Nasce nuovo modello di AI che mira ai tumori

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Elaborato dal Laboratorio di Biologia della Scuola Normale, il metodo consente di predire quali siano le terapie più efficaci

PISA — L’Intelligenza artificiale in campo contro i tumori. Il gruppo di bioinformatica del laboratorio di Biologia della Scuola Normale, a Pisa, ha sviluppato un nuovo modello che ne fa uso per la previsione di terapie personalizzate in oncologia. Il metodo consente di predire quali siano i candidati farmaci che potrebbero essere più efficaci nel ridurre la crescita tumorale a partire dall’informazione genomica dei pazienti, ed in particolare del livello di espressione dei loro geni.

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Elaborato dal perfezionando in Intelligenza Artificiale, Francesco Carli, sotto la supervisione del professor Francesco Raimondi, responsabile del gruppo di bioinformatica del Laboratorio, il metodo è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communications”. “Questo studio rappresenta un esempio di come il lavoro di squadra e una ricerca collaborativa e multidisciplinare, potenziate dalle nuove tecnologie di AI, possano esaltare il talento e le capacità dei singoli, consentendo – dice Raimondi – di arrivare a traguardi difficilmente immaginabili anche solo pochi anni fa. Ma questa è solo la prima pietra: in futuro sarà necessaria una sempre più stretta collaborazione tra scienziati computazionali e sperimentali per tradurre i risultati teorici in terapie innovative ed efficaci”.

L’approccio, chiamato “CellHit”, è stato addestrato su grandi banche dati di sensibilità di linee cellulari di cancro al trattamento con migliaia di farmaci, sia oncologici che non-oncologici. Mediante una procedura innovativa basata su modelli di linguaggio (MixtralAI e ChatGPT), sono stati annotati per ogni farmaco i geni responsabili del loro meccanismo d’azione. Questo dato è stato fondamentale per dimostrare sia che i modelli avevano appreso i meccanismi di azione dei farmaci, sia per aumentare ulteriormente le performance predittive.

Questo approccio è stato poi utilizzato per processare i dati di pazienti affetti da adenocarcinoma pancreatico, in collaborazione con il gruppo guidato da Gioacchino Natoli allo IEO, Istituto europeo di Encologia di Milano e di pazienti affetti da glioblastoma multiforme, in collaborazione con il gruppo guidato da Chiara Maria Mazzanti alla Fondazione Pisana Per la Scienza (Pisa).

“Per neoplasie di straordinaria aggressività e molto limitate opzioni terapeutiche come l’adenocarcinoma del pancreas e glioblastoma multiforme, la possibilità di predire l’efficacia di specifici farmaci o combinazioni di farmaci con approcci di intelligenza artificiale – spiega Gioacchino Natoli, uno dei coautori dello studio – potrà fornire un contributo essenziale per la razionalizzazione di nuove sperimentazioni precliniche e cliniche”.

“Inoltre, il potenziale dell’intelligenza artificiale – conclude Chiara Maria Mazzanti – va ben oltre perché non solo apre la strada a farmaci nuovi, ma consente anche di rivalutare farmaci sviluppati per altre malattie, rivelando nuove applicazioni contro il cancro”.

Lo studio è stato reso possibile grazie ai finanziamenti dell’Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro (AIRC), del Dipartimento di Eccellenza della Scuola Normale Superiore, dell’ecosistema Toscano per la Salute (Tuscany Health Ecosystem – THE) e alle risorse di calcolo messe a disposizione dal centro HPC della Scuola e del Centro Italiano di Supercalcolo Cineca attraverso il Supercomputer Leonardo.





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