Hanon di Benevento, fumata nera dal vertice: ipotesi su proroga cig

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La Hanon systems ha ribadito la sua volontà di chiudere il sito di contrada Olivola. Si è risolto così in una fumata nera l’incontro che si è tenuto ieri a Roma, al ministero del Lavoro, negli uffici del sottosegretario Claudio Durigon.

Obiettivo della riunione, il tentativo di strappare alla proprietà, una multinazionale sudcoreana, un ripensamento sulla sua decisione di mettere alla porta sessanta dipendenti entro maggio. L’appuntamento era stato sollecitato dal responsabile degli enti locali della Lega, Luigi Barone. Vi hanno preso parte, con l’esponente politico del Carroccio, rappresentanti del ministero delle Imprese e del Made in Italy, di Invitalia, della direzione generale ammortizzatori sociali del ministero del Lavoro.

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Il risultato

Il secco no ad ogni ipotesi di rivedere la scelta lo ha comunicato Steve Foster, direttore esecutivo Operations Europe dell’azienda, collegato in videoconferenza. Dal tavolo di lavoro è venuto fuori che la decisione di serrare i battenti sarebbe stata assunta per ragioni legate al calo delle commesse, diminuite da giugno scorso di non meno del 50%.

Da qui l’impossibilità di continuare essendo il sito, sempre a giudizio dei sudcoreani, non più produttivo. Va da sé che, dopo la presa d’atto del diniego, si è discusso, in ogni caso, di possibili strade da percorrere per provare a ridurre il danno e restituire un minimo di speranza ai lavoratori. Su due percorsi, quelli più realisticamente praticabili, data la situazione, si è soffermata l’attenzione.

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Il primo: mettersi allo studio per trovare gli strumenti adatti con cui prolungare almeno sino a dicembre il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il secondo: col coinvolgimento anche delle associazioni, a cominciare da Confindustria, porsi alla ricerca di imprenditori che vogliano investire i propri soldi per rilevare la struttura. La seduta si è sciolta non senza avere stabilito di rivedersi entro un paio di settimane per tracciare il punto della situazione insieme con Regione, Comune e organizzazioni sindacali. Nessun passo in avanti, insomma, si è compiuto a dispetto della mobilitazione che attorno alla vicenda si è concretizzata all’indomani della comunicazione, avvenuta lo scorso martedì, ai sindacati della risoluzione di cessare l’attività. Per questo dramma economico e sociale che si profila, si è mossa la politica, con i parlamentari che hanno presentato interrogazioni. A chiedere con tale atto chiarimenti ai ministeri competenti, i deputati Francesco Maria Rubano di Forza Italia e Stefano Graziano del Pd; Domenico Matera, senatore di Fratelli d’Italia. Il consigliere Pd Luigi Abbate, ha indirizzato analogo atto al presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca.

L’impegno

Convocato da Clemente Mastella, si è tenuto venerdì un Consiglio comunale monotematico sulla vicenda. Una seduta conclusasi con l’approvazione unanime di un deliberato con cui si è chiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’apertura di un tavolo di confronto con le parti interessate. Si è in attesa che si fissi la data. Intanto, oggi, in Consiglio regionale, si saprà la risposta che la giunta darà ad Abbate rispetto alla sua interrogazione. «Sarà l’assessore alle Attività produttive, Antonio Marchiello o lo stesso presidente De Luca a venire in aula – annota Abbate – per spiegare quali siano le iniziative che si intendono assumere per affrontare una vertenza così drammatica».

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Sindacato ed Rsu aziendali, intanto «continuano – rende noto Giancarlo Stefanucci, segretario territoriale della Fim-Cisl – a praticare quotidianamente uno sciopero articolato. Siamo in attesa che l’azienda ci convochi la settimana prossima così come fu concordato nell’ultimo incontro nel quale ci fu svelata l’intenzione da Foster». Giovedì si terrà l’audizione in Regione in terza commissione permanente su richiesta del suo vicepresidente, il consigliere Nino Mortaruolo. «Speriamo – dichiara Massimiliano Guglielmi, segretario provinciale della Fiom-Cgil – che si presenti anche la controparte alla quale non potremo che chiedere di rivedere la posizione».





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