«La penitenziaria non usa lo spyware». E il governo oppone il segreto

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Il ministero di Nordio contattato da Domani non rilascia dichiarazioni, ma una fonte autorevole e ufficiale spiega che gli agenti carcerari non hanno in dotazione il trojan Graphite prodotto dall’azienda Paragon. Il caso delle interrogazioni parlamentari senza risposta: «Informazioni classificate». Italia Viva: «Vengano a rispondere in aula»

La polizia penitenziaria? «Non dispone di Graphite». Alla domanda diretta se siano state le guardie carcerarie ad usare lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti, il ministero della Giustizia non conferma né smentisce, ma tramite una fonte ufficiale fa sapere a Domani che i dubbi sollevati dal senatore Matteo Renzi sono infondati, perché la penitenziaria non ha nemmeno in dotazione il software spia prodotto dalla società israeliana Paragon Solutions, quello finito al centro dell’attenzione da quando, ormai quasi 20 giorni fa, si è saputo che è stato usato per intercettare giornalisti e attivisti italiani tra cui il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, e il cofondatore dell’ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini.

Sentiti da vari giornali italiani nei giorni scorsi, polizia di stato, carabinieri e guardia di finanza hanno negato di aver usato il software per spiare cronisti e attivisti. Tra i corpi di polizia giudiziaria autorizzati ad utilizzare spyware, su delega delle procure e nei confronti di persone indagate, resta quindi in teoria solo la polizia penitenziaria. Sulle guardie carcerarie sta puntando l’attenzione da qualche giorno Matteo Renzi: il leader di Italia Viva ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, «per escludere che proprio la penitenziaria abbia avuto un ruolo nella vicenda del software israeliano». Il Guardasigilli, però, non sembra intenzionato a rispondere.  

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Segreto di Stato

Italia Viva e Pd, che pure ha presentato un’interrogazione diretta a Giorgia Meloni (chiedendole di «chiarire se il governo italiano sia cliente dell’azienda Paragon Solutions e chi sia stato autorizzato ad utilizzare lo spyware Graphite per controllare giornalisti e attivisti italiani»), hanno fatto sapere che il governo non vuole rispondere alle loro domande.

Di certo a un’altra interrogazione presentata da Alleanza Verdi Sinistra (Avs) non sulla Penitenziaria, ma in generale, non seguirà alcuna risposta, come ha reso noto il leader Nicola Fratoianni, che sui social ha pubblicato la lettera di risposta del presidente della Camera, Lorenzo Fontana: l’esecutivo si sarebbe appellato all’articolo 131 del regolamento parlamentare, secondo cui «il Governo può dichiarare di non poter rispondere (alle interrogazioni, ndr) indicandone il motivo». Domani, 18 febbraio, durante il question time alla Camera si dovrebbe dunque sapere almeno quale ragione addurrà l’esecutivo per evitare di rispondere alle due interrogazioni.

Intanto Domani ha provato a chiedere direttamente al ministero della Giustizia, cui fa capo la penitenziaria, se quest’ultima abbia usato Graphite per intercettare giornalisti e attivisti. Da via Arenula nessuna nota ufficiale, ma, come detto, una fonte qualificata e ufficiale del ministero guidato da Nordio ha assicurato che la penitenziaria non dispone di Graphite. Il mistero, dunque, prosegue. 

La nota di Italia Viva

«Mentre il governo annuncia di non voler rispondere in Parlamento alle questioni legittime sollevate dalle opposizioni sul caso Paragon – si legge in una nota di Italia Viva – una non meglio precisata fonte del ministero della giustizia si incarica di rispondere alle domande poste da Italia Viva dicendo che la penitenziaria non ha in dotazione il Trojan. Noi chiediamo di sapere se nel bilancio del Ministero della giustizia ci sono dei fondi destinati all’affitto di Trojan e segnatamente all’affitto del Trojan israeliano. Abbiamo il diritto di conoscere le risposte visto che comunque i ministeri dialogano con i giornali e agenzie. Abbiamo saputo della sospensione del contratto con Paragon da un lancio di agenzia durante Sanremo. Se le informazioni vengo date alla stampa possono essere date anche al Senato e alla Camera. Il nostro question time è stato giudicato ammissibile da Fontana. Oggi il governo deve forzatamente venire a rispondere».

 

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