“Nessun ripensamento”. Si attende l’ok dal ministero

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BRINDISI – La linea di indirizzo politico non cambia. Il capannone in via Provinciale San Vito non ospiterà più un dormitorio. Il nuovo centro per migranti sarà realizzato nelle campagne di Restinco, ad alcuni chilometri dalla città. L’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brindisi, Ercole Saponaro, lo ha ribadito nel corso della commissione consiliare al ramo, presieduta da Maurizio Colella, che si è svolta stamattina (mercoledì 19 febbraio) presso la sala Mario Marino Guadalupi di palazzo di città. I lavori per il restyling del manufatto situato di fronte alla fontana Tancredi vanno avanti, ma l’amministrazione comunale non ha ancora deciso come utilizzarlo. Il progetto “Casa delle culture”, già finanziato, viene messo in discussione. 

Dubbi sulla proprietà

Per quanto riguarda Restinco, doverosa una precisazione. La struttura individuata dal Comune non è, a differenza di quanto emerso nel corso della commissione che si è svolta lunedì scorso, un bene confiscato alla mafia. Il dirigente dell’ufficio Servizi sociali, Gabriele Falco, ascoltato stamattina, ha spiegato che si tratta di uno stabile di proprietà dell’Asl Brindisi, ceduto al Comune in comodato d’uso gratuito, per i prossimi 20 anni. Su questo aspetto, però, bisognerebbe fare chiarezza. Nell’elenco dei beni di proprietà dell’Asl, non risultano edifici situati in zona Restinco.Su questo aspetto, però, è doveroso un chiarimento. Nell’elenco dei beni di proprietà dell’Asl, non risultano edifici situati in zona Restinco. Si presume che la struttura in questione, fra gli anni ’90 e i primi anni 2000, fosse di proprietà dell’azienda ospedaliera Di Summa e sia stata gestita da una cooperativa, per fini socio sanitari. Fra il 1996 e il 2002 l’azienda ospedaliera Di Summa si è sciolta. Tutti i suoi beni sono transitati nell’Asl. Quest’ultima, però, non ha mai acquisito alcun terreno in località di Restinco. 

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La rimodulazione del progetto

L’iter per la valorizzazione dell’immobile, ad ogni modo, è partito un paio di anni fa, quando l’amministrazione comunale, all’epoca guidata dal sindaco Riccardo Rossi, ha intercettato un finanziamento ministeriale (Pnrr) pari a circa due milioni di euro. L’idea iniziale era quella di destinare l’edificio a servizi per i migranti impiegati nell’agricoltura. Il progetto, però, non è mai partito. Per questo la commissione ministeriale, nei mesi scorsi, ha minacciato di tagliare il finanziamento.

In risposta, l’attuale amministrazione comunale ha modificato il progetto, prevedendo anche 80 posti letto, sempre per braccianti stranieri. Non solo. Il Comune di Brindisi intende istituire anche servizi mensa, di guardiania e di pulizia bisettimanale, oltre a cercare una sponda con gli enti del terzo settore, per attivare dei corsi di formazione professionale dedicati in primis agli ospiti della struttura. Inoltre si sonderà la possibilità di mettere a disposizione dei braccianti un servizio navetta per il trasferimento nei campi, in modo da evitare interferenze del caporalato.

Ora, però, è da vedere se il ministero darà l’ok alla rimodulazione del progetto. Il dirigente Falco spiega che su circa 103 progetti nazionali, quello su Restinco rientrerebbe fra i sette tenuti in piedi.  In caso di via libera definitivo, la scadenza per completare i lavori, fissata originariamente per marzo 2025, slitterebbe a giugno 2026. I tempi sono stretti. La struttura tecnica del Comune di Brindisi conta di emanare il bando per aprile 2025. La fine dei lavori è prevista per febbraio 2026. L’attivazione, per giugno 2026.

Ex dormitorio: il restyling prosegue, stop a “Casa culture”

Il restauro del capannone in via Provinciale San Vito, invece, viaggia su un’altra linea di finanziamento. L’amministrazione Rossi, sempre un paio di anni fa, aveva ottenuto una somma di circa 1,6 milioni di euro (fondi Pon legalità 2014/2020) per dar vita a una “Casa delle culture”. L’intenzione era quella di realizzare una struttura polifunzionale, con servizi alloggiativi. Nel frattempo gli ospiti dell’ormai ex dormitorio sono stati trasferiti in una tendostruttura all’esterno dell’immobile, per consentire l’avvio dei lavori di riqualificazione.

Dormitorio migranti via Provinciale San Vito 2

Ma cosa ne sarà della “Casa delle culture”? L’amministrazione comunale vuole apportare un taglio netto. “Per quanto mi riguarda – afferma Saponaro – lì non ci può essere un altro centro per migranti”. Saponaro ricorda che una petizione per la chiusura del dormitorio è stata firmata da più di 1000 cittadini. “I residenti del rione Minnuta – rimarca l’assessore – non vogliono più quell’obbrobrio. Togliere le tende da quel centro è un risultato politico importante. Le polemiche – prosegue Saponaro – lasciano il tempo che trovano”. L’assessore ricorda di aver fatto, da consigliere d’opposizione, più sopralluoghi presso il capannone, imbattendosi in una “situazione di degrado incredibile”. Si andrà avanti, quindi, con lo spostamento a Restinco, fortemente osteggiato dalla Comunità africana e dalla Flai Cgil

Opposizione: “Confusione sui finanziamenti”

Ma i consiglieri Francesco Cannalire (Pd) e Riccardo Rossi (Brindisi bene comune) hanno espresso forti riserve sulla gestione dei due finanziamenti. Cannalire sostiene che la Casa delle culture si potrebbe aggiungere al nuovo centro previsto a Restinco. A detta di Rossi, invece, vi è “una grande probabilità che non si faccia né una struttura né l’altra”. Per questo l’ex sindaco ha chiesto l’audizione, sempre in commissione consiliare, del dirigente del settore Lavori pubblici e del Rup (responsabile unico procedimento) che ha seguito il progetto “Casa delle culture”. La riunione è stata aggiornata alla prossima settimana.

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