ROVIGO – Venerdì 21 febbraio in Corte d’Assise, presso il Tribunale di Rovigo, il Procuratore della Repubblica, Manuela Fasolato, nella requisitoria del processo relativo ai tre polesani accusati di tentato omicidio, ha chiesto una condanna a 16 anni e 11 mesi di carcere per ogni imputato.
Contestate anche le aggravanti di aver agito con finalità di discriminazione ed odio etnico e razziale, nonché di aver approfittato delle circostanze di tempo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, ovvero di notte, o comunque in orario serale.
In subordine, nel caso in cui il tentato omicidio non venga riconosciuto, la richiesta della Procura è stata di 10 anni e 3 mesi di reclusione, oltre a 37 mila euro di multa. Richieste anche le pene accessorie, interdizione perpetua dai pubblici uffici e durante la pena, oltre al pagamento delle spese processuali e la condanna al risarcimento del danno e spese delle parti civile costituite.
I fatti risalgono al 31 marzo 2023 (LEGGI ARTICOLO), gli indagati, secondo l’accusa e le minuziose indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Rovigo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, i tre avrebbero collocato un ordigno esplosivo artigianale sulla base del portone del condominio di Borgo Fiorito a Cavanella Po (nel comune di Adria) in via Dogana n. 20. Provocò una deflagrazione tale da infrangere i vetri della porta d’ingresso al piano terra e delle finestre del piano ammezzato, distruggendo completamente l’androne.
L’esplosione fu talmente forte da devastare le porte di tre dei sei appartamenti posti al primo e al secondo piano dello stabile, ponendo così in pericolo l’incolumità dei condòmini presenti all’interno della palazzina. Erano le 22, l’ordigno secondo la Procura di Rovigo poteva uccidere. Inizialmente fu contestata la tentata strage, poi riqualificata in tentato omicidio.
La Procura della Repubblica di Rovigo ha chiesto (LEGGI ARTICOLO) ed ottenuto il processo immediato per i tre giovani polesani.
I presunti responsabili sono tutti residenti in Provincia di Rovigo, S.N. del 2000 di Porto Viro, M.T. del 2002 di Taglio di Po, T.C. del 2001 di Loreo., difesi dagli avvocati Anna Osti, Marco Petternella e Luigi Migliorini. La difesa, e le dichiarazioni degli imputati in sede di interrogatorio, collidono con le accuse della Procura.
Quello del 31 marzo 2023 non è l’unico episodio contestato. A distanza di mesi un secondo raid, una ‘missione’ alle 4 di mattina al villaggio Tizè di Rosolina Mare il 29 luglio. Tre esplosioni nel cuore della notte udite a chilometri di distanza, una negli appartamenti a sud-est, le altri due a nord-est. All’interno degli alloggi alcuni extracomunitari. Qualche giorno dopo anche a Porto Viro, il 2 agosto, nei pressi della piscina comunale. I Carabinieri, con l’ausilio dei Ris, hanno tracciato le posizioni dei telefoni cellulari, analizzato le chat dei tre sospettati, ne è emerso per la Procura un quadro chiaro, limpido ed inquietante.
Oltre alla detenzione del materiale esplodente, di per sé grave, ci sono anche episodi di pestaggi e tentativi di investimento nei confronti di immigrati.
Ad Adria l’11 agosto 2023, in concorso con altre persone, secondo l’accusa, hanno avvicinato un minore di origini straniere, offeso con epiteti a sfondo razzista, e dopo avergli dato una testata sul naso, hanno continuato a colpirlo con schiaffi in viso, calci sulla schiena e pugni in faccia, cercando di buttarlo nel canale limitrofo.
A Porto Viro la notte tra il 18 e 19 settembre 2023, hanno affiancato in auto uno straniero in bicicletta sulla strada tra Porto Viro e Cavanella, lo hanno afferrato per il giubbotto facendolo cadere nella scarpata laterale, successivamente tornando indietro gli hanno lanciato un tubo metallico. C’è anche un secondo episodio simile, con un tentativo di investimento.
Secondo la tesi della Procura i tre ragazzi agivano con un unico scopo, un disegno criminoso alimentato dall’odio razziale, una circostanza ribadita in Tribunale nella requisitoria.
Il 7 marzo è prevista la Sentenza.
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