“Non è una conquista di civiltà”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Dall’11 febbraio 2025, giorno in cui è stata approvata dal Consiglio regionale della Toscana la legge che consente di richiedere al Servizio Sanitario il suicidio medicalmente assistito, il clima sul fine vita si è reso ancora più incandescente a livello sociale e politico . Fondamentale il contributo della Chiesta Cattolica che tramite le sue più alte gerarchie ha rivendicato con fermezza l’indisponibilità della vita umana e l!urgenza di mettere al primo posto iniziative volte a sostenere/accompagnare la
vita dei più deboli, anziché a favorirne la soppressione.
L!Arcivescovo di Lucca S.E. Mons. Paolo Giulietti, Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia, i giovani e la vita, all’indomani della approvazione della legge regionale, risponde alle domande di Aldo Ciappi di Alleanza Cattolica e di Pisa e referente del Family Day per la Toscana.          

Domanda: Cosa ne pensa della legge appena approvata?

Risposta: Innanzitutto, che si sarebbe dovuto soprassedere dall’approvazione della legge in parola per motivi di competenza tenuto conto che una materia cosi delicata necessita di una disciplina univoca, di un luogo di discussione unitario e più elevato. Ma la vera questione di fondo è il tentativo di far passare per una conquista di civiltà quello che invece è la rinuncia ad esercitare delle forme di vicinanza, di accompagnamento del malato che siano in qualche maniera alternative rispetto ad un esito come quello del suicidio assistito. Sappiamo che ci sono grandi lacune nella disponibilità di servizi/atteggiamenti che sono presenti sul territorio per cui quello che pare essere una sorta di passo in avanti altro non è che la rassegnazione a dei mancati passi in avanti in altri e più importanti settori di vicinanza al malato”.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Domanda: Cosa si porrebbe fare in alternativa all’apertura di un servizio dello Stato o della Regione che accolga la richiesta di suicidio assistito?

Risposta: La richiesta del suicidio nasce molto spesso dall’ assenza di alternative e dalla solitudine di chi vive la malattia e che i suoi familiari sperimentano; occorre quindi incrementare la presenza di volontari e/o di operatori che siano capaci di accompagnare la persona e poi offrire dal punto di vista medico tutti i sussidi che rendano sopportabile il dolore legato a certe forme di malattia che a volte sono davvero difficili da sopportare in assenza di ausili adeguati.

Domanda: Secondo Lei questa legge – che per molti è incostituzionale – rappresenta una svolta, un punto di rottura in Italia, e in particolare qui in Toscana, rispetto alla tradizione plurimillenaria di accoglienza, di assistenza e di cura dei malati che è il lascito di intere generazioni ?

Risposta: Indubbiamente questo tipo di atteggiamento esprime il prevalere di una visione incentrata sull’individuo e sui suoi presunti diritti e non invece sulla tutela di alcuni valori fondamentali, tra cui l’indisponibilità della vita e la solidarietà. Ora,se è concepibile, che una persona abbia delle difficoltà ad andare avanti in condizioni di grande
sofferenza non che è tali situazioni si possano affrontare venendo meno a dei principi di fondo che vanno tutelati ad ogni costo. Nel momento stesso in cui si ammette che la vita è a disposizione di qualcuno a quel punto si apre una voragine che può inghiottire una molteplicità di situazioni e non solamente quelle terminali che, pur, si vorrebbe delimitare con molta accuratezza con una legge, ma che, come ben sappiamo, vengono poi allargate da sentenze, da interventi successivi andando a ricomprendere delle fattispecie molto più ampie. E !quanto accade già in diversi paesi d’Europa in cui il suicidio assistito viene praticato in svariate situazioni, che la legge della Toscana, oggi,
escluderebbe ma che, evidentemente, non potrebbero escludersi in futuro, riguardanti, per esempio, minorenni gravemente disabili, soggetti con patologie depressive, etc. etc.. Fattispecie, queste, che, oggettivamente, non prefigurano un intervento volto ad attenuare sofferenze “insopportabili” e in condizioni estreme, estendendone così l’applicazione a campi sempre più ampi nella vita delle persone. Non si può affatto escludere che, in una situazione demografica come quella attuale, con il peso delle generazioni anziane e con la possibilità della tecnologia di prolungare la vita molto più in là rispetto al passato, l’utilizzo di queste pratiche venga accettata anche per finalità molto più
prosaiche, molto meno nobili di quelle che la legge vorrebbe accreditare. Quindi bisogna stare molto in guardia, estremamente in guardia, perché l’esperienza di paesi non
lontano da noi ci dice non è affatto detto che, quei paletti piuttosto stretti che anche questa legge ha posto, rimangano tali. E, quindi, mettere in discussione il principio di intangibilità della vita, anche nelle condizioni più fragili, che la nostra tradizione ci ha consegnato e che ha dato luogo a tante iniziative di vicinanza alle persone, sempre e comunque, ci porta molto lontano…”

Domanda: Questa come in precedenti occasioni i cattolici impegnati nella politica si nazionale o regionale sono in qualche modo divisi su questa legge. Ci sono posizioni che hanno seguito i diktat o linee guida di partito ma non si è prestata l’attenzione sul messaggio che arriva: cioè la decisione sulla vita sui principi fondanti di rispetto del diritto alla vita la natura e il creato sui cui la Chiesa è stata sempre chiara. Come si spiega questo? perché si distingue il piano religioso da quello pubblico su certi temi?

Risposta: #Ci sono due equivoci di fondo.  Uno è quello che confonde il piano confessionale, che riguarda i credenti, con il contributo che tutti sono chiamati a dare come cittadini in base alle loro convinzioni a ciò che razionalmente può essere condiviso, nella elaborazione delle leggi. Ora l’opposizione dei credenti all’eutanasia non deriva da un principio confessionale, ma proviene dalla ragione (seppure illuminata dalla Fede). Ci sono degli elementi di ragione da tutti condivisibili che debbono essere validamente messi a disposizione in una discussione e che non devono vederci intimiditi rispetto a chi, invece, la pensi diversamente. E questo è l’equivoco: siccome sono cattolico e siccome lo stato è laico, io non posso affermare certi principi, benché essi siano dettati anche dalla ragione, nella elaborazione della legge. Invece la legge si elabora proprio a partire dall’accoglienza di principi razionalmente condivisibili da tutti, credenti e non credenti (i cd. principi di diritto naturale, come la tutela della vita in ogni sua
fase; n.d.r.) e che non sono affatto applicazione di un #diritto rivelato”; Secondo equivoco di fondo dei cattolici: #Se io non lo faccio perché non dovrei permettere ad altri
di farlo?” “Con la mia convinzione non voglio/non posso diminuire la libertà degli altri”. Ma qui non è in gioco la libertà degli altri; qui è in gioco la visione che una comunità ha circa una questione molto importante che è quella della #intangibilità della vita umana” Quindi la questione si traduce non nel fatto che io consento a qualcuno di esercitare una sua libera opzione attorno ad un tema di scarsa rilevanza ma, al contrario, nel fatto che io contribuisco, con il mio consenso, a mettere in discussione un principio fondamentale che da sempre ha caratterizzato l’ordinamento giuridico e che, una volta che venga negato – come l!esperienza di altri paesi insegna – apre ad una serie di derive che che metteranno in discussione altri aspetti di fragilità della vita umana che oggi ci sembrano non vicini”.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       





Source link

Conto e carta

difficile da pignorare

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link