RD CONGO, UNHCR: la grave crisi nell’est del Paese si ripercuote sul Burundi

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Famiglie in fuga dalle violenze nella Repubblica Democratica del Congo si rifugiano in una scuola nella provincia di Cibitoke, nel nord-ovest del Burundi. © UNHCR/Bernard Ntwari

RD CONGO, UNHCR: la grave crisi nell’est del Paese si ripercuote sul Burundi
Mentre continuano i combattimenti nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), la situazione umanitaria si sta rapidamente deteriorando nel vicino Burundi, con un aumento degli arrivi giornalieri attraverso il confine nord-occidentale e con persone che corrono rischi sempre maggiori per raggiungere la sicurezza, utilizzando imbarcazioni di fortuna per attraversare il fiume Rusizi.

Solo mercoledì, più di 9.000 persone sono arrivate in fuga da quella che hanno descritto come una situazione sempre più disastrosa al di là del confine.

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Da febbraio, oltre 40.000 cittadini congolesi – la maggior parte donne e bambini – sono arrivati in Burundi in cerca di protezione internazionale. Questo numero è destinato ad aumentare con l’avanzare delle ostilità nella RDC verso la città di Uvira, vicino al principale valico di frontiera ufficiale con il Burundi.

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, accoglie con favore la decisione del governo del Burundi di concedere lo status di rifugiato prima facie a coloro che fuggono dal conflitto nella RDC, garantendo loro un rapido accesso alla protezione e all’assistenza umanitaria.

Le persone che arrivano sono principalmente congolesi già sfollati interni per precedenti conflitti, ora costretti a spostarsi nuovamente a causa dei nuovi scontri. Alcuni arrivano da Goma, centinaia di chilometri più a nord, un altro devastante esempio di sfollamento ripetuto nella regione dell’Africa orientale.

I team dell’UNHCR presenti sul posto notano un numero preoccupantemente elevato di bambini tra i nuovi arrivati, molti dei quali non accompagnati o separati dalle loro famiglie durante la fuga. I rifugiati descrivono di essere fuggiti da intensi scontri e spari. Molti hanno detto di non avere cibo sufficiente per sopravvivere e di non poter continuare a lavorare la propria terra.

La stragrande maggioranza continua ad arrivare da varchi di passaggio non ufficiali, molti attraversano il fiume Rusizi per raggiungere i comuni di Rugombo e Buganda nella provincia di Cibitoke. Molte famiglie rimangono senza riparo all’aperto, esposte alle intemperie sotto le forti piogge stagionali. Altre si rifugiano in scuole, centri di transito e uno stadio con servizi limitati.

C’è un urgente bisogno di ripari, cibo e latrine, nonché di trasferire i nuovi arrivati in altri siti per risolvere il problema del sovraffollamento.

Sono stati confermati diversi casi di morbillo, con un rischio reale di diffusione della malattia dato il numero crescente di persone presenti nell’area. A Rugombo sono in corso le vaccinazioni per contenere l’ulteriore diffusione della malattia.

L’UNHCR e i partner stanno intensificando l’assistenza, distribuendo pasti caldi e acqua ai nuovi arrivati. Vengono distribuiti anche articoli di soccorso come materiale per dormire, secchi e sapone. Le organizzazioni comunitarie stanno fornendo un sostegno eccezionale ai rifugiati.

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In collaborazione con le autorità nazionali, i rifugiati saranno trasferiti nei prossimi giorni nel sito per rifugiati di Musenyi, nel sud-est del Paese, che ha una capacità di 10.000 persone. Il governo prevede inoltre di assegnare terreni per allestire altri siti.

Gli spostamenti in altre zone della regione sono stati più contenuti, con circa 15.000 nuovi arrivi registrati in altri Paesi limitrofi da gennaio. In Uganda, da gennaio sono arrivate più di 13.000 persone dalla RDC, anche da Goma, principalmente attraverso il centro di transito di Nyakabande. In Ruanda, finora non ci sono indicazioni di un aumento significativo degli arrivi che hanno scelto di rimanere e chiedere asilo, poiché la maggior parte è già tornata nella RDC. Il 19 febbraio, 53 cittadini congolesi hanno cercato rifugio a Kigoma, in Tanzania, il numero più alto in un giorno dall’inizio dell’anno.

Per rispondere all’aggravarsi dell’emergenza, l’UNHCR chiede 40,4 milioni di dollari per rafforzare la preparazione e fornire protezione e assistenza salvavita a 275.000 sfollati interni nelle province del Sud Kivu, Nord Kivu, Maniema e Tanganyika della RDC, nonché per sostenere un potenziale afflusso di 258.000 rifugiati, richiedenti asilo e persone rientrate nei Paesi vicini, tra cui Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda e Zambia.

L’UNHCR invita la comunità internazionale a sostenere gli sforzi avviati dalle autorità nazionali e dai partner umanitari. I bisogni sono superiori alle risorse. Senza un’urgente iniezione di fondi, rischiamo un ulteriore peggioramento con l’intensificarsi della crisi.

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