Si/No? Approvata legge per limitarne l’uso

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Lo smartphone è la prima cosa che si guarda al mattino e l’ultima prima di andare a dormire. E noi adulti non li usiamo solo per le riunioni, ma anche in presenza dei nostri figli. E non sono gesti senza conseguenze” afferma Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova ed esperta di psicologia dell’apprendimento (clicca qui).

Andrea Guzzardi, assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Catania, guarda con entusiasmo la legge approvata all’Ars per limitare l’uso dei cellulari nei minori. “Il livello di attenzione degli studenti, oggi intermittente, aumenterà e verrà restituita la fiducia verso gli insegnanti che potranno riprendere il controllo del ‘corpo classe’ senza interferenze. Saranno poi le singole scuole a determinare il modus operandi sulla consegna del cellulare, prima di iniziare le lezioni. Il ministro Valditara ha già aperto il varco sulle limitazioni digitali avendo disposto già da quest’ anno scolastico, il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche ai fini educativi e didattici, per gli studenti di età compresa dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado. Come Amministrazione vigileremo”.

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La Sicilia ha detto “no” ai cellulari in mano ai minori. L’approvazione dell’Ars della legge voto targata M5S – 47 favorevoli, zero astenuti, nessun contro – mira a vietare i telefonini e le apparecchiature digitali ai minori fino a cinque anni, a limitarne fortemente l’utilizzo nella seconda e terza infanzia e in età adolescenziale, è un primo importante passo.
Il disco verde, scattato a sala d’Ercole, dovrà attendere l’ok da Roma e avere il via libera del Parlamento nazionale affinché possa diventare operativa.

Il sì dell’Ars è un segnale fortissimo; arriva dal Parlamento della regione più grande d’Italia – ha detto Carlo Gilistro, il deputato-pediatra, primo firmatario della legge -. Il ministro Valditara, giustamente, ha annunciato il divieto degli smartphone a scuola”.
La norma prevede inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione rivolte a insegnanti e genitori, “finalizzate alla corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del minore derivanti dall’uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali”.

Smartphone e studenti: cosa ne pensano gli insegnanti?

Per le violazioni sono previste sanzioni da 150 a 500 euro.
Non solo campagne di sensibilizzazione! Io punterei sulla formazione e sull’informazione. Sono del parere che, dall’età di 14 anni, analogamente all’ottenimento del patentino AM per le minicar, andrebbe conseguito un ‘patentino digitale’, frequentando un corso apposito. Con il coinvolgimento di un genitore – spiega Sandro Torrisi, professore di italiano, storia e geografia all’Istituto Comprensivo Giuseppe Fava di Mascalucia.  
“Dare uno strumento tecnologico ai minori senza che se ne conoscano a pieno le potenzialità, è come consegnare le chiavi di un’auto a un bambino, e metterla in moto…
Chi lo farebbe mai?”.

Smartphone-dipendenza: 7 bambini su 10, in Italia, preferiscono giocare con il cellulare piuttosto che con gli amichetti o trascorrere quel tempo all’aria aperta. Un dato che deve allarmare (clicca qui).

Donatella Privitera insegnante della 2° C (della primaria) dell’Istituto comprensivo Vespucci-Capuana-Pirandello di Catania, ritiene “dannosa la dipendenza tecnologica, nei bambini e nelle bambine ma anche negli adolescenti, con conseguenze spesso difficili da arginare. E non mi riferisco solo allo sviluppo cognitivo.
Ha fatto un sondaggio chiedendo ai suoi piccoli studenti “cosa ne pensi del telefonino?”. La maggior parte di loro (molti sono di nazionalità estera) ha risposto che: “fa male agli occhi e distrae”.

Seconda cosa interessante è stata (anche) la reazione alla domanda: “chi vuole aggiungere altro in questa intervista?” “Io!!!” è stata la risposta unanime. Interessante perché la maestra ha coinvolto la classe. Ciò che lo smartphone non fa.

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