Come spiegato da Rottamazionegratisroma.it, fino allo scorso anno, rottamando l’auto inquinante si aveva accesso a degli ottimi incentivi per l’acquisto di auto a basso consumo.
Ora tutto cambia dato che il Governo ha deciso di cancellare queste iniziative per il 2025, una scelta che sta suscitando forti polemiche e preoccupazioni. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che la decisione nasce dall’inefficacia degli incentivi nel sostenere la produzione nazionale. “Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione. Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti”, ha dichiarato Urso in Senato.
Il Fondo Automotive, che nel 2024 era di 8,7 miliardi di euro, potrebbe scendere fino a soli 1,2 miliardi nel 2025. Parte delle risorse originariamente destinate agli incentivi auto verrà dirottata su spese militari e missioni internazionali, mentre il resto sarà investito nel settore della componentistica. Questo cambio di strategia potrebbe lasciare consumatori e aziende senza il supporto necessario per l’acquisto di veicoli ecologici, rallentando la transizione verso una mobilità più sostenibile.
Un settore in crisi tra concorrenza e transizione ecologica
La decisione ha sollevato critiche da parte delle associazioni di settore. L’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) ha avvertito che la riduzione dell’80% del Fondo Automotive metterà a rischio la competitività delle aziende italiane e renderà più difficile per i consumatori rottamare le proprie auto e acquistarne di nuove. Il comparto automobilistico, che impiega oltre 270.000 persone e genera un fatturato di oltre 100 miliardi di euro, è già sotto pressione a causa della concorrenza internazionale e della transizione ecologica.
L’Italia rischia di rimanere indietro rispetto ad altri paesi europei, che stanno continuando a incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Inoltre, la crescente presenza delle case automobilistiche cinesi, particolarmente competitive nel settore delle auto elettriche, complica ulteriormente il quadro. Senza incentivi, il mercato italiano potrebbe subire un rallentamento nelle vendite di veicoli ecologici, lasciando in circolazione un parco auto più vecchio e inquinante.
Per i consumatori, l’assenza di incentivi potrebbe tradursi in costi più elevati per l’acquisto di auto meno inquinanti, con conseguenze dirette sull’ambiente e sulla sicurezza stradale. In questo contesto, il Governo dovrà valutare se la scelta di eliminare gli ecobonus sia realmente sostenibile nel lungo periodo.
Quali prospettive per il futuro della mobilità in Italia?
Il dibattito sulla transizione ecologica dell’automotive resta aperto. L’Italia ha chiesto all’Unione Europea di rivedere le regole del Green Deal, proponendo un approccio di “neutralità tecnologica” che non si limiti solo ai veicoli elettrici, ma includa anche carburanti sintetici e biocarburanti. Questa proposta, sostenuta anche dalla Repubblica Ceca, punta a rendere più flessibile la strada verso la decarbonizzazione prevista per il 2035.
Intanto, resta da chiarire il destino del possibile Superbonus 110% per l’acquisto di auto destinate a persone con disabilità. Alcune indiscrezioni suggeriscono che il Governo potrebbe introdurre questa misura per favorire la mobilità inclusiva, ma al momento non ci sono conferme ufficiali. Attualmente, le agevolazioni disponibili comprendono l’IVA ridotta al 4%, la detrazione IRPEF del 19% e l’esenzione dal bollo auto. Un Superbonus 110% rappresenterebbe un incentivo senza precedenti, ma la sua approvazione resta incerta.
L’incontro del Tavolo Automotive, previsto per il 5 marzo 2025, potrebbe fornire nuove indicazioni sul futuro degli incentivi. Tuttavia, se il Governo non cambierà direzione, il rischio è che l’Italia perda ulteriore terreno rispetto ai partner europei, rendendo la transizione verso una mobilità sostenibile ancora più complessa. La vera domanda è: è possibile una crescita del settore automobilistico senza un adeguato sostegno pubblico?
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