finalmente verso una legge nazionale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


In un clima di crescente fermento politico e sociale, l’Italia si trova oggi al bivio di una questione etica e normativa complessa. Dopo l’approvazione della legge regionale in Toscana – la prima in Italia a regolamentare la morte volontaria medicalmente assistita – si fa sempre più urgente un intervento parlamentare che uniformi il quadro legislativo a livello nazionale. Nuovi sviluppi e aggiornamenti, emersi nei giorni scorsi, alimentano il dibattito tra istituzioni, esperti e movimenti civili.

Contesto normativo

Il tema del fine vita, a lungo al centro di controversie e riflessioni etiche, si intreccia oggi con una realtà legislativa frammentata. La recente sentenza n. 135 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha ribadito i quattro requisiti per l’accesso al suicidio assistito – l’irreversibilità della patologia, la presenza di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale e la capacità decisionale autonoma – ha fornito un importante punto di riferimento. In assenza di una legge nazionale, le aziende sanitarie locali si trovano a gestire casi individuali, con il rischio di applicazioni divergenti e incertezza giuridica.

Dichiarazioni e reazioni

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci (foto), ha recentemente evidenziato l’urgenza di un intervento legislativo unificato. In occasione di un’intervista, ha affermato: I tempi sono giusti e maturi per una legge buona per tutti”. Sempre in prima persona, il ministro ha sottolineato: “è importante trovare una sintesi, non si possono lasciare le singole Regioni a fare fughe in avanti. Si tratta di un argomento complesso, ma al di là delle diverse sensibilità politiche credo sia importante trovare una sintesi”.

Le reazioni non sono mancate. Marco Cappato, dell’Associazione Coscioni, ha dichiarato: La Toscana ha segnato un passo storico approvando la legge Liberi Subito, dimostrando che le Regioni possono e devono agire per garantire tempi e procedure certe a chi richiede la valutazione dello stato di salute per l’accesso al suicidio assistito. Ora tocca alle altre: la richiesta di una legge nazionale non può essere un alibi per evitare al legislatore regionale di assumersi le proprie responsabilità”.

A proposito dei poteri già a disposizione, lo stesso ambito istituzionale ha osservato: “avrebbe già i poteri necessari per impedire che in molte Regioni il Ssn di fatto boicotti l’applicazione delle sentenze della Consulta, costringendo ad attese di mesi, e persino di anni, le persone che chiedono di essere aiutate a morire senza soffrire”.

Dal fronte regionale, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha accoltomolto positivamente” l’apertura del ministro, aggiungendo che “è necessaria una legge nazionale, perché si tratta di una competenza concorrente. La legge cornice dovrà essere realizzata dallo Stato poi le Regioni approveranno una legge di dettaglio”. 

Anhe il dibattito parlamentare si fa acceso. Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle ha sottolineato:bisogna assumersi le proprie responsabilità e accelerare sull’approvazione di una legge che sia pienamente in linea con i principi dettati dalla Corte Costituzionale”, mentre Licia Ronzulli (FI) ha avvertito: “Non si può più lasciare questa materia in mano ai Tribunali, nell’incertezza giuridica, altrimenti ci saranno sentenze ognuna diversa dall’altra, o assisteremo ad un Far West di leggi regionali”.

In aggiunta, il professor Giovanni Rossi, esperto di diritto sanitario all’Università di Roma, ha commentato il quadro attuale: “La mancanza di una normativa nazionale crea incertezza e disparità nell’accesso al fine vita. È indispensabile un quadro legislativo uniforme”.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Mobilitazioni e prospettive future

In attesa di un confronto parlamentare che potrebbe sbloccare la situazione, diverse Regioni stanno già procedendo autonomamente. La Toscana, pioniera in questo percorso, ha visto l’adozione della legge “Liberi Subito”, mentre Lombardia, Veneto, Puglia ed Emilia Romagna esplorano strade diverse: alcune con regolamentazioni in via d’attuazione e altre con delibere tecniche in risposta alle sentenze della Corte.

Parallelamente, l’Associazione Coscioni ha annunciato una serie di mobilitazioni su scala nazionale. Dall’11 al 13 aprile 2025 saranno organizzate manifestazioni in tutta Italia per sollecitare le Regioni a intraprendere un iter normativo concreto. Inoltre, un recente comunicato interno del Ministero della Salute ha rivelato l’intenzione di convocare un tavolo di lavoro il 5 marzo 2025, al fine di favorire un confronto diretto tra esperti, rappresentanti regionali e parlamentari. Fonti parlamentari, inoltre, hanno indicato che un incontro preliminare si terrà il 12 marzo 2025 per definire le linee guida del dibattito.

Il dibattito internazionale

Guardando oltre i confini nazionali, l’Italia osserva con attenzione gli sviluppi legislativi in altri paesi europei. In Belgio, nei Paesi Bassi e in Svizzera, le normative sul fine vita sono già strutturate e condivise, offrendo un modello di riferimento per chi sostiene la necessità di una legge nazionale anche in Italia. Tale confronto internazionale, sostiene molti esperti, potrebbe fornire gli strumenti necessari per un dibattito costruttivo e per l’adozione di misure condivise.

Un tema molto delicato 

La questione del fine vita rimane uno dei temi più delicati e controversi del dibattito pubblico italiano. La frammentazione legislativa attuale, unita alla crescente mobilitazione civile e al confronto tra le istituzioni, evidenzia l’urgenza di un intervento normativo unificato. Se da un lato le Regioni stanno sperimentando soluzioni autonome, dall’altro le istituzioni nazionali e parlamentari sembrano orientate verso un percorso di confronto che potrebbe finalmente dare certezza ai cittadini e agli operatori del settore.

Le prossime settimane saranno determinanti per definire se e come il legislatore potrà chiudere questo difficile capitolo, restituendo all’Italia un quadro normativo chiaro e condiviso sul fine vita.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link