Intervista a War Tour Ukraine: il turismo di guerra come arma per la memoria e contro la disinformazione

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Le interviste del CaffèLorenzo Pallavicini per il Caffè Geopolitico intervista Dmytro Nykyforov, fondatore di War Tour Ukraine (https://wartours.in.ua/en/), un progetto portato avanti da un giovane e brillante team di ucraini il cui obiettivo è preservare la memoria dei crimini di guerra commessi dall’esercito russo durante l’invasione del Paese. Organizzano visite nei luoghi in cui sono avvenuti questi crimini e, sebbene la propaganda russa sia difficile da sconfiggere, grazie a progetti come War Tour Ukraine è possibile far emergere la verità e le vere ragioni dietro la guerra. Il turismo di guerra in Ucraina non è per tutti ed è strettamente legato al ricordo delle vittime e alla costruzione di una nuova memoria per l’Ucraina. Il Caffè Geopolitico ringrazia Dmytro e l’associazione War Tour Ukraine per la disponibilità e la cortesia.

Avete progetti di coinvolgere associazioni europee per promuovere una cultura condivisa della memoria e della promozione dei diritti umani?

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Abbiamo in programma di coinvolgere l’Agenzia statale per lo Sviluppo Turistico dell’Ucraina per collaborare con le associazioni europee nella promozione di una cultura condivisa della memoria e dei diritti umani. Siamo già in comunicazione con loro e speriamo nel loro sostegno. Tuttavia, sarebbe difficile per noi realizzare tali progetti su larga scala in modo indipendente, poiché richiedono non solo risorse finanziarie, ma anche sostegno politico.

L’attenzione mediatica per la guerra in Ucraina potrebbe diminuire, avvantaggiando Putin e vanificando gli sforzi fatti dal Governo ucraino e dai suoi cittadini per convincere l’Occidente e il mondo dell’importanza del conflitto. Come evitare che si spengano i riflettori?

Uno dei maggiori rischi che l’Ucraina deve affrontare è il calo dell’attenzione dei media, che potrebbe favorire la narrazione della Russia. Il modo più efficace per contrastare questo è un impegno continuo nello spazio informativo globale, attraverso storie personali, documentari, mostre e lo stesso turismo di guerra. Il turismo di guerra consente ai visitatori stranieri di testimoniarne in prima persona le conseguenze, rendendoli potenti sostenitori della verità nei propri Paesi. Le esperienze personali e le osservazioni dirette sono molto più efficaci delle notizie riportate nel trasmettere la realtà della situazione ucraina. Inoltre, riteniamo che l’espansione della cooperazione con giornalisti, blogger e storici internazionali aiuterà a mantenere l’Ucraina rilevante nell’agenda globale. Paesi come la Polonia e gli Stati baltici sono riusciti a preservare la memoria dei conflitti passati attraverso l’istruzione e le collaborazioni internazionali e l’Ucraina dovrebbe seguire un approccio simile.

Fig. 1 – Visitatore canadese a Borodyanka | Foto di Dmytro Nykyforov

La guerra tra Ucraina e Russia è anche un conflitto di informazione, in cui il Governo russo con la sua propaganda punta a fare breccia nei cittadini europei, oscurando le esperienze raccontate dai cittadini ucraini. Quali misure ritenete più efficaci per contrastare la disinformazione russa?

La propaganda russa si basa sulla manipolazione e la distorsione dei fatti, rendendo la trasparenza e l’accesso a fonti affidabili gli strumenti più efficaci per contrastarla. Il turismo di guerra gioca un ruolo cruciale in questo, poiché crea testimoni indipendenti che possono condividere le loro osservazioni con il mondo. Inoltre, i progetti di documentari, il giornalismo investigativo e le piattaforme mediatiche indipendenti devono essere attivamente sostenuti per denunciare la disinformazione russa. Incoraggiare il giornalismo partecipativo e garantire che i media internazionali abbiano accesso diretto alle realtà ucraine aiuterà a screditare le false narrazioni.

Abbinare una attività come il turismo alla guerra può sembrare un azzardo, eppure War Tour Ukraine è diventato un operatore che svolge un ruolo significativo nella cultura della memoria delle vittime del conflitto. Come riuscire a conciliare la curiosità del visitatore con il rispetto per la memoria delle vittime e delle loro sofferenze causate dall’invasione russa?

Bilanciare la curiosità dei visitatori con il rispetto per la memoria delle vittime della guerra è fondamentale per il nostro approccio. I nostri tour sono basati sull’educazione e sulla commemorazione, non sul sensazionalismo. I visitatori non sono qui solo per vedere le rovine, ma per comprendere l’impatto della guerra, la resilienza del popolo ucraino e il significato globale del conflitto. Lavoriamo a stretto contatto con le comunità locali per garantire che i tour siano condotti rispettosamente. Non c’è alcun elemento teatrale, solo storie vere raccontate da coloro che le hanno vissute. Ogni tour è progettato per fornire contesto storico, narrazioni personali e una comprensione profonda della guerra.

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Fig. 2 – Cars Graveyard, Irpin | Foto di Dmytro Nykyforov

Diverse volte le persone provano una attrazione quasi morbosa per l’orrore e si spingono in luoghi di guerra per vederlo senza pensare alla sofferenza. Come filtrare le persone che intendono unirsi ai vostri tour guidati in modo che solo quelle con buone intenzioni e rispetto verso i luoghi degli eccidi possano farne parte?

Non effettuiamo tour di massa e controlliamo attentamente le intenzioni dei visitatori prima di confermare le prenotazioni. Prima di ogni viaggio, spieghiamo le linee guida etiche che devono essere seguite. Se dubitiamo sulla motivazione di una persona, ci riserviamo il diritto di rifiutare la sua prenotazione. La maggior parte dei nostri visitatori è composta da giornalisti, ricercatori, storici e individui che desiderano veramente comprendere l’Ucraina e condividere la sua realtà con il mondo. Lavoriamo anche con le comunità locali e, se esprimono disagio per la presenza dei media in determinate aree, rispettiamo i loro desideri. Il turismo di guerra dovrebbe informare, non intrattenere, e questo è un principio a cui aderiamo rigorosamente.               

Ci sono milioni di famiglie in Russia e in Ucraina che hanno legami l’una con l’altra. La guerra ha, purtroppo, messo gli uni contro gli altri. Potrà esserci in un futuro una  riconciliazione tra le persone coinvolte in questo conflitto che passi anche attraverso una memoria condivisa delle atrocità commesse?

Credo che la riconciliazione sarà possibile solo dopo che la Russia avrà ammesso i propri crimini, avrà assicurato alla giustizia i responsabili dei crimini di guerra e avrà pagato i risarcimenti all’Ucraina. Al momento la risposta è semplice. Gli ucraini non possono “condividere” il ricordo della guerra con i russi, perché per gli ucraini si tratta di una lotta per la sopravvivenza, e per i russi è una conseguenza della politica del loro Paese.

Fig. 3 – Senza titolo | Foto di Thomas Lau

L’Europa è vista dai giovani ucraini come una terra promessa e un futuro di vita e lavoro. Da molti anni migliaia di ucraini si riversano nei Paesi europei in cerca di un futuro migliore. A vostro parere, quali misure dovrebbe adottare l’Europa, ricostruzione post guerra a parte, per creare condizioni favorevoli in Ucraina per le giovani generazioni?

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Affinché i giovani possano restare in Ucraina, abbiamo bisogno non solo della ricostruzione, ma anche di prospettive di sviluppo economico. Ci saranno incentivi finanziari per gli imprenditori e gli investimenti e si creeranno le condizioni per lo sviluppo delle piccole e medie imprese? Se così fosse, ci saranno posti di lavoro per i giovani. Se gli specialisti ucraini avranno accesso al mercato del lavoro europeo, ciò consentirà ai giovani professionisti di acquisire esperienza e poi tornare in Ucraina. I giovani ucraini vedono un futuro in Europa, ma l’obiettivo principale è che gli ucraini non solo vadano in Europa per studiare o lavorare, ma anche per vedere l’utilità di costruire la propria vita a casa.

a cura di Lorenzo Pallavicini

Immagine di copertina: Motherland Monument, Kyiv, con Dmytro e visitatrice (Veronica) | Foto di Dmytro Nykyforov



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