In Regione rebus ricandidature: Maurodinoia non trova spazio, Cera passa alla Lega

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BARI – Dalla «questione morale» di Enrico Berlinguer alla «questione Codice interno»? Le ultime inchieste degli inquirenti baresi sul malaffare e i tentacoli mafiosi nelle istituzioni avranno effetti tangibili sulle prossime regionali. Tutti i partiti e le liste civiche sottoporranno i propri candidati a un vaglio certosino di stampo legalitario. Non a caso questa tendenza, inevitabile dopo le polemiche giustizialiste scaturite dalle inchieste del febbraio 2024, ha costretto Anita Maurodinoia, già assessore regionale poi autosospesa dal Pd, a dichiararsi indipendente e a cercare (finora invano) una nuova lista per tornare in consiglio. Dal fronte conservatore fioccano informalmente le smentite delle voci di un ingresso dell’esponente ex dem nei partiti nazionali: porte sbarrate in Fi e nella Lega. Anche l’ipotesi di una candidatura della fondatrice, con il marito Sandrino Cataldo, della lista «Sud al centro» in una civica del centrosinistra è una ipotesi al momento non presa nemmeno in considerazione da chi sta iniziando a mettere mano alle sigle che sosterranno la corsa dell’europarlamentare barese Antonio Decaro, successore designato da Emiliano. Nelle recenti elezioni per la città metropolitana di Bari, però, il ceto politico vicino alla Maurodinoia ha trovato posto nelle varie emanazioni del centrosinistra. Potrebbe essere questo lo schema che verrà adottato per non disperdere un bacino elettorale che in provincia di Bari ha garantito a Lady preferenze quasi 20mila preferenze?

L’addio della Maurodinoia ha moltiplicato le aspettative tra le donne Dem per un seggio in Via Gentile: sono date per sicure concorrenti Paola Romano (molto vicina alla leader Elly Schlein) ed Elisabetta Vaccarella (sostenuta dalla truppa di consiglieri comunali baresi dell’area di Marco Lacarra, ora leader regionale della corrente Energia popolare di Stefano Bonaccini). Nella competizione barese ci saranno anche il top player Michele Emiliano e Francesco Paolicelli, recordman nella scorsa tornata con oltre 25mila voti.

In un centrosinistra che potrebbe schierare di sicuro la lista civica emilianista Con, Avs e una civica di Decaro (a Bari si scalda anche l’assessore Vito Lacoppola) cercano di blindarsi anche i Cinque Stelle, che rischierebbero di sparire se costretti ad una corsa solitaria (vige ancora lo sbarramento dell’8% per chi gareggia fuori dalle coalizioni maggiori). Gli uscenti Rosa Barone, Grazia Di Bari, Cristian Casili e Marco Galante pensano alla propria rielezione (non c’è più il vincolo dei due mandati), dopo aver contribuito per i primi tre anni dall’interno alla maggioranza del governatore. A Taranto il discorso delle ricandidature dei consiglieri grillini avrebbe, secondo alcune ricostruzioni, generato qualche smottamento, con le dimissioni del segretario provinciale Francesco Nevoli (ufficialmente fuori dai radar per motivi personali).

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Nel centrodestra, di contro, restano aperti i dialoghi del gruppo Puglia popolare di Massimo Cassano con Fi e la Lega (che però ha come priorità la crescita dei propri dirigenti, a partire da Fabio Romito). Gli azzurri, come annunciato dal coordinatore Mauro D’Attis, potrebbero nelle prossime ore annunciare nuovi ingressi nei Comuni, mentre alla Regione non ricandideranno Napoleone Cera, esponente che ha ufficializzato il passaggio con la Lega.

A Roma, infine, 5S e Pd litigano mettendo a rischio la convocazione unitaria di una piazza contro il governo delle destre. Tensione alle stelle per le dichiarazioni dell’europarlamentare Gaetano Pedullà contro la dem Pina Picierno (che aveva evocato assonanze filo russe tra contiani e leghisti): l’ex direttore de «La notizia» l’ha definita «una fascista infiltrata nella sinistra», per le sue posizioni «guerrafondaie».

Pronta la difesa del leader dem a Bruxelles Stefano Bonaccini e Nicola Zingaretti, a cui si è unito anche il deputato barese Marco Lacarra: «In una situazione drammatica per la democrazia in Italia e in Europa ci domandiamo come sia possibile arrivare a fare dichiarazioni così avventate e violente contro un esponente del Pd. La destra applaude». Immaginare una manifestazione di tutte le opposizioni, stante queste incomprensioni, potrebbe diventare quasi una utopia.



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