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La seconda giornata della Cernobbio School di Motore Sanità si è apert con l’intervento di Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio della Regione Lombardia, che ha dato ufficialmente inizio ai lavori. A moderare  Angela Ianaro e Massimo Scaccabarozzi, entrambi membri dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità.

Si è parlato di innovazione tecnologica a livello europeo e della nuova politica industriale italiana grazie all’intervento di Eugenio Di Brino, Ricercatore ALTEMS e Co-Founder di Altems Advisory. Il tema “V Giornata Nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale assistenziale, socioassistenziale e del volontariato – Giornata in memoria del personale sanitario vittima della pandemia da COVID-19” interverrà Gianluigi Spata, Presidente Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Como.

A seguire una tavola rotonda sull’equità di accesso alle nuove tecnologie, alla ricerca e alle politiche farmaceutiche, con il contributo di esperti come Andrea Costa, Consulente del Ministero della Sanità per il PNRR, Valeria Glorioso, Direttrice del Centro Studi di Confindustria Dispositivi Medici, e Paola Pisanti dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità.

Successivamente, il focus si è spostato sulle nuove cure per la protezione dei pazienti diabetici, con Salvatore De Cosmo, Presidente eletto dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi), e Maria Luigia Mottes, Presidente del Coordinamento Lombardia Associazioni Diabetici (CLAD) e Presidente Associazione Diabetici Provincia di Milano (ADPMi).

Un’ulteriore tavola rotonda ha messo in evidenza il tema dell’equità di accesso per le persone affette da malattie rare. Modereranno Fabiola Bologna, Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, e Giorgio Perilongo, Professore Ordinario di Pediatria, Dipartimento Salute della Donna e del Bambino e coordinatore Dipartimento Funzionale Malattie Rare, AOU Padova, mentre il dibattito ha visto la partecipazione di esperti come Giuseppe Limongelli, Professore dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, Monica Mazzucato, Coordinatrice delle Malattie Rare della Regione Veneto, ed Elisa Rozzi, Responsabile del Coordinamento Malattie Rare della Regione Emilia-Romagna.

Si è parlato poi di PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) per le malattie rare, con particolare attenzione all’Angioma Cavernoso Cerebrale Genetico. A moderare il confronto saranno Matteo Stocco, Direttore Generale del Policlinico di Milano, e Rita Treglia, Presidente ANACC. Interverranno specialisti come Ugo Cavallari, Responsabile di Genetica Medica all’ASST Ospedale Metropolitano Niguarda, Sara Gamba, Referente del Centro di Coordinamento Rete Malattie Rare Regione Lombardia, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Alessandro La Camera, Dirigente Medico Neurochirurgia ASST Ospedale Metropolitano Niguarda, Silvia Lanfranconi, Dirigente Medico Neurologia Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Dopo il pranzo, si è tornato a discutere di equilibrio tra accesso all’innovazione e sostenibilità, con un dibattito moderato da Rossana BoldiWalter Locatelli, dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità e Roberto Soj, Membro Comitato Scientifico Motore Sanità, ICT Senior Advisor. Sport, ricerca, innovazione da Regione Lombardia spunti per il territorio: interverrà Anna Dotti, VII Commissione permanente – Cultura, ricerca e innovazione, sport, comunicazione. Il tema dell’Intelligenza Artificiale sarà affrontato da Marco Camisani Calzolari, Professore Adjunct dell’UniSR e consulente del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’ACN.

Un altro argomento centrale è stato il Virtual Hospital, con Enrico Rossi dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità e Francesco Gabbrielli, Responsabile R&D per l’attività clinica in Telemedicina di AGENAS, e il ruolo dell’interoperabilità tra Fascicolo Sanitario Elettronico e sistemi ICT regionali, con gli interventi di Marco Ambrosini e Lorenzo Gubian, rispettivamente Presidente e Direttore di ARIA Lombardia, e Mauro Moruzzi, esperto del Dipartimento per la trasformazione digitale.

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Si è affrontato poi l’impatto delle nuove tecnologie sulla radiologia, con Andrea Giovagnoni, Past-President della SIRM, e Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Marco Alì, Research Operations Manager presso Centro Diagnostico Italiano, illustrerà le prospettive cliniche e organizzative del Gemello Digitale Umano, mentre Maria Immacolata Cammarota, Capo Progetto Fascicolo Sanitario Elettronico, e Mario Nobile, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, discuteranno il futuro della gestione delle cartelle cliniche e del Fascicolo Sanitario Elettronico, con l’esempio concreto della Regione Toscana portato da Andrea Belardinelli, Responsabile Settore Sanità Digitale e Innovazione di Regione Toscana.

Si è passato poi alla diagnosi precoce dell’autismo e all’Intelligenza Artificiale con Enzo Grossi, Direttore Scientifico di Villa Santa Maria, mentre il tema della stomia sarà affrontato con un focus sugli “10+1 action point” sostenuti da Convatec, con Marcella Marletta, Presidente AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), e Paolo Delrio, Direttore del Dipartimento di Oncologia Addominale e Responsabile U.O.C. di Oncologia Chirurgica Colorettale Istituto Nazionale dei Tumori “G. Pascale” di Napoli. Ugo Trama, Responsabile Farmaceutica e Protesica della Regione Campania, approfondirà le soluzioni per migliorare la rete assistenziale per i pazienti stomizzati.

Le conclusioni istituzionali sono state affidate a Samuele Astuti, Consigliere della III Commissione Permanente della Regione Lombardia, mentre Luciano Flor e Carlo Nicora, Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, modereranno un confronto su robotica e AI in neuroriabilitazione, con il contributo di Franco Molteni, Direttore UOC Recupero e Riabilitazione Funzionale dell’Ospedale Valduce di Como.

Si è chiuso con un dialogo sull’intelligenza ibrida con l’avvocato Giuslavorista Giuseppe Sant’Elia, un approfondimento sulla chirurgia robotica con Mario Morino, Direttore SC Chirurgia Generale della AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, e Carlo Milli, Chief Public Affairs Officer Ab medica. Seguiranno gli interventi di Carlo Tomassini, dell’Osservatorio Innovazione Motore Sanità, su “Come nasce un Centro Multidisciplinare di Chirurgia Robotica come modello organizzativo e gestionale”. Le conclusioni della seconda giornata saranno affidate ad Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’innovazione tecnologica.

Dalla richiesta di una maggiore autonomia per la gestione delle risorse a disposizione delle Regioni in Sanità alle strategie per affrontare il tema spinoso delle liste d’attesa. È un contributo importante quello portato dagli Assessori alla Sanità di Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria intervenuti oggi alla Cernobbio School organizzata da Motore Sanità.

Guido Bertolaso, Assessore della Regione Lombardia, riprendendo il titolo della tre giorni di eventi e tavole rotonde che proseguiranno anche domani a Villa Erba, ha sottolineato la necessità di “passare dalle idee all’azione, dalla politica delle idee alla politica delle cose”. E “la prima delle questioni fondamentali – secondo Bertolaso – è il riparto del fondo sanitario nazionale che viene attribuito per ogni Regione sulla base di alcuni criteri, alcuni giusti, altri discutibili”. Secondo Bertolaso le Regioni “che non hanno i conti in rosso dovrebbero poter avere una maggiore flessibilità sull’utilizzo della fetta loro attribuita dalla torta nazionale dei finanziamenti per poter “portare avanti una serie di politiche e strategie in autonomia. A partire da quelle relative alla prevenzione e agli screening”.

L’assessore alla Sanità e al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha ricordato il peso delll’invecchiamento della popolazione che richiede di cambiare i modelli con cui si affrontano le cronicità. E come questo “richieda un passaggio culturale a cui devono essere pronti anche i cittadini”.  “Serve un grande cambiamento culturale – ha chiarito Lanzarin – indispensabile nel momento in cui sarà messa a terra tutta l’infrastruttura prevista dalla missione 6 del Pnrr e il Dm 77, le case e gli ospedali di comunità, le Cot, l’infermiere di famiglia, piuttosto che un’assistenza domiciliare più sostenuta”. Novità fondamentali che, tra le altre cose, “ci dovrebbero permettere di decongestionare i nostri Pronto Soccorso dai codici minori, indirizzando le persone verso i nuovi presidi”. Altro grande tema è quello della medicina territoriale. “Una partita difficile, ma imprescindibile” che si può vincere a patto di sciogliere innanzitutto il nodo della carenza di personale. “Magari – ha proposto l’assessore del Veneto – raggruppando alcune specializzazioni, con una visione diversa rispetto alla formazione”. “Il sistema universalistico – ha concluso Lanzarin – è da difendere fino alla fine ma dovremo utilizzare le risorse il meglio possibile. Se le Regioni che non siano in piano di rientro potessero utilizzare i fondi con maggiore flessibilità, non a silos come avviene adesso, rendicontando ovviamente tutto, forse riusciremmo a dare risposte migliori”.

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Massimo Nicolò, assessore alla Sanità della Liguria, ha sottolineato come la sua regione sia una sorta di laboratorio per immaginare cosa potrà accadere altrove tra 10-15 anni. “In Liguria – ha detto – abbiamo una media del 20-25% di ultrasessantenni, la nostra Regione precorre un po’ i tempi e tutte le criticità che si stanno registrando dal punto di vista della gestione sociosanitaria”. Il problema, ha spiegato “è la gestione del post acuto, quando il paziente diventa cronico e non ha più solo una patologia acuta, ma varie comorbilità. C’è poi la questione cruciale della gestione dell’anziano non autosufficiente nelle Rsa. Problematiche sanitarie che si incrociano inevitabilmente quelle sociali”. Nicolò ha anche parlato di autonomia differenziata: “Ci sono alcuni presidenti – ha detto – come il nostro, che hanno dichiarato la volontà di andare avanti in questo percorso, altri che si sono tirati indietro. Io credo che se siamo in una situazione in cui lo Stato ci dà un salvadanaio e ci dice “questo è il vostro e dovete spenderlo”, intanto bisogna capire se è sufficiente perché non sempre lo è. O meglio, non sempre lo è per alcune Regioni. I nostri costi indiretti – ragiona l’assessore – con l’indice di vecchiaia sono in proporzione nettamente superiori e sono gli stessi che le altre Regioni avranno tra 10-15 anni”. Dunque, una maggiore autonomia sarebbe utile e necessaria. Ad esempio, potendo decidere di “distribuire differentemente questi soldi alle categorie professionali che lavorano in sanità”.

Federico Riboldi, Assessore alla Sanità del Piemonte, ha poi sottolineato “la differenza tra efficienza ed efficacia”. “Noi – ha ricostruito – abbiamo vissuto gli anni difficili del piano di rientro, che richiedeva di pensare all’efficienza, a spendere meno per rientrare nei parametri”. Ma “l’efficacia, in Sanità, è un’altra cosa: ossia spendere meno sulla spesa non clinica e investire su questa più risorse possibili”. Secondo Riboldi, “bisogna tagliare le spese eccessive, affitti per sedi che non servono, migliorare l’impatto degli amministrativi sui reparti, migliorare la logistica. Piccole leve che, uniti possono fare la differenza liberando economie di scala che sono l’unica spesa libera che abbiamo disponibile per mettere al centro il paziente”. Il secondo punto fondamentale, secondo Riboldi, “è curare chi ha davvero bisogno”. E “una Sanità matura non ha paura di essere impopolare”, spiega l’assessore, che ricorda come abbia deciso di far pagare il ticket a chi non si presenta alla visita senza disdire.  E poi c’è “l’aspetto sociale, con una chiara sperequazione tra chi ha diritto di accesso alle cure e chi non ce l’ha. In Regioni come la Liguria e il Piemonte abbiamo una forchetta che va dall’8 al 10% di cittadini che non hanno risorse per la sanità privata e non riescono ad accedere per lungaggini e burocrazia alla sanità pubblica. E non serve parlare alla pancia ma occorre agire con azioni concrete, riportando questa forchetta, che in Piemonte riguarda circa 300mila persone che non riescono ad accedervi, nell’alveo della Sanità pubblica. Siamo al bivio. E quindi dobbiamo mettere una marcia in più. Per recuperare le liste arretrate. In Piemonte, dal 22 di questo mese, tutte le 74 strutture sanitarie regionali effettueranno prestazioni aggiuntive la sera, il sabato e la domenica su base volontaria, con un’adesione fortissima”.



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