La crisi ambientale globale evidenzia con sempre più urgenza la necessità di adottare nuove strategie per contrastare il riscaldamento globale e salvaguardare la biodiversità, due ambiti indissolubilmente collegati. La Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, in programma dal 25 al 27 febbraio presso la FAO di Roma, porterà all’attenzione temi come la mobilitazione di 200 miliardi di dollari l’anno da destinare per iniziative a favore della biodiversità entro il 20230, insieme ad una manovra per ridurre gli incentivi ambientalmente dannosi per almeno 500 miliardi di dollari l’anno.
In un contesto in cui la sostenibilità diventa sempre più rilevante, è fondamentale che le Aziende e le istituzioni sviluppino un approccio integrato e responsabile a favore della biodiversità, della salute del pianeta e della tutela delle persone, rendendo anche i cittadini parte attiva e consapevole. Per questo Rete Clima, ente tecnico che da 15 anni sviluppa progetti ESG per le aziende, con un focus sulla decarbonizzazione e la tutela della biodiversità dentro una visione “nature positive”, presenta la seconda edizione dello Studio sulla Biodiversità Forestale. Il report, oltre a indagare la percezione delle aziende, ha integrato il punto di vista dei consumatori per esplorare a 360 gradi le dinamiche economiche, sociali, comunicative e percettive che circondano il tema della biodiversità, e anche allo scopo di aiutare le aziende a individuare strategie consapevoli.
Da un lato emerge una percezione negativa delle politiche nazionali in materia di tutela della biodiversità, considerate poco efficaci dal 45,1% degli intervistati, dall’altro una chiara richiesta da parte dei consumatori alle aziende affinché investano per la conservazione della biodiversità (54,9% dei rispondenti): il 49,4% dei consumatori chiede inoltre che le aziende svolgano un ruolo attivo nel sensibilizzare e informare il pubblico riguardo biodiversità e pratiche sostenibili, contribuendo così a colmare il gap di conoscenza.
Le aziende hanno dunque l’opportunità di guidare il cambiamento promuovendo azioni concrete di salvaguardia della biodiversità a tutti i livelli. Lo scenario in questo senso è positivo: il 71% di esse prevede di investire concretamente in azioni per la sua protezione nel prossimo triennio.
“Lo studio evidenzia come, ad oggi, sia essenziale non solo l’azione di tutela della biodiversità ma anche la sensibilizzazione sul tema, in modo da sviluppare consapevolezza e responsabilità nei confronti di questa tematica oggi ancor più centrale e strategica”, spiega Paolo Viganò, Fondatore e Presidente di Rete Clima. “Le aziende possono investire in molti progetti a favore della biodiversità, a partire dalla valorizzazione delle aree urbane alle forestazioni, alla tutela delle zone umide, alle micro foreste: queste azioni creano un percorso virtuoso che genera attrazione nel consumatore, che viene motivato a sua volta nel dare il proprio contributo attraverso scelte più sostenibili e ponderate. Il consumatore diventa quindi attore protagonista di questo cambiamento perché, adottando un diverso approccio all’acquisto, orienta la direzione delle aziende verso un maggiore impegno nei confronti della Terra”.
Per il 45,1% dei consumatori le politiche nazionali sulla biodiversità sono inefficaci
Le risposte dei consumatori allo Studio sulla Biodiversità Forestale di Rete Clima rivelano anzitutto un’importante percentuale di scetticismo nei confronti delle politiche nazionali messe in campo per la protezione della biodiversità: il 45,1% le giudica non efficaci, mentre solo il 28,2% le reputa efficaci.
Allo stesso tempo, emergono delle lacune sul tema, con il 92,6% degli intervistati che ammette di non essere a conoscenza dei contenuti della Nature Restoration Law Europea, la più importante legge europea finalizzata al ripristino della natura con particolare agli ecosistemi danneggiati a livello funzionale. Il 29,8% delle persone ha dichiarato di non raccogliere informazioni sul tema della biodiversità in Italia, il 37% si informa invece tramite radio e TV, il 34% dai quotidiani online, il 31,7% tramite i social, mentre il 13,8% legge quotidiani cartacei e il 9,1% i blog.
L’indagine di Rete Clima mostra quindi l’esistenza di un positivo impatto delle politiche e delle azioni aziendali sulla biodiversità e sulle scelte dei consumatori. Considerando un punteggio compreso in una scala da 1 a 10, emerge un forte consenso sul fatto che le azioni delle aziende possano seriamente influenzare la biodiversità, con un punteggio medio di 7,98. Inoltre, i cittadini sottolineano che le politiche sostenibili di un’azienda giocano un ruolo decisivo nelle decisioni di acquisto dei consumatori (punteggio medio di 7,40).
A confermare la connessione tra responsabilità ambientale delle aziende e preferenze di acquisto c’è il fatto che i consumatori – con un grado di accordo medio di 7,81 – a parità di prezzo affermano di preferire la scelta di prodotti di aziende attive nella tutela della biodiversità.
Per il 54,9% dei consumatori, le aziende devono investire per conservare la biodiversità
Secondo i consumatori – spiega lo studio di Rete Clima – le aziende rivestono quindi un ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità. Oltre la metà degli intervistati (54,9%) ritiene fondamentale che le aziende investano in progetti di conservazione della biodiversità, mentre il 49,4% sottolinea l’importanza di sensibilizzare i consumatori sulla biodiversità e sulle pratiche sostenibili. Le aziende dovrebbero quindi svolgere un ruolo attivo nel sensibilizzare il pubblico, per renderlo più consapevole dell’impatto delle proprie scelte sull’ambiente e stimolare comportamenti più sostenibili. Considerata anche la percezione di insufficienza delle politiche nazionali a favore della biodiversità, le aziende potrebbero quindi colmare questo vuoto con azioni concrete e locali, da attuare e rendicontare in modo accurato.
Un altro aspetto considerato nello studio è infatti la trasparenza nelle operazioni aziendali che incidono sulla biodiversità, opinione condivisa dal 41,5% degli intervistati: i consumatori apprezzano le aziende che sono aperte a pratiche a favore dell’ambiente e della biodiversità. Il 38% dei consumatori ritiene invece che un’azienda debba ridurre il consumo di risorse naturali, adottando pratiche più efficienti e sostenibili, mentre un terzo (32,8%) sottolinea l’importanza di una comunicazione chiara riguardo le politiche ecologiche adottate dall’azienda: un aspetto che può rafforzare il rapporto di fiducia tra l’impresa e i suoi stakeholder.
Il 45,2% delle aziende italiane agisce per la biodiversità, il 71% investirà nel prossimo triennio
Dalla survey condotta da Rete Clima tra le aziende italiane, emerge che quasi la metà di esse (45,2%) ritiene che le azioni già intraprese abbiano avuto un impatto piuttosto significativo per la salvaguardia della biodiversità. Il 25,8% afferma che l’impatto sia stato alto e che le modalità di consumo possono giocare un ruolo determinante nelle scelte di impegno aziendali. Tra i dati più incoraggianti appare il fatto che il 71% delle aziende intervistate prevede nei prossimi 3 anni di investire in azioni concrete a favore della biodiversità. Un impegno che segnala una tendenza positiva verso un cambio di rotta, in cui la responsabilità verso la natura diventa un pilastro fondamentale della strategia aziendale: in questo senso, le imprese non solo riconoscono l’impatto della loro impronta ecologica, ma decidono di agire attivamente per mitigarla. Una azione che può essere probabilmente collegata anche alla Direttiva CSRD, che chiede alle aziende di rendicontare agli stakeholder le proprie azioni nel campo della sostenibilità.
La stessa perdita di biodiversità può influenzare il business aziendale: in una scala di valore da 1 a 10, il 25,8% delle aziende intervistate ha indicato un impatto pari a 7, il 16,1% a 8, mentre il 9,7% si è dichiarato maggiormente preoccupato indicando il valore 10 per impatto massimo.
Rete Clima: azioni concrete in Italia per migliorare e salvaguardare la biodiversità
Per promuovere la biodiversità in Italia, è dunque fondamentale adottare azioni concrete e mirate a tutti i livelli. In quest’ottica, Rete Clima condivide nel suo Studio un vademecum per contrastare i cambiamenti climatici e favorire la conservazione degli ecosistemi, proponendo soluzioni che combinano innovazione, sostenibilità ed efficacia.
Ecco alcune delle principali azioni necessarie secondo Rete Clima:
1. Realizzare NBS (Nature-Based Solutions) anche in contesto urbano, dentro strategie Nature Positive
Le Nature-Based Solutions (NBS) si basano sul principio che “la natura che aiuta la natura”, affrontando le sfide socio-ambientali attraverso la progettazione e la realizzazione di progetti e soluzioni orientate alla miglior gestione delle risorse naturali. Tali soluzioni, spesso di tipo forestale, possono essere applicate a livello locale utilizzando le capacità della natura di migliorare la qualità dell’ambiente e promuovere la resilienza ecologica. Nelle città, in particolare, le azioni di rinaturalizzazione possono certamente aiutare le dinamiche ecologiche urbane, la connessione ecologica, oltre che ridurre l’isola di calore urbana e degli inquinanti urbani. Anche le Aziende possono certamente promuovere e finanziare le NBS come parte della propria strategia di responsabilità ambientale e come approccio Nature Positive, contribuendo al miglioramento degli ecosistemi locali e delle loro relazioni funzionali.
2. Promuovere la creazione di hot-spot di biodiversità
Le foreste, le aree umide, le superfici arbustive naturali rappresentano veri e propri hot-spot di biodiversità e sono essenziali per contrastare il degrado del suolo e migliorare la qualità ecologica del territorio. È certamente importante creare foreste e micro-foreste che possano ospitare varietà di piante autoctone, per rafforzare la biodiversità locale. Si tratta di interventi realizzabili anche in città, in spazi ridotti o recuperando aree marginali, che possono diventare ambiti di biodiversità e habitat per specie animali e vegetali.
3. Migliorare il suolo
Il suolo è un comparto ambientale fondamentale per la biodiversità e per la vita, risorsa naturale fondamentale per la biodiversità e la crescita delle piante. È quindi cruciale adottare misure per contrastare il degrado del suolo, migliorandone la capacità di supportare la vita vegetale, rendendolo un comparto ambientale anch’esso vitale e habitat di biodiversità. In particolare, è necessario favorire il rinverdimento delle terre degradate, restituendo vitalità agli ecosistemi compromessi e rafforzando il ciclo naturale delle risorse.
4. Valorizzare i boschi urbani migliorandone la valenza ecosistemica
Il recupero e la valorizzazione dei boschi urbani maturi è una strategia fondamentale per proteggere la biodiversità in contesti cittadini. Interventi mirati e orientati al miglioramento forestale diventano non solo occasioni di conservazione ma anche di miglioramento ecosistemico, con una particolare attenzione alla biodiversità: in funzione della loro vocazionalità biologica, nei boschi adulti è possibile progettare e sperimentare soluzioni volte al miglioramento del sottobosco, del suolo e del soprassuolo, delle relazioni ecosistemiche e della loro struttura e complessità, rendendoli più biodiversi e resilienti agli stress ambientali.
5. Identificare soluzioni forestali adatte al nuovo clima
Le foreste devono essere progettate e realizzate secondo strategie tecniche di adattamento al cambiamento climatico. È necessario selezionare specie vegetali più resilienti, capaci di adattarsi a temperature più alte, periodi di siccità prolungati e fenomeni meteorologici estremi, ma serve anche identificare strategie di gestione del suolo e del soprassuolo, selezionare le più idonee pratiche manutentive. Favorire anche la crescita vigorosa e rapida degli alberi aiuta nel loro processo di affrancamento, diminuendo cioè il periodo di maggiore delicatezza dell’albero, quando è necessaria la più intensa manutenzione forestale. In questo modo le foreste rafforzeranno anche la resilienza degli ecosistemi e delle comunità locali, creando spazi verdi che possano adattarsi alle sfide di un ambiente in continua evoluzione.
Rete Clima realizza soluzioni a favore della natura, collaborando con le Aziende dentro queste tipologie di progetti territoriali, concreti, tracciabili e rendicontabili, dentro un approccio Nature Positive”: lo scopo è agire su scala locale, considerando che i benefici degli interventi a favore della biodiversità e della mitigazione climatica hanno impatti positivi sia a livello locale, sia a livello globale. In particolare rispetto alla tutela della biodiversità, Rete Clima è attiva con la progettualità della BioForest®, cioè foreste locali specificamente progettate, realizzate e manutenute per contribuire alla tutela ed al miglioramento della biodiversità: queste foreste, che possono essere realizzate con la partecipazione diretta alla piantagione da parte delle Aziende e dei propri stakeholder, hanno appunto lo scopo di tutelare il comparto biotico messo a forte rischio dagli stress ambientali, dalla modificazione antropica degli habitat, dal riscaldamento climatico e da molto altro ancora.
Le azioni pratiche di Rete Clima si sono recentemente orientate anche verso la realizzazione di Biodiversity Lab®, cioè dei laboratori di buone pratiche ambientali orientate alla tutela della biodiversità, che prevedono azioni differenti sulla base della vocazionalità biologica dei territori dove vengono realizzate: si spazia dalla realizzazione e miglioramento di aree umide, alla realizzazione di BioForest®, al miglioramento della struttura del suolo a beneficio della fauna edafica, alla piantagione di arbusti bacciferi e melliferi per la nutrizione di avifauna ed insetti, al miglioramento del sottobosco, all’introduzione di nuove specie autoctone, alla tutela degli alberi habitat, etc.
La biodiversità va tutelata e le soluzioni per poterlo fare si basano sullo sviluppo di buone pratiche ambientali territoriali, sulla creazione di NBS (Nature Based Solutions), sull’uso di tecniche di lavoro innovative, sulla scelta delle attività più idonee per i diversi territori e – certamente non da ultimo – sulla collaborazione concreta e fattiva tra mondo delle aziende e mondo degli enti tecnici. Le aziende oggi sono sempre più attive sui temi ESG (Environmental, Social e Governance), andando a valorizzare il proprio ruolo di attori di sostenibilità dentro progetti concreti e territoriali. In questo senso l’apertura delle Aziende stesse a progetti orientati alla biodiversità non può che venire incontro alle necessità di avere nuove aree verdi, di spazi riqualificati, di miglioramento funzionale degli ecosistemi urbani ed extraurbani, di azioni locale capace di generare benefici “glocali” (locali e globali insieme).
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