Ottocento, proveniente dall’Uzbekistan ed esempio della diffusione di modelli persiani classici nell’area centroasiatica (la base è 5mila euro). La seconda sessione è dedicata ai libri d’artista e del Novecento, fra cui Dix eaux-fortes del 1962 con 10 incisioni originali di Lucio Fontana, numerate a matita e firmate (8mila). Da un paio d’anni è tornata l’attenzione del mercato sugli incunaboli e quest’incanto offre l’opportunità di avvicinarsi a una quarantina di essi. Fra questi il Danthe alegieri fiorentino del 1493, seconda edizione della Commedia stampata da Matteo Capcasa con il commento del Landino, ampiamente illustrata e molto rara da trovarsi completa (6mila). Molto corpose infine le ultime due sezioni dedicate ai libri a stampa dal XVI al XX secolo, che vedono emergere importanti prime edizioni di testi scientifici moderni in ottime condizioni di conservazione. Si segnalano fra gli altri il De vero telescopii inventore di Pierre Borel, del 1655, primo resoconto dell’invenzione del telescopio e del microscopio e della scoperta degli anelli di Saturno (15.000) e la rara Rabdologiae di Napier del 1617, uno dei testi cardine della storia della matematica (15.000). Nell’ambito dei libri di viaggio e geografia meritano una particolare menzione l’Ortelius, Theatrum orbis terrarium, del 20 maggio 1570, prima edizione e prima impressione del primo atlante della storia (8.000) e la Lettre a m. Dacier di Champollion, del 1822, copia con dedica del testo fondatore dell’egittologia moderna in cui vengono decifrati per la prima volta i geroglifici (10.000).
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