Che governo ci sarà in Germania?

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Friedrich Merz, leader della CDU, il principale partito di centrodestra della Germania che ha vinto le elezioni parlamentari di domenica, ha detto di voler formare un governo entro Pasqua, dunque entro la metà di aprile.

La Germania non ha un governo sostenuto dal Bundestag, cioè dal parlamento, da tre mesi a questa parte. È una condizione di incertezza che il paese non aveva mai vissuto prima e che è complicata dal particolare momento che sta attraversando la politica internazionale con la vittoria di Donald Trump e l’esclusione dell’Europa dalle trattative sulla pace in Ucraina: «È una situazione inaccettabile, quasi pericolosa», ha scritto il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Per questo Merz vuole accelerare i tempi e formare in fretta un governo che, come ha detto lui stesso, «dia stabilità» alla Germania.

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Fin dalla campagna elettorale, Merz aveva escluso un’alleanza con Alternative für Deutschland (AfD), il principale partito dell’estrema destra tedesca che è arrivato secondo alle elezioni ottenendo 152 seggi. Lo scenario più probabile per il futuro governo potrebbe essere dunque quello di un’alleanza tra CDU-CSU (la CSU è il ramo bavarese della CDU) che hanno ottenuto, rispettivamente 164 e 44 seggi sui 630 totali del Bundestag, e Socialdemocratici (SPD), 120 seggi. CDU-CSU e Socialdemocratici insieme otterrebbero matematicamente la maggioranza assoluta al parlamento, senza bisogno che i Verdi (85 seggi) partecipino alla coalizione. La coalizione uscente, la prima nella storia tedesca a essere formata da tre partiti – SPD, Verdi e Liberali della FDP – ha dimostrato infatti quanto sia stato complicato governare con un’ampia coalizione in Germania. E proprio i continui contrasti fra i tre partiti di governo avevano causato, lo scorso novembre, la fine della coalizione stessa e le elezioni anticipate.

L’alleanza a due tra CDU-CSU e SPD non è però semplice. Una parte della base dell’SPD è infatti molto diffidente nei confronti di Friedrich Merz, che è uno storico esponente dell’ala conservatrice della CDU: molti e molte nel partito non credono che Merz possa essere un baluardo affidabile contro gli estremisti di destra ed è stato anzi di recente accusato di aver rotto il cosiddetto “cordone sanitario” (che in tedesco viene chiamato Brandmauer), ossia l’impegno di tutte le forze politiche a non collaborare né allearsi con l’estrema destra.

C’è stato un episodio in particolare che ha alimentato queste diffidenze. Dopo l’accoltellamento compiuto a fine gennaio ad Aschaffenburg, in Baviera, da un richiedente asilo afghano e dopo altri episodi violenti compiuti da uomini di origine straniera, Merz aveva proposto una riforma della legge sull’immigrazione molto dura che avrebbe reso più complicato ottenere un permesso di soggiorno e avrebbe limitato il diritto al ricongiungimento familiare. La riforma era stata sostenuta anche dal partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), anche se alla fine era stata bocciata dal Bundestag.

In quell’occasione, grazie ai voti della CDU, dei Liberali e anche di AfD, il parlamento aveva però approvato una mozione non vincolante ma piuttosto simbolica sul tema dell’immigrazione, che chiedeva più respingimenti delle persone migranti e controlli permanenti alle frontiere. Una seconda mozione presentata sempre dalla CDU – che proponeva di rafforzare i poteri delle forze di sicurezza e la possibilità di arrestare le persone migranti espulse che non lasciano il paese – non era invece passata, ma era stata comunque votata dai parlamentari della CDU e di AfD.

Merz aveva difeso la sua posizione dicendo che le sue proposte erano valide e che non potevano smettere di esserlo solo perché a sostenerle era anche AfD.

Süddeutsche Zeitung riporta anche un altro episodio, più recente. Durante il suo ultimo comizio in vista delle elezioni, a Monaco, dopo aver affrontato vari temi Merz aveva cambiato tono bruscamente: aveva detto di voler fare politica «per la maggioranza» delle persone, quelle che sanno «pensare lucidamente» e che «hanno ancora tutte le idee chiare», e di non voler assecondare i «pazzi verdi o di sinistra che stanno là fuori nel mondo». Süddeutsche Zeitung aveva commentato così:

«Chi aspira a unire un paese che si sta disgregando dovrebbe parlare in questo modo? E proprio nel momento in cui il centro politico di così tanti paesi nel mondo è minacciato dall’estrema destra? I commenti di Merz sui “pazzi di sinistra” offrono ai suoi avversari politici un’ultima e ottima opportunità per dipingerlo come una figura divisiva».

L’ostilità di Merz verso la sinistra potrebbe insomma averlo aiutato a rafforzarsi nella sua stessa area politica. Ma ora, per governare con altri, dovrà probabilmente cambiare toni. Va poi tenuto conto che i Socialdemocratici e la CDU hanno profonde divergenze anche su altri temi: oltre all’immigrazione, l’Ucraina, la spesa pubblica e la politica fiscale.

In qualità di futuro probabile cancelliere, il leader della CDU dovrà infine confrontarsi non solo con il suo o i suoi partner di coalizione, ma anche con il suo storico alleato della CSU, Markus Söder. Söder ha sostenuto incondizionatamente Merz, ma molti, conoscendo la sua ambizione, si chiedono se riuscirà a mantenere nel tempo il proprio ruolo e a rimanere al proprio posto.

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Söder ha poi già escluso a priori una coalizione tra CSU e Verdi, questione rilevante indipendentemente dalla coalizione che si formerà. Ad esempio, per ottenere dal Bundestag e dal Bundesrat (il Senato) l’approvazione di un nuovo fondo speciale per le forze armate, Merz avrà bisogno non solo del sostegno della SPD, ma anche di quello dei Verdi per la necessità di una maggioranza più ampia. Resterà quindi da vedere se la questione dei Verdi sarà motivo di discussione interna tra CDU e CSU cosa che, se si verificasse, potrebbe rendere instabile al proprio interno il principale partito di governo e del paese.



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